Allievo e collaboratore del padre Jacopo, dal
1465 in poi ?citato per attività autonoma, da quando firma il Beato Giustiniani
(Venezia, Gallerie dell'Accademia). Nel 1466 riceve commissioni per la scuola di
San Marco; tre anni dopo, l'imperatore Federico III in visita a Venezia lo
insignisce del titolo di cavaliere. Per conto del cardinale Bessarione, nel 1471 esegue la teca per il
Crocifisso bizantino di
san Marco. Dal 1474 ?impegnato al restauro degli affreschi di
Gentile da Fabriano e Pisanello in palazzo Ducale e viene nominato pittore ufficiale della Serenissima.
Dal 1479 è a Costantinopoli dove rimane due anni come ritrattista e pittore di corte, lasciando al fratello
Giovanni gli impegni Veneziani. Al rientro a Venezia, assieme a Giovanni
Bellini, Alvise Vivarini, il Carpaccio ?chiamato alla
realizzazione di teleri sulle Glorie di Venezia
(perduti) da sostituire agli affreschi di Palazzo Ducale rovinati dalla
salsedine. Tra il 1496 e il 1501 lavora
per la scuola di San Giovanni Evangelista ai teleri con i Miracoli della croce
(Venezia, Gallerie dell'Accademia) e per la scuola di San Marco, per cui
progetta due storie del santo, eseguendone solo in parte una, terminata dopo il
1507 da Giovanni
(Predicazione di san Marco ad Alessandria, ora a Milano, Brera).
A.R.
Bibliografia:
R. Longhi, Viatico per cinque secoli di pittura Veneziana, Firenze
1946.
B. Berenson, Italian pictures of the Renaissance. Venetian School, London
1957.
C. Gilbert, A Sarasota notebook. I, The development of Gentile Bellini's
portraiture, in ? Arte veneta?, 1961.
F. Babinger, Un ritratto ignorato di
Maometto II, opera di Gentile Bellini, in ? Arte Veneta ?, 1961.
Dizionario
biografico degli italiani, vol. VII, Roma 1965.