1910 - Milano
1960)
A soli dodici anni Tomea è a Milano che s'ingegna nei più diversi
lavori. Nel 1926 si trasferisce a Verona, dove frequenta per due anni i
corsi serali all'Accademia Cignaroli. Nella città veneta conosce,
stringendovi amicizia, Birolli e Manzù, che incontra nuovamente al suo
ritorno a Milano. Nella città lombarda entra in contatto con Sassu,
Grosso, Broggini, Cassinari e Persico. Nel 1931 il servizio militare lo
porta a Firenze, dove conosce Ottone Rosai. Tre anni dopo, assieme a
Sassu, parte alla volta di Parigi. Nella capitale francese Tomea studia
con interesse soprattutto Ensor, Van Gogh, gli impressionisti e Cézanne,
ed ha modo
di
conoscere personalmente Severini e De Pisis.
Nel 1935 torna in Italia e si stabilisce, ora definitivamente, a Milano.
Nella sua pittura i temi si moltiplicano: accanto ai paesaggi compaiono
scheletri, maschere, composizioni con candele. Nel 1939 espone alla
Permanente di Milano con il gruppo di Corrente. Richiamato alle armi, è
destinato a Udine: nell'anno della sua permanenza friulana ritrae in
alcuni disegni la vita dei militari. La Biennale gli dedica nel 1942 una
sala personale. Nella pittura di Tomea si riscontra, in coincidenza con
la guerra, un incupimento che verrà meno solo nella seconda metà degli
anni Quaranta. Nel decennio successivo i paesaggi, soprattutto
invernali, si fanno numerosi, mentre fiori secchi, lanterne, finestre
riempiono le nature morte. Sono questi gli anni in cui Tomea ottiene
anche numerosi riconoscimenti, dal Premio Auronzo del 1947 al Premio
Michetti nel 1958.
Patrizia
Fasolato
tratto da
Punti di Vista
per gentile concessione di:
©
Edizioni della Laguna