Giorgio Carmelich (Trieste 1907 – Bad Nauheim 1929)
In un contesto generale di retroguardia e di dominante ottocentismo pittorico, tra il 1929 e il 1931 Trieste perde tre figure cruciali d'artisti del Novecento: Enrico Fonda, Vittorio Bolaffio e, appunto, Giorgio Carmelich. Negli anni del primo dopoguerra Carmelich gioca, giovanissimo, un ruolo decisivo per lo svecchiamento pittorico dell'ambiente giuliano, contrapponendo ai cascami del simbolismo e a interpretazioni locali di un frusto colorismo una ricerca costante della modernità sulla scorta delle proposte europee più fresche. Le tappe della formazione vedono Carmelich aderire in un primo tempo ai gruppi del futurismo giuliano e isontino di seconda generazione; in seguito, attorno alla metà del decennio, lavorare a statiche composizioni di derivazione cubista e feiningeriana (a titolo esemplificativo, si veda Bottiglie, 1925 ca.); lo ritroviamo infine calamitato da suggestioni surrealiste (dietro ad opere come Il carretto del gelato del 1928 c'è Chagall, ma anche la "meraviglia" dei lavori del Doganiere Rousseau) nel corso della stagione trascorsa a Praga, città nella quale l'artista si era trasferito nel 1928. Artista inquieto e poco incline a sottostare al magistero dell'accademia (provò con scarso successo a studiare architettura a Torino, Roma, Venezia e Praga) Carmelich resta figura cruciale nel panorama giuliano del terzo decennio del Novecento. Alla linea vincente della retorica nazionale e del ritorno al Museo in direzione della riscoperta di una tradizione autoctona, Carmelich reagisce ragionando sull'internazionalismo delle avanguardie storiche e spostando la propria attenzione su canali di aggiornamento che la critica ufficiale leggeva come poco ortodossi e sospetti di anti-italianità (dal mondo nordico-tedesco di Grosz alla tangenza, seguita tuttavia da ripensamenti, al gruppo di forte matrice esteuropea del Costruttivismo giuliano, per finire con lo studio degli esiti più moderni della ricerca figurativa d'ambiente parigino).
Bibliografia:
Manlio Malabotta, Giorgio Carmelich, Trieste 1930; Isabella Reale, La pittura a Trieste e in Friuli nel primo Novecento (1900-1945), in C. Pirovano, La pittura in Italia. Il Novecento, I (1900-1945), Milano 1992; Nicoletta Zar, Giorgio Carmelich, Trieste 2002.
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