1970)
Già durante i primi anni di studio presso la Scuola Reale Austriaca
Pilon inizia ad interessarsi alla pittura, guardando all'impressionismo
sloveno, e in particolare all'opera di Jacopic; frequenta Spazzapan e il
musicista Kogoj. Nel 1915 è arruolato nell'esercito austriaco; caduto
prigioniero in Russia viene liberato in seguito alla Rivoluzione
d'Ottobre presso Lipeck. Nella cittadina insegna disegno nelle scuole e
partecipa al comitato artistico.
Nel 1919 si iscrive all'Accademia di Praga, dove studia sotto la guida
di Loukota e Obrovsky.
Sempre nello stesso anno partecipa all'Esposizione degli Artisti
Jugoslavi che si tiene al Petit Palais di Parigi, dove ha modo di
esporre una serie di acquerelli che aveva realizzato durante la
permanenza a Lipeck. Nel 1920 e 1921 segue i corsi di grafica tenuti dal
prof. Cilestrini all'Accademia di Firenze. La sua formazione continua a
Vienna, presso la Scuola d'Incisione e il Museo d'Arte Industriale,
frequentandovi le lezioni
di
nudo. Lascia la capitale austriaca, dove aveva conosciuto Sciltian, per
recarsi a Monaco, Berlino e Dresda. Nel 1922, ritornato ad
Aidussina, insegna alle Scuole medie e ricopre la carica di Ispettore
Onorario della Soprintendenza ai Monumenti. Riallaccia i contatti con
Spazzapan e Kogoj e, assieme a questi ultimi ed a Cargo, entra nel
gruppo dell'avanguardia goriziana. Nel 1923 espone a Lubiana, l'anno
seguente a Roma, dove viene notato da Soffici e Prampolini. Nel 1924
espone in Biennale, nel 1927 alla I Sindacale triestina. Nel 1926 si
reca a Parigi, per trasferirvisi qualche anno dopo, nel 1930. Si dedica
soprattutto alla fotografia artistica, ritraendo, tra gli altri, De
Pisis, de Chirico, Prampolini e la Fini. Dopo alcuni lavori scenografici
e documentaristici, partecipa alle mostre d'incisione jugoslava
contemporanea che si tengono a Trieste, Lubiana e Milano nel 1950 e
1951. Nel 1963 torna ad Aidussina, dove muore.
Patrizia
Fasolato
tratto da
Punti di Vista
per gentile concessione di:
©
Edizioni della Laguna