Alessandro Allori (Firenze 1535 - 1607)
Allori Alessandro, Pescatori di perle 1570-72. Firenze, Palazzo Vecchio x Integrazione:
Allori, Alessandro
(Firenze 1535-1607). Nacque il 31 maggio 1535 da Cristoforo spadaio e
Dianora Sofferoni. Alla morte del padre nel 1540, Agnolo Bronzino, suo
grande amico, si prese cura della famiglia Allori, trasferendosi nella
loro casa presso Santa Reparata. Il piccolo Alessandro crebbe perciò
legato da profondo affetto al Bronzino, nella cui bottega esordì
precocemente. A quattrodici anni riceveva infatti il primo pagamento
intestato a suo nome per le bordure degli arazzi destinati al Salone dei
Duecento (Adelson 1985). Tra il 1554 e il 1559 era a Roma dove, secondo
la testimomanza del Borghini (1584), studiò "sopra le statue antiche e
sopra le opere di Michelangelo, e d'altri valenthuomini e ne1 medesimo
tempo fece più ritratti...". Delle opere di questo periodo rimane
solamente la tavola con Cristo Giudice in Casa Buonarroti a Firenze, che
una scritta a tergo documenta fatta a Roma il 31 maggio 1559 (Lecchini
Giovannoni 1970). L'influsso michelangiolesco e della "bella maniera" di
indirizzo raffaellesco è evidente nei dipinti della Cappella Montauto
alla Santissima Annunziata del 1560, mentre la Deposizione dello stesso
anno ne1 Museo di Santa Croce contamina la incorrotta politezza delle
forme del Bronzino con le inquietudini "neo-ellenistiche" circolanti a
quella data nell'ambiente artistico fiorentino, soprattutto nelle opere
del tardo Bandinelli (Lecchini Giovannoni 1970). Accademico del Disegno
ne11563, collabora ne1 1564 all'Apparato per le Esequie di Michelangelo
e ne11565 a quello per le nozze di Francesco I con Giovanna d'Austria.
Circa nello stesso anno scrive il dialogo "Delle regole del disegno"
inerente la raffigurazione del corpo umano, pubblicato parzialmente
dalla Barocchi (1973). Nei dipinti eseguiti per lo Studiolo di Francesco
I (1570-71), Pesca delle perle e Convito di Cleopatra, l'Allori
introduce, ravvivando la tradizionale base disegnativa
accademicobronzinesca, minuziose descrizioni di perle e conchiglie e un
veneteggiante notturno, probabilmente debitore nelle torce illuminanti
le architetture sullo sfondo al Martirio di San Lorenzo di Tiziano nella
chiesa dei Gesuiti a Venezia. In seguito alla morte del Bronzino (1572)
e del Vasari (1574), eredita la bottega del maestro e il ruolo di
artista ufficiale di corte detenuto da Giorgio, succedendo (1576) anche
allo Stradano nella direzione dell'arazzeria medicea. Egli diviene così
la figura egemone della scena artistica fiorentina; il suo linguaggio
chiaro ed allo stesso tempo di sublime preziosità risponde infatti
pienamente alle complementari esigenze di immediata comprensibilità e di
misticismo dell'arte sacra dell'ultimo quarto del secolo. Nelle
numerosissime pale d'altare dell'ottavo decennio, come ad esempio la
Madonna col Bambino, San Giovannino, sei Sante e due Allegorie (1575)
all'Accademia e l'Adultera (1577) di Santo Spirito, egli combina un
colore squillante accarezzato naturalmente dalla luce di ascendenza
veneta con un impianto compositivo semplificato, di classicheggiante
monumentalità, ripreso da Andrea del Sarto. Contemporaneamente altre
opere, come Cristo in casa di Marta e Maria nella cappella di Palazzo
Salviati (1578-80) e 1'Annunciazione (1579) per le monache di
Montedomini oggi all'Accademia dimostrano che il linguaggio maturo
dell'Allori, pur mantenendo la aristocratica tipologia delle figure
bronzinesche, si avvicina notevolmente alla realtà sensibile,
applicandosi a "riscoprirne freddamente i più sottili valori" (Becherucci
1940). Insieme alla bottega è anche attivamente impegnato in cicli
decorativi di soggetto profano, riecheggianti la grande "manierá' del
Salviati e di Perin del Vaga: Storie di Ulisse, Batracomiomachia e
grottesche ne1 cortile e stanze adiacenti di Palazzo Salviati (157576)
(Gregori 1982); affreschi della sala di Leone X a Poggio a Caiano
(1579-82) (Spalding 1987); grottesche del primo corridoio degli Uffizi
(1581). Ne1 1577 collabora all'adornamento del Battistero in occasione
del battesimo del principino Filippo e ne1 1589 prende parte
all'Apparato per le nozze di Ferdinando I. Le opere eseguite tra 111579
e il 1584 sono accuratamente registrate dall'Allori ne1 "Libro dei
ricordi", pubblicato dal Supino ne1 1908. Ne1 1581 era di nuovo a Roma
impegnato a dipingere ritratti, importantissimo aspetto della sua
produzione, per il Cardinal Ferdinando de' Medici; nella città
pontificia Alessandro trasse nuovi stimoli, probabilmente suggestionato
dalla sensibilità cromatica del Muziano, in direzione di una maggiore
fusione pittorica della luce e del colore, riscontrabile ad esempio
nell'Ultima Cena (1584) e nella Caduta della Manna (1597) nel refettorio
del convento di Santa Maria Novella, ne1 Cristo e la Cananea (1587) in
San Giovannino degli Scolopi, e nei Miracoli di San Fiacre (1596) in
Santo Spirito. Nella sua attività tarda, accanto alle consuete tavole
d'altare gremite di figure e di ricche suppellettili, come le due
redazioni della Natività della Vergine di Cortona (1595) e della
Santissima Annunziata (1602) le Nozze di Cana di Sant'Agata (1600), si
registrano innovativi quadri sacri da stanza, quali il Sacrificio d
Isacco (1601) degli Uffizi e il San Francesco in preghiera (1606) del
Museo di Arezzo, dove figure di dimensioni ridotte sono immerse in ampi
e rigogliosi paesaggi, preziosamente descritti con analitico gusto
nordico probabilmente mutuato dagli esempi di Paolo Brill già presenti a
corte. Alessandro Allori morì a Firenze il 21 settembre
1607Bibliografia: G. Vasari, Le Vite de' più eccellenti pittori,
scultori e architettori (1568), ed. a cura di G. Milanesi, Firenze 1906,
VII, pp. 606-608; R. Borghini, Il Riposo (1584), rist. anast., Milano
1967, pp. 623-628; F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno...
(1681-1728), ed. a cura di F. Ranalli, Firenze 1845-1847, 5 voll., nella
rist. anast. a cura di P. Barocchi, Firenze 19741975, III, pp. 520 sgg.;
L.B. Supino, I ricordi di Alessandro Allori, Firenze 1908; C. Gamba, A
proposito di Alessandro Allori e di un suo ritratto, in "Rivista del
Reale Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte", I, 1929, 2, pp.
265-274; L. Becherucci, in Mostra del Cinquecento toscano, catalogo,
Firenze 1940, pp. 45 sgg., 57, 59 sgg., 144; A. Maeeoni, L Assunta del
Bronzino nell'Oratorio di San Michele, in "Prato", 12, 1965, pp. 87-90;
M. Winner, Cosimo il Vecchio als Cicero, in "Zeitschrift für
Kunstgeschichte",1970, pp. 261-297; S. Lecchini Giovannoni, Mostra di
disegni di Alessandro Allori, Firenze 1970; P. Barocchi, Scritti d árte
del Cinquecento, II, MilanoNapoli 1973, pp.1941-1980; M.B. Hall,
Renovation and Counter Reformation, Oxford In collaborazione con il Bronzino (1549-53) lavorò ai fregi degli arazzi del Salone dei Duecento a Palazzo Vecchio. Dal 1554 al 1559 soggiornò a Roma, dove approfondì la conoscenza dell'arte antica e dell'opera di Michelangelo. La cultura romana, assimilata in quel quinquennio, influenzeranno profondamente lo stile dall'Allori nella sua futura carriera artistica. Nel 1560 affrescò la cappella Montaguti nella chiesa dell'Annunziata (Firenze). Nel 1563, divenne membro dell'Accademia del Disegno; nel 1564 partecipò alla preparazione di apparati per i funerali di Michelangelo Buonarroti; nel 1565 alle decorazioni per le nozze di Francesco I de Medici; nel 1570-71, fu la volta dello Studiolo di Francesco de Medici a Palazzo Vecchio. Dal 1579 divenne pittore di corte, assumendo l'incarico della decorazione di palazzo Salviati e del salone della Villa medicea a Poggio a Caiano. Attorno al 1581, affrescò alcune sale agli Uffizi.
Sue opere: Madonna con
Bambino, San Giovannino sei sante e due allegorie, (1575, Firenze,
Accademia); Annunciazione
(1579, Firenze, Accademia); Storia di Ulisse (1575-1576, Firenze, Palazzo
Salviati); Ultima Cena (1584); Caduta della manna
(1579, Firenze, Santa Maria Novella); Natività della Vergine
(1595, Cortona, Santa Maria Nuova); Nozze di Cana (1600, Firenze,
Sant'Agata).
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