(Modena
1509 o 1512 - Fontainebleau o Parigi 1571)
Niccolò dell'Abate. Caccia al
cinghiale, olio su tela, cm.151 x 183. Roma, Galleria Spada.
Dopo aver appreso dal padre Giovanni i primi rudimenti di pittura, diviene allievo
dello scultore Antonio Begarelli e secondo alcune fonti, fu anche discepolo
del Correggio. Viene citato a Bologna, Modena, Reggio nell'Emilia,
Scandiano, Busseto, Trento e Pesaro, in Francia a Fontainebleau, Parigi, Chantilly.
In collaborazione col Fontana, avrebbe
partecipato, alla decorazione delle Beccherie
di Modena. Suoi interventi di decorazione si ritrovano in facciate di chiese modenesi e nella Rocca di Scandiano, nella
quale eseguì quelle pitture a fresco conservate in numerosi frammenti,
che si trovano nell'Estense di Modena. Nel 1546 compiva il fregio nella sala della Comunità modenese.
Nel 1549 Niccolò dell'Abate si trasferiva a Bologna, dove eseguì dapprima gli affreschi in
palazzo Mignani e l'Adorazione dei pastori sul portico del palazzo dei
Leoni, oggi quasi totalmente perduti. Di quel tempo è la decorazione nel palazzo Torfanini, ora Zucchini Solimei
e delle scene di palazzo Barbazzi (attribuitegli da Federico Zeri).
Niccolò dell'Abate. Gelosia di Saul,
Affresco. Bologna, Palazzo Barbazzi.
Successivamente
realizzerà la
decorazione di stanze nella biblioteca
dell'Università (già palazzo Poggi), con scene della vita di Ercole.
Niccolò dell'Abate. Ercole uccide i figli di
Borea, Zete e Calais, affresco. Bologna, biblioteca dell'Università.
Dal 1552 la presenza di Niccolò è già documentata in Francia ove
l'artista si era posto in contatto con la corte, eseguendo ritratti dal
vero di Enrico II e Caterina de Medici.
A.R.
Bibliografia:
Thieme-Becker, Allgemeines
Lexikon der bildenden Künstler,
Leipzig 1992
Dizionario
Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al
XX secolo, Torino 1972
U. Galletti - E.
Camesasca, Enciclopedia della Pittura Italiana. Einaudi 1950