Biagio d'Antonio (Firenze, 1446 - documentato fino al 1508)
Biagio d'Antonio. Arresto di
Cristo, affresco, 1482. Vaticano, Cappella Sistina.
Pressoch?sconosciuto fino al 1935, nel passato veniva confuso con i pittori
Benedetto Ghirlandaio e Giovanni Battista Bertucci il Vecchio. La pittura di
Biagio d'Antonio, la cui opera giovanile ?contraddistinta dagli spiccati
caratteri lippeschi e verrocchiani, diviene poi debitrice al Ghirlandaio, in un
corpus di opere che si è andato delineando e precisando con il passare
del tempo. A questi primi anni vanno anche ricondotti la Madonna col Bambino (già collezione Goudstikker), il
San Giovannino e
angelo (Ca' d'Oro, Venezia), la Madonna con il Bambino e angelo (Milano, Poldi Pezzoli) e la
Madonna in trono e Santi di Budapest.
Dal 1476 al 1504, soggiornò a Faenza, come documentano le numerose fonti
d'archivio, ove dipinse quadri per le chiese più importanti del luogo; nella
chiesa di San Michele dipinse la Nativit?/i> (Oklahoma, Museum). Nel 1481-82
lavorò a Roma dove collabor?con Cosimo Rosselli nella realizzazione degli
affreschi della Cappella Sistina (Passaggio del
mar Rosso e scene di fondo nell'Ultima Cena), dove Biagio esprime la
spazialit?e la vena narrativa di Cosimo Rosselli e del Ghirlandaio. Collabora
poi, con Bartolomeo di Giovanni
e Pietro del Donzello, al ciclo con le Storie degli Argonauti. Altre
opere sono la predella Temperani a Cortona e la Madonna tra San Francesco e
la Maddalena a San Casciano in Val di Pesa.
La Madonna tra San Francesco e San Bonaventura
del 1504 (Faenza, Pinacoteca Comunale) ?debitrice ai modi di
Filippino Lippi.
A.R.
Bibliografia:
M. Natale, Museo Poldi Pezzoli,
Dipinti. Milano
1982.
E. Fahy, The Tornabuoni-?bizzi Panels, in
Scritti di
storia dell'arte in onore di Federico Zeri, I, Milano 1984.
R. Bartoli, ad vocem, in
La pittura in Italia. Il Quattrocento, II,
Milano 1987.