Nato a Clusone (Bergamo) nel 1693, Bartolomeo Nazzari (o Nazari) riceve
i primi rudimenti in patria. Dal 1717 si stabilisce a Venezia, dove
frequenta la bottega di Angelo Trevisani e ha modo di conoscere la
pittura di Sebastiano Bombelli, Antonio Pellegrini e Jacopo Amigoni. A
partire dalla metà degli anni ’20 comincia a ritagliarsi un ruolo
importante come ritrattista. Immortala le autorità politiche, come il
provveditore generale Francesco Correr, e alcuni dei più importanti
pittori del tempo, evidentemente consapevoli delle doti del collega:
Sebastiano Ricci, Luca Carlevarijs, Canaletto, Francesco Polazzo,
Giambattista Pittoni, Antonio Visentini, Giambattista Tiepolo e
Francesco Zuccarelli. Ma la lista dei clienti famosi non finisce qui.
Nazzari, infatti, oltre a soddisfare le richieste dei molti inglesi di
stanza a Venezia, ritrae anche i protagonisti del mondo della musica,
come la cantante Faustina Bordoni (moglie del noto compositore Johann
Adolf Hasse) e il castrato Farinelli. Già nel 1733, Anton Maria Zanetti
celebra le sue doti: “Particolarissimo è questo autore ne’ ritratti,
quali forma simigliantissimi, e di gran forza, e vaghezza, ed è valoroso
di più nell’istoriarli, e nel comporre e formare attrecci con tutta
intelligenza, e bel modo”.
Nel 1736 Nazzari, accompagnato dall’amico Francesco Zuccarelli, rientra
a Bergamo, dove sceglie di trattenersi solo per pochi mesi, giusto il
tempo di eseguire una manciata di ritratti e di ottenere la commessa di
alcune pale d’altare. Tornato a Venezia, continua a riscuotere un
lusinghiero successo, tanto che nel 1744 viene chiamato a Francoforte
dall’imperatore Carlo VII. All’amico Giacomo Carrara scrive: “Già avrà
saputo la mia improvvisa partenza per Francfort per accompagnare il cav.
Tedesco mio padrone e come, essendo stato onorato di fare il ritratto di
Sua Maestà Imperiale e della Imperatrice per Monsg. Stoppani Nunzio
appresso S.M., questi ritratti sono stati molto graditi. […] Inoltre ho
avuto l’onore di baciare le mani all’Imperatore ed Imperatrice la quale
si degnò parlarmi di cose appartenenti alla pittura”.
Nel corso degli anni successivi, di nuovo a Venezia, Nazzari si dedica
soprattutto alle ‘teste di carattere’, il genere con il quale, stando al
carteggio intrattenuto con Carrara, si sente più a suo agio. Nel 1757,
tuttavia, decide di partire alla volta di Genova, desideroso di
soddisfare le richieste del nuovo doge Giovanni Giacomo Grimaldi. L’anno
successivo, invece, di rientro a Venezia, sceglie di fermarsi per alcuni
mesi a Milano, ma nella città lombarda, “assalito da veemente flusso di
sangue” (Tassi 1793), trova la morte.