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Fabrizio Clerici (Milano 1913 – Roma 1993)

 

 

Milanese di nascita, ma tutto romano per formazione, si laurea dapprima in architettura nel 1937. Il suo tramite verso la pittura metafisica è Alberto Savinio, fratello di De Chirico, sebbene egli è per sua natura "uno stendhaliano" (Savinio) quindi naturalmente portato a immagini oniriche più legate al sublime (Friedrich più che Boecklin) che alla metafisica tout-court. Naturale la sua adesione ad un surrealismo rimeditato e, in un certo senso, di terza mano, più architetturale indubbiamente che pittorico. I suoi capolavori arrivano tardi rispetto al contesto europeo, tanto che Sonno romano è del 1955 (troppo citazionista) mentre l’affascinante e scaltramente inquietante La media confessione palermitana è dell’anno prima; composizione questa, da annoverare fra le migliori nella pittura italiana nell’ambito della figurazione non solo per l’intellettualismo stemperato da una pittura sorvegliata e al contempo ghignamente divertita, ma per un sentire che lo avvicina ad un Salvator Rosa dirompente. La fase più matura dei miraggi e delle città sepolte si fa preferire per il gusto contemporaneo, forse per un avvicinamento più a George Lucas di Guerre Stellari che ad un pittore vicino alle poetiche di Dalì. Tuttavia, ampi silenzi in un mondo post-nucleare o particolarmente remoto (le due cose coesistono dal Naufragio della Speranza di Friedrich), lo rendono unico nel panorama italiano è, ancor oggi, capace di suscitare ammirazione.

 

 

Matteo Gardonio

 

 

Bibliografia:

Fabrizio Clerici : opere 1938 - 1990 / Centro Iniziative Culturali, Pordenone 2006