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Antonio Molinari (Venezia 1655 - 1704)

 

 

In un appunto inviato a padre Orlandi da un ignoto corrispondente si legge: “Antonio Molinari nato in Venezia l’anno 1665 a dì 21 gennaro. Il di lui padre ebbe nome Zuanne Battista, fu pittore e scolaro di Pietro della Vecchia; la madre ebbe nome Paolina: tutti da Venezia. Mise detto suo padre il detto suo figliolo alla scuola del signor Antonio Zanchi e da questa scola è divenuto pittore” (in Moretti 1979). Figlio del modesto pittore Giovanni Molinari, Antonio inizialmente si formò presso la bottega paterna, quindi fu mandato in quella di Antonio Zanchi (Borean 2000). Era difatti “una prassi piuttosto abituale quella di affidare il figlio più dotato a maestri di maggior fortuna e più aggiornati artisticamente, fatto che permetteva un salto di qualità della stessa bottega paterna; un arricchimento del repertorio figurativo poteva, infatti, favorire il futuro sviluppo dell’attività di famiglia” (Craievich 1999). È quindi presumibile che l’artista abbia continuato a collaborare con l’atelier paterno. Una delle prime opere pubbliche firmate da Antonio, il Giudizio Universale di Makarska (Spalato), nonostante la stretta vicinanza con le formule zanchiane, palesa una debolezza esecutiva forse da ascrivere all’intervento del padre. Vista la precoce datazione dell’opera, non sembra però verisimile ipotizzare che il giovane dirigesse già una sua bottega autonoma. D’altra parte che il figlio fosse più richiesto del padre lo testimonia il fatto che nel 1684 Antonio era tassato dal Collegio dei pittori il doppio di quanto non lo fosse Giovanni. La sua tansa inoltre superava anche quelle dei suoi coetanei Antonio Bellucci e Paolo Pagani, ma restava di molto inferiore a quella di Gregorio Lazzarini, il quale evidentemente godeva già allora di un largo successo. (Favaro 1975).
Il padre Giovanni si spense a Venezia il 17 febbraio 1688. “Dei suoi pochi beni, che tra quadri, argenti e mobili non valevano neppure 450 ducati, lasciò erede il figlio Antonio, «giovine di tutta prudenza et molto affettuoso», con l’incarico di maritare o monacare la sorella Caterina «con quella dote che parerà alla sua carità». Nel 1694 il buon Antonio accasava la sorella con 1000 ducati di dote. Prima del 1680 Antonio prese in moglie Isabetta, figlia del defunto Girolamo Turriceni, merciaio a S. Polo, e di Anzola Turra, la quale gli portò in dote 1000 ducati. Il 23 settembre 1680 ebbe il primo figlio, Gerolamo Zuanne, al quale seguirono Anzola Marietta (18 nov. 1681), Gio. Battista Pasqualino (18 apr. 1683), Zuanne Maria (21  nov. 1686), Paulina Cattarina (13 agosto 1688)” (Moretti 1979).  
Molinari, dopo essere stato priore del Collegio dei pittori, ne divenne sindaco nel 1699, in precedenza (1696) figurava come “avichario e deputato” della Scuola del Santissimo a San Cassiano (Moretti 1979). Fra le lagune il pittore riscosse notevole successo, lo dimostra la frequenza con la quale il suo nome torna nelle guide e negli inventari delle nobili famiglie cittadine. “Ma la sua fama andò anche fuori di Venezia: suoi dipinti si trovavano nella collezione Giusti a Verona e in quella Barbisoni a Brescia; suoi quadri furono esposti a Firenze nel 1706 dal cav. Ughi e a Roma nel 1707 dal card. Vincenzo Grimani” (Moretti 1979).
Così come si apprende dal necrologio della chiesa di Santa Margherita, il “Sig. Antonio Molinari pitor d’anni 51 ammalato da infiamatione giorni 10”, morì a Venezia il 3 febbraio 1674.

 

Daniele D'Anza

 

maggio 2005