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Evangelina Alciati
(Torino 1883 – 1959)
Evangelina
Alciati. Autoritratto (1945). Olio su tela cm 54,5 x 43. Collezione eredi
Alciati.
Evangelina Alciati
nacque a Torino il 21 agosto 1883, da Francesco (ingegnere) e
Caterina Silvia Aschieri (discendente da nobile famiglia anconetana).
Quando la bambina era ancora piccola venne a mancare il padre, ma ciò
nonostante ricevette un'ottima istruzione frequentando la scuola
femminile «Domenico Berti». Fu proprio in questo Istituto che Evangelina
incontrò Carola Prosperi (scrittrice), che così la descrisse:
...conobbi
Evangelina Alciati alla Scuola Femminile Domenico Berti, dove si
studiava per diventare maestre... Era piccola di statura e graziosa, ma
non fragile, sebbene avesse mani e piedi piccolissimi... Aveva i capelli
fini come seta, di un castano bruno, molto lisci, e una ciocca le cadeva
sempre sulla fronte... Portava la gonna e la camicetta come tutte noi,
ma metteva spesso sotto il colletto la cravatta alla Vallière, come
portavano allora gli allievi pittori, quelli che chiamavano bohémien....
Conclusi gli studi alla
«Domenico Berti»,
Evangelina si iscrisse
all'Accademia Albertina di Torino, sotto la guida di Giacomo Grosso, per
conseguirvi il diploma di professoressa di disegno e pittura.
All'Albertina, conobbe Anacleto Boccalatte (Torino 1885 - 1970),
dalla cui unione, peraltro mai ufficializzata per volontà di Evangelina,
nacque Gabriele, nel 1907. Fra il 1903 e il 1906, Evangelina soggiornò
in una Parigi artisticamente effervescente, con esiti decisivi per la
sua carriera di pittrice.
Nel 1908, alla Promotrice torinese, debuttò con
Maternità,
un dipinto nel quale
si nota l'influsso del maestro
Giacomo Grosso.
Nel 1912, Evangelina Alciati ed Emma Ciardi parteciparono alla Decima
Esposizione Internazionale di Venezia: assieme alla Corradini, le due
pittrici furono considerate tra le migliori autrici.
Enrica Grasso scrisse
in «La Donna» del 20 luglio 1912:
Evangelina Alciati
è per me una rivelazione, deve aver esposto poco, per la bella ragione
che è assai giovane: non so se a Roma, nell'anno scorso, per la prima
volta. So però, che qui ella si fa ammirare veramente nei suoi ritratti
robustamente eseguiti: un po' tristi, se si vuole, per nulla composti
sulla falsariga inglese, come piace ora ai giovani pittori , e anche a
quelli non più giovani, ma ritratti personali, che additano nella loro
autrice una sicurezza capace di far molto cammino senza esitare. Essi
non hanno nulla d'incerto, che è nell'arte dei giovani, vi si scorge
invece un carattere deciso e fermo. Si direbbe che i soggetti siano
stati scelti dall'autrice a bella posta, con quei volti e con quegli
abiti così volutamente lontani dalle frivolezze della moda: una bimba
senza riccioli, senza nastri, con un'ampia veste di raso pesante; due
dame, di cui una seduta in compostezza grave, quasi monacale, fra i
lenti e lunghi drappeggi della sua veste di seta nera, il petto adorno
di trine antiche, ricordante certi ritratti femminili del cinquecento, e
l'altra ritta, con un gesto più civettuolo, in una veste di broccato a
fiorami, anch'essa allontanata dalla consueta mondanità femminile, con
grazie personali meglio che acquistate dal sarto più in voga, o prese a
prestito alla posa delle dive teatrali. In questi ritratti, l'Alciati si
mostra davvero acuta investigatrice di anime.
Nel 1914, Evangelina
è a Roma per un soggiorno di studio e prende parte alla prima
esposizione della Probitas, inaugurata il 21 febbraio 1914, presso il
Palazzo delle Belle Arti. Tra i nomi illustri compaiono Giacomo Balla,
Aristide Sartorio, Angelo dall'Oca Bianca. A questa mostra la pittrice
presenta tre dipinti: Ritratto della contessa Capello, Ritratto di
bambina e Maternità. Il 24 aprile, Alfredo Politi, direttore di
vendita della Mostra, comunica alla pittrice che S.M. il Re ha
acquistato
Maternità, al prezzo di lire 700.
Nel 1918, all'ultima
mostra in coabitazione tra Promotrice e Circolo degli Artisti, la
Alciati espose
un Ritratto di uomo anziano.
Alla
Promotrice
di Torino del 1919, presentò
Ritratto della
madre e
Ritratto di uomo seduto,
vincendo il Premio Bricherasio. Il
Ritratto di uomo
seduto,
venne acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione per la somma di
lire quattromila, entrando a far parte della Galleria Civica d'Arte
Moderna.
Evangelina
Alciati, Madonna (1920), olio su tela cm. 49 x 68,5. Collezione eredi Alciati.
Nell'aprile 1923
partecipò alla Quadriennale di Torino. Nel 1926 alla XXVII esposizione
della «Amici dell'Arte», venne venduto un suo dipinto su parere della
commissione composta da: G. Olivetti, Alloati, Cibrario, Maggi, Boetto,
Giani, Menniey, Vellan.
Evangelina
Alciati. Donne alla madia (1922). Olio su tela cm. 54,5 x 43. Collezione eredi Alciati.
Nello stesso anno, fra novembre e dicembre, la pittrice partecipò alla
mostra «Vedute di Torino», organizzata dal Gruppo intitolato ad Antonio
Fontanesi, da poco costituito da Felice Casorati, Annibale Bigotti ,
Alberto Sartoris, Mario Sobrero.
Nel 1927, presenta
alla Quadriennale di Torino il dipinto Anemoni, opera venduta per
duemila lire. Da questo momento, nei dipinti di Evangelina Alciati, i
soggetti floreali saranno sempre più ricorrenti.
Nel 1938, il figlio
Gabriele Boccalatte, maestro di pianoforte, morì in un incidente
alpinistico a Courmayeur, lasciando la moglie ed un figlio di un anno,
Lorenzo. La Alciati lo ritrasse morto, sul retro di Contadine che
panificano. L'artista, scossa dal grave lutto, si chiuse sempre più
in sé, in una Natura costituita da un "vaso di fiori". La pittrice,
tuttavia non abbandonò del tutto il ritratto: fra i ritratti illustri,
quello di
Renzo Pezzani e Filippo Burzio. Anche i parenti, la
madre e i nipoti furono oggetto dei suoi ritratti, spesso realizzati a
pastello.
Evangelina
Alciati. Pianista in rosso (L'amica Rosina-1943). Olio su tela cm
47x 47. Collezione eredi Alciati.
Espose inoltre a Buenos Aires,
Rio de Janeiro e
Montevideo.
Frequentò le maggiori figure artistiche del tempo quali: Boldini,
Spadini, Mentessi, Ferrazzi e Casorati.
Trattò tanto il
ritratto, sia ad olio che a pastello, quanto il paesaggio e la natura
morta.
Evangelina
Alciati. Zucche sul balcone (1942). Olio su carta, cm 86,5 x 85.
Collezione eredi Alciati.
Pittrice
di larga notorietà a Torino nei primi due decenni del secolo, seppe
sviluppare un suo stile personale, pur traendo spunti dalle
esperienze artistiche fatte a Parigi tra il 1903 e il 1907.
Evangelina
Alciati. Ritratto del nipote Leonardo (1943). Olio su tela cm 64 x 82.
Collezione eredi Alciati.
Nel 1991, le fu
dedicata una retrospettiva a cura della Famija Turinèisa di
Torino, accompagnata da un accurato fascicolo di F. De Caria e D.
Taverna, ricco di precisazioni biografiche e di inediti (tra cui
lettere di G. Mentessi e di F. Ferrazzi).
Nel 2014,
sull'artista torinese è stato realizzato il film
La Libertà allo Specchio.
Ritratto di Evangelina Alciati,
diretto dal regista Vanni Vallino da un'idea di Mauro Guidetti, con
Pamela Villoresi nel ruolo di Evangelina Alciati.
Giorgio Catania
P.S.: Un sentito ringraziamento
ai parenti dell'artista, in particolare alla famiglia Fracchia per
la disponibilità nell'aver fornito le immagini delle opere e i testi
biografici, al regista Vanni Vallino per gli utili aggiornamenti.
BIBLIOGRAFIA:
Fracchia Anna M., Mantovani
Pino, Galli Mauro,
Evangelina Alciati 1883-1959. Chiara profonda intelligente pittura,
Fabiano 2007;
F. De Caria-D. Taverna, Appunti su
Evangelina
Alciati,
Quaderni
della Famija Turinèisa,
Torino 1991;
Comanducci,
Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni,
vol. I, Milano 1962;
A. Tomaselli (e
altri), Evangelina Alciati,
Torino 1960;
C. P. Prosperi,
Catalogo della Personale retrospettiva di
Evangelina
G.
Alciati
alla Galleria Fogliato,
Torino
1953.
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