Nel 2011 il Comune di Trieste celebra l'opera di Serse, artista
trevigiano ma triestino di adozione, con una grande mostra dal titolo
”Geometriche Dissolvenze” al Salone degli Incanti -ex Pescheria,
stupendo esempio di architettura industriale.
Per l'occasione viene pubblicato un prestigioso catalogo con
un'intervista all'artista di Jéròm Sans, direttore dell' "Ulle Center
for Contemporary Art" di Pechino e con contributi critici di Lòrànd
Hegyi, del "Musèe d'Art Modern" di Saint-Etienne, del filosofo Riccardo
Caldura e del critico Michel Baudson.
Ora, il Comune di Rimini inaugura la nuova Galleria Comunale per l'Arte
Contemporanea, FAR, con una esposizione antologica del maestro
Serse, dal titolo “Koh-i-noor”.
Abbiamo intervistato Serse in occasione dell'allestimento della sua
mostra.
Serse: "Koh-i-noor", come il leggendario diamante indiano, ma anche il
nome di una nota marca di matite. Nel mio lavoro il protagonista
assoluto è il disegno, fatto rigorosamente a grafite su carta.
La grafite è composta dal carbonio che per le sue proprietà allotropiche
trasforma le sue caratteristiche fisiche nella forma più nobile e
preziosa: il diamante.
Dal punto di vista geologico la grafite e il diamante costituiscono una
sorta di alfa e omega, sia per quanto riguarda i valori di durezza, sia
per quanto riguarda il colore: nero opaco per la grafite, trasparenza
incolore per il diamante.
Ovvero luce e ombra. Ecco spiegato il titolo della mostra.
Fotographite 2008-2009 grafite su carta su alluminio 70 x 100 cm
Eva Dolcemascolo: Diamanti, Paesaggi adottivi, Fotografite, sono alcuni
titoli delle opere che abbiamo ammirato al Salone degli incanti di
Trieste; erano disegni che rappresentavano l'architettura di Carlo
Scarpa, ma anche l'acqua e i diamanti. Ha lavorato su altri temi in
passato?
S: Ho lavorato molto sul tema del paesaggio, indagando sul concetto del
sublime nella natura.
Il primo ciclo di disegni, titolati Aria di Parigi, citazione
duchampiana, erano grandi vedute di radure viste a volo d'uccello,
poi ho affrontato il tema dello spaventamento dell'uomo verso gli eventi
naturali, la cratofania. Ho indagato sulla vertigine e sull'orrido che
prova l'uomo di fronte al gigantesco, al ciclopico. Nascono così i
disegni che raffigurano le cime di montagna, immagini innevate con
crepacci, inaccessibili all'uomo, impraticabili, che ho chiamato
Notti Bianche, titolo ispirato da uno scritto di Alberto Savinio.
In seguito ho lavorato sul tema dei cieli, Gas, altra citazione
duchampiana.
Tutte queste opere sono inscritte in un grande ciclo che ho chiamato
Paesaggi Adottivi.
E.D: Progetti futuri! Nell'intervista rilasciata a J. Sans ha dichiarato
di voler costruire una Torre di Babele del disegno.
S: Sì, voglio costruire una Torre del disegno, una Torre di
Babele del Disegno. Nel conflitto contemporaneo per il primato tra
politica e sociologia, tra etica e scienza, filosofia e teologia, sono
le arti a rappresentare il vero compimento del sapere, il valore del
costruire.
“Il valore del costruire sta tutto e solo nel suo partecipare all'atto
del costruire”, citando Kafka.
Se la mia galleria deciderà di finanziare il progetto mi metterò subito
al lavoro.
Aria di Parigi 1993 grafite su carta su alluminio 144 x 300 cm
E.D: La sua prima opera venduta, esposta alla galleria Romberg negli
anni 90, è un trittico enorme, intitolato Aria di Parigi, sarà
esposto al FAR di Rimini. Cosa si prova a rivedere un'opera dopo tanto
tempo; e prima come finanziava la sua attività artistica?
S: La via dell'arte è difficile e tutta in salita, vendere le opere se
non si è affermati è complicatissimo se non impossibile, cosi mi sono
arrangiato con lavori occasionali per guadagnare quel poco sufficiente a
finanziare la mia arte, ho creduto nel mio talento, ho viaggiato e fatto
vedere le mie opere a critici e galleristi finché ho incontrato la
galleria Continua che ha promosso e difeso il mio lavoro.
E.D: C'e qualche giovane artista che ammira?
S: ….per quanto concerne la pittura mi piace tantissimo il lavoro di
Cecily Brown, è una giovane artista inglese che vive a N.Y. È una
pittrice di grande talento che espone nelle più grandi gallerie
internazionali. Ma anche in Italia non mancano i talenti e molti di loro
espongono nelle gallerie più qualificate in Italia e all'estero. Alcuni
di loro sono amici e li stimo molto: Sabrina Mezzaqui, Loris Cecchini,
Luca Pancrazzi, Luigi Carboni, Massimo Kaufman.
Stimo la lucida follia di Maurizio Cattelan che considero un grandissimo
artista.
Ma su tutti la mia preferenza va a Giulio Paolini che sento mio maestro.
La sua ultima mostra alla galleria Minini di Brescia era straordinaria e
commovente, per quanto mi riguarda penso che G. Paolini sia l'artista
più significativo nel panorama dell'arte italiana, e non solo.
E.D: Ha un consiglio per i giovani artisti che vogliono affermarsi?
S: Frequentare le gallerie e le fiere d'arte, mostrare il lavoro ai
galleristi, a critici e curatori, non scoraggiarsi di fronte ai primi
rifiuti, vale a dire farsi conoscere e conoscere il mondo dell'arte.
E.D: Come comportarsi di fronte a una critica?
S: E' normale che un lavoro possa non piacere a tutti, una critica, se
sei conscio delle tue potenzialità, ti aiuta a trovare nuove strategie,
ti da un nuovo punto di osservazione; cogliere questa opportunità è
segno di forza e maturità. In ogni caso bisogna continuare a lavorare,
bisogna avere costanza.
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E.D: C'è un futuro per l'Arte?
S: L'Arte in questo momento è più viva che mai. Gli artisti
esperimentano e si muovono su diversi fronti, esperimentano linguaggi di
indirizzo diverso. C'è molto fermento e questo fa bene alla salute
dell'Arte. Molti artisti hanno fatto della propria arte un mezzo di
denuncia sociale e politica, vivono i grandi temi della società, mettono
a disposizione della società la loro poetica.
E.D: Concludiamo con una citazione di Arp: Eravamo alla ricerca di
un'arte elementare, capace di salvare l'umanità dalla follia dell'epoca.
Adesso gli artisti cosa possono dire, cosa vogliono dire...se
dicono......
S: Non credo che gli artisti abbiano ambizioni così alte! Tuttavia come
dicevo sono molto impegnati sul fronte della denuncia sociale. Il
loro obbiettivo non è cambiare il mondo, questo compito aspetta alla
politica, gli artisti contribuiscono a guardare meglio gli obiettivi con
la lente della poetica.