Filippo Carcano (Milano 1840 1914)

 

Milano, 25 settembre 1840 - 19 gennaio 1914

 Allievo a Brera dell'Hayez, successivamente del Bertini, cominciò con temi di storia e interni esemplati al romanticismo dei maestri. Dopo il 1862, appena reduce da un viaggio a Parigi e Londra, influenzato dal paesismo francese e inglese, dal Fasanotti e dal Mancini lombardo, maturò le proprie sperimentazioni in ambito, per certi versi, predivisionista. A partire dal 1880 dipinse quasi esclusivamente il paesaggio e dal 1887 al 1900, in contatto con gli scapigliati e i paesisti piemontesi, ebbe il suo periodo più felice, intensamente naturalistico. L'estrema operosità lo vide impegnato in esercitazioni a sfondo mistico e umanitario in area di simbolismo liberty.
Il suo mercato, potenzialmente nazionale, è vivace specialmente in Lombardia e tende al rialzo, soprattutto dopo clamorosi esiti d'asta per temi simbolisti, nel 1982 (record di 57 milioni e mezzo, appena superato solo nel giugno 1993, a Londra). Del resto un risveglio d'interesse e più che giustificato giacché il ruolo del Carcano fu fondamentale nel paesismo naturalistico lombardo, di cui è indicato come caposcuola. Le valutazioni, pur suscettibili d'ingenti sbalzi (come per molti artisti a produzione abbondante e assai diseguale per soggetto e qualità), partono da minimi di tre milioni per cose minori sicuramente autografe (ma costano subito oltre i 5, se appena di qualche significato) e si spingon via via verso i 20/ 25 milioni e più quando si riferiscano a dipinti di grande importanza. Qualche isolato capolavoro può superare i 60 milioni. All'artista è stata dedicata una recente mostra (Milano, Circolo della Stampa, 20 febbraio-21 marzo 1987), 22 opere tra dipinti di genere in interni, scorci milanesi e panorami lombardi.

Allievo di Hayez e di Bertini all'Accademia di Brera, iniziò la sua carriera dipingendo soprattutto quadri storici (Premio Cano­nica a Brera nel 1862 con il dipinto Federico Barbarossa e il Duca Enrico II Leone a Chiavenna) e di interni (Partita al bigliardo, del 1873, dove è presente un primo saggio di divisionismo; La scuola di ballo, del 1874). Dopo i primi anni di attività, durante i quali i giudizi critici non furono sempre positivi, nel 1874 ricevette un riconoscimento ufficiale venendo nominato socio

Brera. Dopo il premio di paesaggio per Il verziere, del 1877, si dedicò esclusivamente a questo genere utilizzando le co­noscenze e gli stimoli di un viaggio giovanile compiuto a Parigi e a Londra e facendo leva sulle esperienze dei contemporanei napoletani e veneziani. Divenne così uno dei maestri del natura­lismo lombardo, scuola che arricchì con la sua personalissima vi­sione della natura. L'ultima produzione è caratterizzata da un'at­tenuazione del realismo e dal sorgere di istanze allegoriche e re­ligiose. Con suoi paesaggi partecipo' a tutte le principali esposi­zioni nazionali e internazionali e le sue opere furono proposte dalle migliori gallerie italiane ed estere. Nel 1882 il Governo ita­liano acquistò per la Galleria d'Arte Moderna di Roma il quadro Piazza San Marco, vincitore del premio Principe Umberto. Nel 1897 gli venne riconosciuto nuovamente il premio Principe Um­berto per la tela Cristo che bacia l'umanità. Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma sono conservati, oltre al già nominato Piazza San Marco, anche una Marina e alcuni studi di Pompei. La Galle-ria d'Arte Moderna di Milano custodisce otto opere, fra cui L'ora del riposo dei lavoratori dell'Esposizione del 1881; il quadro Le Prealpi Orobiche si trova al Museo della Scienza di Milano.

 

BIBLIOGRAFIA: A. Ribera, Filippo Carcano pittore, Torino 1916; M. Valentini, Filippo Carcano (1840-1914). Vedute milanesi e panorami lombardi, Edi. Artes, Milano 1987.

FREQUENZA SUL MERCATO: presente. AREE DI DIFFUSIONE: nazionale. VALUTAZIONE: per il formato medio e di qualità le stime raggiun­gono i 15.000-30.000 euro. Per le opere più importanti le quotazio­ni salgono oltre i 75.000 euro. Gli acquerelli da 1.000 a 4.000 euro.

Filippo Carcano nasce a  Milano il 25 settembre 1840. Entra all'Accademia di Brera nel 1855 e nel 1858 diviene allievo dell' Hayez. Nel 1859 vince un pensionato triennale; nel 1861 esordisce a Brera  con due quadri di soggetto storico:  Federico Barbarossa e Enrico il Leone di Chiavenna.

 

Nello stesso anno dipinge La piccola fioraia (Schio, collezione Marzotto), in cui si rivela il precoce interesse per la resa del `vero' da parte del giovane artista, al di fuori dei modi aneddotici allora in voga. I1 dipinto venne esposto a Brera nel 1864, con il titolo Cortile a giardino con figure; effetto di luce, scontentando la critica ufficiale, sia per il soggetto, sia per la tecnica pittorica, considerata "filacciosa, senza contorni di sorta". L'anno successivo con-ferma l'allontanamento dalla pittura accademica di storia e l'aderenza a tematiche realiste, con Una lezione di ballo (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), di nuovo - e aspramente - attaccata sulle cronache d'arte del tempo, con l'accusa di essere il frutto di una tecnica derivata dalla fotografia. La minuzia nella resa dei particolari e l'abilità dell'artista nel taglio prospettico a cannocchiale, rinnovarono la polemica sul supposto uso della fotografia due anni dopo, quando presenta a Brera Una partita al bi-glia rdo (1867; Milano, Pinacoteca di Brera), in cui prosegue anche la peculiare ricerca luministica iniziata con La piccola fioraia. Benché osteggiato dalla critica, Carcano continua ad inviare i suoi lavori a Breva, a Torino, a Genova e a Firenze, alternando vedute con figure - come Il girovago o La serenata (1870; Milano, collezione privata) esposto a Breva nel 1870 - ai più tradizionalmente milanesi interni ciel Duomo di Mila-no, proposti in più versioni dal 1872. Nel 1874 è nominato socio onorario dell'Accademia di Breva, nel 1878 vince il premio Mylius con Buon cuore infantile (Milano, Accademia di Brera). In questi anni Carcano inizia ad ottenere un discreto successo commerciale anche oltre i confini italiani con i suoi soggetti di `generÈ, via via affiancati - a partire dal 1876 - dallo studio del paesaggio lombardo, compiuto nei dintorni del La-go Maggiore e del Mottarone. I paesaggi di Carcano, ripetuti fino al termine della vita con infinite varianti modulate dalla sua ri-cerca su luce e colore, saranno precisi punti di riferimento per gli artisti della generazione successiva, che lo considereranno a ragione un precursore della scuola del naturalismo lombardo di fine secolo. Ricordiamo, La pietra papale o Melanconia - paesaggio di grandi dimensioni, esposto a Brera nel 1879 (Milano, Civiche Raccolte d'Arte) - Veduta del Lago Maggiore (1878 circa; Milano, Civiche Raccolte d'Arte), Strada al Monterone (1879; Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). Nel 1880 Carcano espone una grande veduta de L'Isola dei Pescatori (collezione privata) riproposta al-
l'Esposizione Nazionale di Milano dell'anno successivo. La tela ebbe immediato successo, spingendo l'artista ad eseguire una serie di dipinti con soggetto e inquadratura simile, di minori dimensioni. Ormai è artista affermato, quando espone nel 1881 alla Nazionale di Belle Arti di Milano un dipinto di grande impatto e straordinaria originalità per il soggetto colto sul `vero'; ci riferiamo a L'ora del riposo durante i lavori dell'Esposizione del 1881 (Milano, Galleria d'Arte Moderna), incunabolo dell'iconografia sul lavoro - benché non si possa definire come una tela di soggetto sociale -. Nel 1882 vin-ce il premio Principe Umberto con Piazza San Marco a Venezia (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna); altri grandi paesaggi, come Strada al bosco dei Gardanelli e Pianura lombarda (entrambe in collezione privata), esposti per la prima volta a Breva nel 1887, gli procurano onore e fama anche in campo internazionale. Meno nota, ma altrettanto densa di rimandi con i migliori esiti della pittura lombarda, è negli anni Ottanta la produzione di nature morte, tra cui ricordiamo Appena arrivate! (1886; Milano, Galleria d'Arte Moderna), accosta-bile a dipinti iconograficamente molto vicini di Emilio Longoni e Giovanni Sottocornola, eseguiti nello stesso anno. Nel 1897 Carcano vince perla seconda volta il premio Principe Umberto con Cristo che bacia l'Umanità (collezione privata), esposto alla Triennale di Breva. Una grande tela che anticipa i temi mistico-simbolisti affrontati negli ultimi anni - ricordiamo anche L'Umanità (1900-1910; Milano, Cassa di Risparmio del-le Provincie Lombarde) Sempre alla Triennale del 1897, Carcano espone un di-pinto di ben altro interesse per il percorso della pittura lombarda: un Ghiacciaio di Canubrerra (collezione privata) che testimonia l'attualità della produzione dell'ormai maturo artista, partecipe della scoperta dell'alta montagna intesa come natura in-contaminata, tipica del costume anche artistico del tempo. Dalla metà degli anni No-vanta alla morte, Carcano è presente come organizzatore o membro della giuria, in tut-te le principali manifestazioni artistiche milanesi, ed è inoltre membro della commissione per la sezione italiana della prima Biennale cli Venezia, nel 1895.
Bibliografia: A. Ribera, Filippo Carcano pittore, Torino 1916; G. Cesura, Filippo Carcano, Milano 1986; M. Valentini, Filippo Carcano (1840-1914). Vedute milanesi e panorami lombardi, con saggio introduttivo di A. Scotti, Milano 1987 (g.gi.).

 

 

Filippo Carcano muore a  Milano il 19 gennaio 1914.