Vincenzo Foppa (Bagnolo Mella 1427 - 1515 ca.)
Vincenzo Foppa. Madonna con Bambino e angelo, tempera su tavola, 41 x 32,5 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.
Nato a Bagnolo Mella tra il 1427-1430, probabilmente ricevette una prima formazione dalle opere di Jacopo Bellini e di Gentile da Fabriano, presenti in gran numero nella città di Brescia, come, ad esempio, gli affreschi perduti di Gentile nel Broletto e la pala di Bellini eseguita per la chiesa di sant'Alessandro.[1] Venne a contatto quindi con la cultura veneta, giunta a Brescia grazie a questi due artisti e ad Antonio Vivarini, e alla cultura del Nord Europa e del gotico internazionale che in quegli anni imperversava in Lombardia.[2] Probabilmente tra gli anni Cinquanta e Sessanta si recò a Padova per brevi soggiorni, dove venne a contatto con le opere di Mantegna e i modelli donatelliani da questo assunti. Nel '56 arrivò alla corte di Pavia dove soggiornò fino al '61, quando si trasferì per un breve periodo nella città di Genova, sotto raccomandazione del duca di Milano, per il completamento di un polittico per la cappella di Battista Spinola in San Domenico.[3] Oltre a recarsi a Genova, il pittore si allontana dalla città di Pavia, di cui ottiene la cittadinanza nel '68, per recarsi a Milano su richiesta di Francesco Sforza, nel '62 e qua entra a contatto col Filarete e la passione per il gusto “antiquario”, lavorando al Banco milanese.[4] Negli anni '70-'80, mentre alternava lavori a Pavia, Milano, Bergamo, forse si recò una seconda volta in Liguria, per la forte presenza di elementi nordici nelle sue opere, e Brescia, dove nel '73 si occupo' della decorazione della cappella Averoldi nella chiesa del Carmine.[5] è nella città di Milano che il Foppa si aggiorna sulle novità introdotte da Bramante e da Leonardo, da cui fugge negli anni '90, tornando nella città natale di Brescia, dove muore nel 1515 circa.
Chiara Zanola
[1] Maria Grazia Balzarini, Vincenzo Foppa. La formazione e l'attività giovanile, Firenze, La Nuova Italia, 1996, pp. 16-17. [2] Maria Grazia Balzarini. Vincenzo Foppa, Milano, Jaca Book, 1997, pp. 13-14. [3] Ibid., pp. 16-17. [4] Ibid., p. 20. [5] Ibid., pp. 28-29.
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