Andrea Alfano (Castrovillari
( CS ), 1879 - Roma, 1967)
Figlio di Giovanni, sarto e di Rosa Bellizzi, di origine albanese, frequentò il
Ginnasio di Castrovillari fino alla classe quinta. Successivamente ottenne,
1902, dalla Provincia di Cosenza ( alla quale dieci anni dopo in segno di
riconoscenza darà una Testa di vecchio) il Legato Pezzo, borsa di studio che gli
permise di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Roma, che però disertò per
protesta contro i metodi tradizionali. Non completò mai gli studi,
rimanendo a Roma da autodidatta e facendosi firmare i certificati di frequenza,
necessari per continuare a godere della borsa del Legato, da Antonio Mancini,
suo amico e sodale. Nel 1906 fu nella giuria per la Mostra del Palazzo delle
Esposizioni e partecipò, assieme a Boccioni, Balla, Severini, alla 76a
Esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti, con l’opera Il paranoico;
esposizione che lo vide presente anche nel 1908, con un Autoritratto, e
nel 1911, ’15, ’18, ’20, ’23, ’27, ’28. Con Mancini divise il primo Premio
Nazionale di Pittura di Reggio Calabria, nel 1908. Nel 1911 partecipò alla
Mostra del Cinquantenario dell'Unità d'Italia, con lo pseudonimo russo di Albert
Isvolski, presentando un Ritratto. Nel 1916, successivamente
all’esposizione degli Amatori dell’anno precedente, inaugurata dal re Vittorio
Emanuele III, gli fu acquistato l’ Autoritratto per la Galleria “Pitti”
di Firenze: l’opera passerà in seguito agli Uffizi e poi alla Pinacoteca di
Ravenna (opera non più rintracciabile). Nel 1917 espose alla “Mostra del Bianco
e Nero”, a Roma, assieme a Previati e De Carolis, mostra nella quale fu notato
da Cipriano Efisio Oppo, che ne scrisse su “L’Idea Nazionale”. Fu presente alle
Mostre Calabresi d'Arte Moderna di Reggio Calabria dal 1920 (con una personale
nella sala Roscitano - Alfano) al 1926, anno in cui espose otto opere, ottenendo
la medaglia d’oro; come anche fu presente, con un Nudo, alla Biennale
Napoletana del 1921 e a quella Romana dello stesso anno, allestita per la
celebrazione del cinquantenario della liberazione, e del 1925; mentre nel 1922
(anno del suo matrimonio con la romana Virginia Bruno), alla Biennale reggina,
la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma acquistò Il Fornaciaro e la
Casa Reale uno Studio. Nel 1924 prese parte alla Prima Biennale
Meridionale di Bari. Nel 1929 fu alla Mostra Silana di San Giovanni in Fiore e
alla Mostra d’arte dell’Associazione Calabrese di Roma; mentre nel ’31 rifiutò
l’invito alla prima edizione della Quadriennale romana e partecipò invece, a
Padova, all’Esposizione d’arte sacra cristiana moderna. Prese parte a molte
mostre, esponendo anche all’estero (Londra, 1926), Parigi, New York. Assunse
posizione contraria al Fascismo, rimanendo appartato dalla vita culturale e
rifiutò di dipingere un ritratto, su posa, di Mussolini; ne eseguì invece uno
della Regina Elena di Savoia, donato all'Istituto Eastman di Roma, 1933. I
riconoscimenti più importanti gli vennero dopo il 1945, anno di una vasta e
completa sua mostra antologica alla Galleria “La Conchiglia” di Roma. L’anno
successivo fu presente alla Prima Biennale Nazionale di Palermo. In occasione
del compimento dei settant'anni, 1949, gli venne organizzata una serie di
manifestazioni ufficiali. Nel 1950 venne allestita nel salone del Municipio del
suo paese una grande mostra con ben 75 opere. Nel 1953 prese parte alla Mostra
“L’Arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia”. Nel 1954 il Presidente della
Repubblica Luigi Einaudi gli conferì le insegne di Grand’Ufficiale al merito
della Repubblica; mentre, nel 1964, un altro Presidente, Antonio Segni,
posò per un ritratto. Negli ultimi anni divenne quasi cieco. Numerose sue opere
si trovano in importanti musei: “Louvre” di Parigi, “National Gallery” di
Londra, “Museo” di Lussemburgo, “GNAM” di Roma. Affrescò, 1922, il soffitto del
salone di ricevimento del Palazzo della Prefettura di Reggio Calabria con La
ricostruzione di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908 e suoi dipinti si
trovano nella prefettura di Catanzaro. Certamente Alfano è stato uno dei pittori
calabresi più importanti della prima metà del Novecento. Sue opere
alla rassegna La Divina Bellezza, Complesso del San Giovanni, Catanzaro,
2002. Un’ importante antologica fu allestita nel Protoconvento Francescano di
Castrovillari nel 2002; nella stessa sede è sistemata una collezione permanente
delle sue opere. Scrisse anche alcuni libri di poesie (Pars parva,
1936;
Solitudini, 1948; Sillaba, 1950; Sillaba eterna, 1966) ; un
saggio di filosofia (L’infinito nell’infinito) e il volume, Le mie
scoperte sul Giudizio Universale di Michelangelo (1964 ).