Aspertini Amico
Tornato a Bologna nel 1503, firmò l'Adorazione dei magi già in Santa Maria Maddalena (Pinacoteca) e fu successivamente attivo nell'Oratorio di Santa Cecilia. Nelle due scene del Martirio e della Sepoltura dei Santi Valeriano e Tiburzio, il pittore manifesta l'uso di elementi archeologizzanti acquisiti durante il soggiorno romano. Fra il 1507 e il 1509, l'Aspertini è a Lucca; realizza l'affresco sulla facciata interna della chiesa di San Francesco (Madonna col Bambino e santi); gli affreschi della cappella di Sant'Agostino sempre in San Frediano (Storie di san Frediano, di Gesù e del beato Giovanni), e la pala di San Cristoforo. Accreditato presso la corte dei Bentivoglio, fu attivo anche come scultore (per la Fabbrica di San Petronio); dipinse verso la fine del decennio la tavola con la Madonna col Bambino e i Santi Elena e Francesco. A prototipi nordici va riferita la Pietà di San Petronio (1519, Bologna). Tra le ultime opere, databili agli anni Cinquanta, sono gli affreschi in tre stanze del castello Isolani di Minerbio (Bologna) e un soffitto a cassettoni nella palazzina della Viola a Bologna.
A.R.
E. Sambo, ad vocem, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, II, Milano 1988
D. Scaglietti Kelescian, ad vocem, in Nell'età del Correggio e dei Carracci, catalogo della mostra, Bologna 1986
G. Cosmo, Aspertini e la scultura antica, in "Antologia di Belle Arti", 21-22, 1984
R. Roli, Dal raffaellismo alla maniera, in La basilica di San Petronio in Bologna, Cinisello Balsamo 1984
M. Tazartes, Aspertini da Bologna a Lucca: gli affreschi della cappella di Sant'agostino in San Frediano, in "Ricerche di Storia dell'Arte", 17, 1982
Dizionario biografico degli italiani, vol. IV, Roma 1962
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