Albertinelli Mariotto,
Annunciazione (1503). Firenze,
Galleria degli Uffizi
Dopo gli inizi come battiloro presso il padre
Biagio, entrò nella bottega di Cosimo Rosselli, ove, negli stessi anni,
lavoravano anche Piero di Cosimo e Bartolomeo della Porta. Con quest'ultimo
Albertinelli strinse profonda amicizia tanto da aprire "bottega" nel 1493.
Forte fu sull'Albertinelli l'influenza di Bartolomeo, per cui è spesso difficile
definirne il ruolo. Al primo periodo sono da ricondursi l' Annunciazione
del Duomo di Volterra (1497), eseguita in collaborazione con Bartolomeo, e la
Vergine con il Bambino tra le Sante Caterina d'Alessandria e Barbara
(Milano, Museo Poldi Pezzoli), opere che risentono dell'influenza di Piero di
Cosimo e del Perugino. Nel 1500, Bartolomeo decise di entrare nel convento di
San Marco per farsi frate e l'Albertinelli ne portò a compimento l'affresco del
Giudizio Universale in Santa Maria Novella. Più indipendente si mostra nella
Crocifissione della Certosa di Val d'Ema, (1505), e nell' Annunciazione
(1508 c.) (Monaco di Baviera, Alte Pinakothek).
Nel 1509, dalla ripresa
collaborazione con il Frate nasce la "Scuola di San Marco". Di questo periodo
sono l' Annunciazione
(1510), la Vergine in trono e la Trinità, (Firenze Galleria
dell'Accademia).
Negli ultimi anni l'Albertinelli si recò a Viterbo, ove lavorò nel convento di
Santa Maria della Quercia, e a Roma, dove fu attivo in San Silvestro (opere
perdute).
Ultima opera datata (1514) è la pala con Madonna e Santi
di Volognano.
A.R.
BIBLIOGRAFIA:
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
L. Pagnotta, voce
Albertinelli Mariotto, in
La pittura in Italia. Il Cinquecento, II, Milano 1988
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992