Federico Barocci (Urbino 1535 - 1612)
 

 

 

Federico Barocci. Riposo nella fuga in Egitto, olio su tela. Roma, Pinacoteca Vaticana.

 

 

Il Barocci può essere considerato una personalità di spicco nell'arte della seconda metà del Cinquecento, per le sue doti di fine sensibilità e di una grande capacità di  riassumere nelle sue opere le più importanti correnti che si erano manifestate nel corso del secolo. Non chiare le circostanze della sua prima educazione, si presume che essa si svolgesse a contatto con la corte dei Della Rovere a Urbino. Tra il 1561 e il 1563 fu a Roma ove prese parte alla decorazione del Casino di Pio IV, nei giardini vaticani. Rientrato in patria, alla metà degli anni Sessanta, non si spostò mai più da Urbino, pur continuamente proteso alla ricerca di nuove soluzioni artistiche. Nelle opere successive al 1565, Madonna di San Giovanni; Crocifissione e i dolenti (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche) è possibile notare che sulla base correggesca, tipica del Barocci, venne a inserirsi  una resa più calda e familiare dell'episodio narrato. Gli anni Ottanta appaiono caratterizzati da uno spiccato interesse per la composizione di complesse immagini ricche di figure: Martirio di San Vitale (Milano, Pinacoteca di Brera) ove i personaggi appaiono come trascinati nel gorgo dell'azione drammatica. Più chiarificate, sia dal punto di vista compositivo che luministico, le opere dei decenni successivi.


A.R.