Pierre Schrammel
Biografia 1935 nato a Parigi studia scultura e pittura all'Accademia delle Belle Arti di Vienna presso Fritz Wotruba und A.P. GŸtersloh 1966 Premio "Theodor Kšrner" per la grafica 1982 fondatore della Fotogalerie Wien 2004 membro del gruppo KG talstation 2007 Premiato al concorso internazionale di Linolschnitt "Linolschnitt heute" a Bietigheim-Bissingen (Germania), Vive e lavora a Tadten (Seewinkel) Numerose mostre personali e partecipazioni in Austria e all'estero II suo desiderio è di unire la geometria e la creatività artistica con perfezione ed armonia. Le forme schiette geometriche e l'uso dei colori puri e brillanti creano quell'anonimia stimolante che si offre all'occhio del visitatore.
Una pittura euclidea. Euclide fu, molto probabilmente, il primo "geometra" (misuratore della terra), ma non il primo "geometrico" (sottinteso artista): anche se avesse adoperato i colori per spiegare ai discepoli le sue teorie su rette, piani, angoli, tangenze, intersezioni... non sarebbe mai stato un artista, perchè i Greci avevano un concetto dell'arte tutto diverso dal nostro: l'avrebbero semplicemente considerato un uomo capace di misurare la terra e di elaborare determinate teorie, cioè uno scienziato (loro avrebbero detto "filosofo").
Molto tempo dopo Euclide, alcuni artisti scoprirono che era possibile, o almeno così credevano, utilizzando in opportune combinazioni o costruzioni le "forme" di Euclide per produrre su una superficie piana l'arte pura, non più descrittiva, e dunque "astratta" dalle forme visibili, considerate soltanto apparenti e non essenziali. Si trattava di pittori, che naturalmente dovevano adoperare i colori, e infatti iniziarono a colorare le superfici delle figure geometriche, di solito con il giallo, il blu, il rosso e il bianco, e le opere non furono più soltanto geometriche: divennero pittoriche, e lo "stile" della forma piatta si rivelò un'illusione. E' noto, infatti, che i colori riscaldano o raffreddano, avvicinano o allontanano, creando spazi: non quelli ottenuti applicando alla pittura la prospettiva suggerita dalla natura, bensì quelli non imitativi pensati dall'artista (che talvolta imita qualche altro artista!). Come dire che l'astrazione irrazionale o sentimentale di Kandinsky, cacciata dalla porta, rientrò dalla finestra razionale di Mondrian. Altri avrebbero poi creato, ricorrendo all'assonometria, alla serialità geometrica, alle intersezioni singolari ambivalenze e straordinari effetti ottici, e qui è obbligatorio richiamare Vasarely e altri addetti alla "visual art". Esistono, quindi, i geometrici? Sembra proprio di no. I russi di Malevitch si chiamarono "suprematisti"; gli olandesi di Mondrian "neoplastici"...ed è giusto che sia così, perchè non produssero trattati di geometria euclidea o anche più evoluta, ma opere pittoriche, alle quali attribuivano significati filosofici o simbolistici. A tutte queste cose, qui succintamente ricordate, pensavo di fronte alle opere di Pierre Schrammel, un artista che ricorre al geometrismo per creare composizioni di straordinaria fascinazione. Tre sono i caratteri che distinguono la sua produzione: la perfezione del disegno, l'armonia della composizione, la bellezza del cromatismo. Noi vediamo, quindi, una ricerca di perfezione, che si realizza nel nitore dell'impianto geometrico, nella bellezza dell'interazione cromatica e nel rifiuto del simbolismo. Nella straordinaria opera "Twelve hours", ad esempio, esposta nell'ambito del VI Incontro Centro Europeo, organizzato dal Centro Friulano Arti Plastiche al Multiseum di Città Fiera nel 2006, i quadranti quadrati rappresentano ore del giorno, figure perfette, concluse, rigorosamente uguali, realizzate con gli stessi colori, e dunque al riparo da ogni allusione simbolistica; le figure di diverso colore rappresentano parti delle ore. In questo caso vediamo due strutture geometriche nello stesso quadro: quella variabile delle ore, realizzata con colori trasparenti (ma si tratta di un effetto ottico), sovrapposta a quella seriale dei quadranti, realizzata con il nero coprente. L'effetto trompe Vocii non è stato ottenuto per sovrapposizione di colori (come talvolta accade nella serigrafia), bensì per accostamento di figure geometriche perfettamente "incastrate": è come se si fosse stampato in più passaggi un mosaico bi o tricolore. Il nero sottostante diventa viola, infatti, e il giallo si muta in verde per una preziosa contiguità, che crea un effetto di trasparenza. E' una tecnica applicata con successo, naturalmente, anche ad altre opere intitolate "Zeit", ovvero "tempo", fra le quali ci piace segnalare "Zeit 4", in verde, celeste, giallo e nero, per la sensazione di algidità che riesce a trasmettere. Effetti ottici davvero emozionanti Schrammel ottiene anche utilizzando la croce di Sant'Andrea, in combinazioni vibranti, giustamente intitolate "Andreaskreuz" e in quelle deliziose intitolate "Burano" e "Hauser in Burgenland". E quando si arriva alle sinuosità di "Cafè Weida" in bianco, grigio e nero, si può anche dubitare della nostra capacità visiva, perchè la vibrazione si fa ubriacante. Le figure euclidee, che costituiscono l'alfabeto di questo autentico Maestro, potrebbero porre un limite alla sua fantasia lirica e alla sua capacità espressiva, ma in realtà la stimolano e la fanno dilatare in accese colorazioni: in un pittore dedito all'Action painting o all'Espressionismo astratto (due sinonimie) le accensioni liriche esploderebbero in convulsioni gestuali; in Pierre Schrammel rimangono imbrigliate in composizioni rigorosamente disegnate, ma non per questo sono meno emozionanti. La sua ispirazione è sempre lirica, la nostra sensazione è sempre onirica.
Gianfranco Ellero
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