Giuseppe Magni (Pistoia 1869 - Firenze 1956)

 

 

Nato a Pistoia nel 1869, si trasferì ben presto a Firenze per seguire la sua indole artistica con la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti. A guidarlo negli anni di studio furono artisti del calibro di Giuseppe Ciaranfi, Antonio Ciseri e Giovanni Fattori.

Non si può considerare l’arte del Magni senza gettare uno sguardo a quanto l’arte toscana aveva vissuto e stava trasformando negli ultimi squarci del Secolo Romantico. E’ nota l’importanza rivestita dalla corrente dei Macchiaioli in Toscana, alla quale va però affiancata, come sua coerente prosecuzione, l’espressione artistica di quegli artisti che, nati nella seconda metà dell’Ottocento, operarono a partire intorno agli anni ’70 e nei primi decenni del Novecento. Questi furono definiti Post-macchiaioli, intendendo così la loro intenzione di proseguire (corrente tradizionalista) o rinnovare l’esperienza dei loro maestri (corrente novecentista o dei coloristi toscani).

Alla prima di queste correnti, quella tradizionalista, partecipo' a più riprese Giuseppe Magni. Abile ritrattista, raffigurò con finissima impressione le scene di genere, soprattutto la vita quotidiana dei contadini. Questa sua naturale propensione per le tematiche intimiste lo spinse a rappresentare più volte gli scambi affettuosi fra madri e figli, riuscendo abilmente a coinvolgere lo spettatore in una calda atmosfera di complice tenerezza con rese plastiche, grande luminosità e la vitalità cromatica che lo contraddistinguono.

Ormai trentenne, partecipo' al concorso Alinari con il dipinto Ave Maria e, nel 1912, fu premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione Donatelliana di Livorno.

Nel 1914 venne insignito con la medaglia d’argento dalla Società di Belle Arti di Firenze, che lo premiò nel 1916 con la  medaglia d’oro.

Al momento di piena maturità artistica, nel 1919, gli fu assegnata la cattedra di disegno all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

La sua opera è conosciuta a livello internazionale, avendo egli di frequente ricevuto commissioni da collezionisti o mercanti d’arte. Fra questi citiamo, per brevità di discorso, quelli acquistati dal Re del Siam e l’opera Regina Pacis, che ottenne in autografo la benedizione del Papa e fa oggi parte di una collezione privata in Svizzera.

 

 

Marta Cattaneo

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

Ferdinando Donzelli, L’Ottocento italiano nel piccolo formato, vol. I e II, ed. Opuslibri

 

A.M. Commanducci, Dizionario dei pittori e incisori italiani moderni e contemporanei, L.M. Patuzzi editore

 

AA.VV. Ottocento, catalogo dell’arte italiana, Metamorfosi ed.