Alberto Sughi (Cesena 1928)
Definito da Enrico Crispolti “pittore del realismo esistenziale”, Sughi è pittore, agli esordi, sostanzialmente autodidatta. Arrivato a Roma nel 1948 egli si avvicina a Marcello Muccini e Renzo Vespignani, scegliendo, di fatto, un percorso di tipo figurativo in un momento in cui la scelta tra l’astrattismo e la figurazione, in Italia, è cruciale. Nonostante le diverse fasi che egli attraversa (Pitture verdi, La Cena negli anni ’70), è pittore riconoscibilissimo per una cifra “realista” tutta sua, legata ad un tema sempre presente nell’uomo, specie quello contemporaneo dal Rodin del Pensatore in giù, la solitudine. Nelle ultime opere emerge con forza un linguaggio che in Italia ha fatto fatica ad emergere: quello della pittura dell’americano Hopper. In Sughi c’è un richiamo alla tradizione italiana (anche ottocentesca e da belle epoque in un certo senso) ma rielaborata con quel modus operandi tipica dell’Hopper più ispirato (La sera del pittore 1987-88) e di una cinematografia raffinata alla Antonioni (Il balcone sul mare del 1986, suo capolavoro). Pittore ormai celebrato, si è visto analizzare dalle “penne” di Enrico Crispolti, Mario De Micheli e Vittorio Sgarbi. E’ insignito, nel 2005, del premio Vittorio De Sica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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