Salviati & C         

                                                             

                             

                           

Nel 1866 l'avvocato vicentino Antonio Salviati costituisce, con alcuni finanziatori inglesi, la Vetreria Salviati & C., che prende la denominazione The Venice and Murano Glass and Mosaic Company e divide la propria attività in due filoni ben distinti: da una parte i vetri soffiati e dall'altra i mosaici. In entrambi i settori ottiene notevoli affermazioni, anche se, specialmente nei vetri, rimane molto legata agli schemi classici, talvolta rielaborati e forse appesantiti da virtuosismi tecnici, che rappresentano, però, quanto di meglio si possa trovare a Murano a cavallo del secolo. Nel 1898 viene completamente assorbita dalla famiglia Camerino, proprietaria sino alla fine del 1980.
Nel primo dopoguerra, all'inizio degli anni '20, riapre e vengono proposti i primi esempi di produzione "moderna", illustrati più volte su Domus nel 1930. Due anni dopo inizia a collaborare, in qualità di designer, il pittore Dino Martens, al quale si devono alcune tra le più felici produzioni. Pur rimanendo strettamente collegato alla tecnica più tradizionale muranese, disegna oggetti assolutamente nuovi e folli, chiara anticipazione di ciò che realizzerà negli anni '50. Questa serie di vasi in vetro paglierino, esposti alla Biennale del 1932, sono prodotti su licenza della Salviati in fornaci esterne. Altri pezzi d'avanguardia sono quelli disegnati dal pittore Mario Deluigi che, sotto lo pseudonimo di Guido Bin, compare sul catalogo della Biennale del 1936 con i "vetri musivi", vasi eseguiti con una tecnica di mosaico fuso, dalle forme semplici, quasi rozze, con decori figurativi dai colori vivaci. La produzione è però limitata dall'estrema difficoltà di lavorazione e dalla loro fragilità.
Nel secondo dopoguerra la Salviati & C. partecipa a tutte le Biennali con i suoi mosaici. Nel 1958, grazie alla collaborazione di Luciano Gaspari e di Romano Chirivi espone, nel padiglione delle Arti Decorative, vetri di grosso spessore, dalle forme allungate, con inclusioni di colore o di filamenti bianchi. In quell'anno questi pezzi vincono un premio all'Esposizione Universale Internazionale di Bruxelles. Nel 1959 la vetreria apre una sua fornace in Fondamenta Radi.. Nel 1962 vince il Compasso d'Oro per il Disegno Industriale con una serie di vasi monocromi su disegno di Sergio Asti. Negli anni '70 vi collaborano alcuni artisti stranieri, quali Claire Falkenstein, Ward Bennet, Teff Sarazin. Opere della Salviati & C. sono esposte al Musée du Verre di Liegi, al Kestner Museum di Hannover, al Museum of Modern Art di New York, al Corning Museum of Glass di New York, al Museum Harretz di Tel Aviv. La famiglia Camerino cede la vetreria alla fine degli anni '80 a un gruppo finanziario italiano.

 

 

Franco Deboni

 

 


Bibliografia:
 

Lorenzetti C., Vetri di Murano, Bergamo 1940
Mariacher G., L'Arte del Vetro, Verona 1958
Gasparetto A., Il Vetro di Murano dalle origini ad oggi, Venezia 1962
Polak A., Modern Glass, Londra 1979
Tagliapietra S., La Magnifica Comunità di Murano, 1900-1925, Verona 1980
Barovier Mentasti R., Il Vetro Veneziano, Milano 1987
Neuwirth W., Italian Glass, Vienna 1989
Deboni F., I Vetri Venini, Torino 1992
Barovier Mentasti R., Vetro Veneziano 1890-1990, Venezia 1993
Heiremans M., Art Glass from Murano, Stoccarda