Nato in Argentina, a Buenos Aires, da genitori calabresi emigrati all’inizio del
secolo scorso, Enotrio è stato il pittore “calabrese” che più e meglio di ogni
altro artista ha dipinto la nostra regione. La Calabria era da lui conosciuta
palmo a palmo, e innumerevoli sono i paesini della nostra costa dal Tirreno allo
Jonio da lui dipinti, arroccati sulla collina, il mare sullo sfondo, il cielo
azzurro: il blu era il colore di Enotrio. Così ebbe a scrivere su di lui il
poeta Franco Costabile: “Anche quando appare più appassionato per certi
accadimenti di avanguardia Enotrio mantiene costante la sua disciplina e il suo
riserbo per una chiara fedeltà alla Calabria, che è la sua profonda sorgente”.
Nel 1926 ritornò in paese, a San Costantino Calabro, e vi rimase fino al 1939,
quando, conseguita la maturità classica, si iscrisse alla facoltà di chimica con
conseguente trasferimento a Roma, città nella quale trascorse la gran parte
della sua esistenza. La sua prima mostra avvenne nel 1946, nella Galleria “Del
Cortile”, con una serie di disegni acquerellati sulle Fosse Ardeatine. A
quella ne seguirono tantissime, in tutta Italia e nelle più importanti gallerie,
fino all’antologica nella Sala Borromini, di piazza della Chiesa Nuova a Roma,
1995, col patrocinio delle Regioni Lazio e Calabria e dei comuni di Roma, Reggio
Calabria, Vibo Valentia. Partecipò, su invito, alle rassegne più qualificate
(Quadriennale di Roma, Maggio di Bari, Premio Marzotto, Agosto Vibonese,
Olimpiadi dell’arte) e sue opere si conservano nella sede del Parlamento
Italiano, in Musei, Pinacoteche e collezioni importanti. Numerosi critici hanno
scritto sul suo lavoro; tra questi: Apuleo, Baldini, Bellezza, Bellonzi, Budigna,
Ciarletta, Civello, De Grada, De Libero, Giannattasio, Guzzi, Levi (questa
Calabria dal di dentro: questa Calabria che porti in te…), Lucchese, Maffia,
Mariani, Morosini, Sciortino, Selvaggi, Solmi, Venturoli e alcuni registi (Aglauco
Casadio, Raffaele Mazzarelli, Alfio Borghese, Mario Carbone) gli hanno dedicato
documentari cinematografici e servizi televisivi. Enotrio ha illustrato vari
libri e ha scritto un volume di poesie, Fatti figuri e cosi calabrisi,
edizioni Carte Segrete. Oltre che pittore si è espresso anche come incisore
(Carlo Levi, Enotrio, Grafica, Bologna, edizioni Bora, 1972),
privilegiando sopratutto la tecnica della xilografia (Renato Nicolai, La
xilografia di Enotrio, ed. Istituto Editoriale Europeo, 1983). Su Enotrio
sono state pubblicate ben dodici monografie.