Romano Rossini (Trieste 1886 - 1951)

 


Quando si iscrive alla Scuola Industriale, Rossini ha già appreso l'uso di colori e pennello stando a bottega dal padre, artigiano decoratore. Dopo studi scolastici irregolari ed un apprendistato presso lo Scomparini, assieme all'amico Bergagna, nel 1910 espone per la prima volta a Capodistria: erano due paesaggi. Allo scoppio della Grande Guerra fu tra quei Triestini che scelsero di arruolarsi nel Regio Esercito Italiano. Dopo l'armistizio, e per tutti gli anni Venti espone molto, soprattutto in Alta Italia. Col Bergagna lavora al restauro della Cattedrale di San Giusto e di numerosi edifici del Friuli e dell'Istria. Partecipa alle Biennali veneziane del 1928, 1948 e 1950. Nella sua pittura, la sperimentazione di tecniche diverse è in funzione dell'acquisto di un personale mezzo espressivo. Ciò che lo interessa è il dato di natura: esso viene elaborato volta a volta in modo diverso, ora puntando sull'aspetto descrittivo, ora ricercandone la stilizzazione. Rossini riserva una cura particolare allo studio degli effetti luministici; ed è questa attenzione che lo pone nell'alveo del postimpressionismo. Accanto ai riflessi del sole sul mare, al biancore cangiante della neve, lo attraggono anche gli aspetti della vita quotidiana. Nel 1953, a due anni dalla morte, la Galleria Casanuova di Trieste gli dedica una retrospettiva postuma.
 

 

Patrizia Fasolato

 

 

 

tratto da Punti di Vista  per gentile concessione di: Edizioni della Laguna