Botticini Francesco
(Firenze, 1446-1497
o 1498)
Molto scarse le notizie documentarie relative all'attività giovanile; figlio di un pittore di carte da gioco, Giovanni di Domenico, dal quale ricevette i rudimenti della pittura, le fonti lo fanno attivo per nove mesi, dal 22 ottobre 1459 al 24 luglio 1460, presso la bottega di Neri di Bicci; nel 1472 risulta iscritto alla Compagnia di San Luca. L' 11 settembre 1477 nasce il figlio Raffaello. Nel 1480 apre una bottega a S. Maria del Fiore, dove lavora senza aiuti. In tempi recenti gli studiosi gli hanno attribuito un certo numero di opere, datandole tra il 1465 e il 1470, tutte con caratteri stilistici molto vicini a quelli del Pollaiolo e del Verrocchio. Tra queste la Santa Monica attorniata da monache agostiniane (Firenze, Santo Spirito), la Madonna in trono e Santi (Parigi, Museo Jacquemart-André) e la Resurrezione (New York, Frick Collection). A partire dagli anni Settanta le sue opere risentono l'influenza del Botticelli, che probabilmente conobbe frequentando la bottega del Verrocchio. Di questo periodo sono la Madonna in gloria (Parigi, Louvre), Tobiolo e l'angelo, (Bergamo, Accademia Carrara). Successivamente si rintracciano nel suo stile influenze fiamminghe, in particolare nella minuta descrizione dei paesaggi. Nell'ultimo periodo della sua attività, sembra orientarsi ai modi di Filippino Lippi, evidente nel Tabernacolo del Sacramento (1484-91), per la Collegiata di Sant'Andrea a Empoli.
A.R.
Bibliografia:
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K. Radstrom, Un gruppo di dipinti fiorentini nel Palazzo reale di Stoccolma, in "Antichità Viva", XXV, 1986.
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