I.V.A.M.

          

                                                               

                             

                            Galleria delle Opere

 

 

Fondata da Libero Vitali all'inizio degli anni '20 con sede in Fondamenta Navagero, la vetreria ebbe una vita breve ma intensa, da un punto di vista sia tecnico che artistico, per l'influenza esercitata dalle sue produzioni nel panorama muranese futuro. Alla metà degli anni '20, la fornace collaborò con l'artista Umberto Bellotto, eseguendo le parti vitree dei suoi connubi tra ferro e vetro che vennero esposti nel 1925 alla II Mostra Internazionale di Arti Decorative di Monza.
Dopo un periodo iniziale in cui prevalsero modelli di vasi in stile abbastanza classico, nel 1928, l'I.V.A.M. trovò una sua collocazione specifica con i primi esemplari di plastica vetraria moderna, grazie alla collaborazione, in qualità di designer, di Giovita Vitali e Flavio Poli. Quest'ultimo, arrivò alla I.V.A.M. dopo aver fatto le prime esperienze come designer nel campo della ceramica e si mise in luce proponendo soluzioni tecniche rivoluzionarie, come la lavorazione a massello, che condizionò buona parte delle future produzioni delle vetrerie muranesi.
L'innovazione tecnica rappresentò quasi uno shock per la critica tradizionalista, ma non tardarono i commenti entusiastici. Scrisse su Dedalo nel 1930, Michele Biancale, a proposito della I.V.A.M.: "È questo il luogo che bandisce il nuovo verbo dei vetri soffiati, ponendoli sul filo assai sottile dell'arte nuovissima, abolendoli di colpo come materia, rinnovandone, di conseguenza, il carattere espressivo". Per le loro creazioni, Poli e Vitali trassero spunto dal mondo animale ma non disdegnarono riferimenti all'attualità, proponendo "giocatori di calcio", "suonatori di jazz", "ballerine nere" e "maschere". Particolarmente lodata l'opera dell'esecutore materiale delle figurine, il maestro Otello Nason, che per la prima volta si trovò a dover risolvere problemi tecnici di esecuzione mai presentatisi prima. Relativamente alla tecnica vetraria, scrive Biancale: "L'applicazione di nuove forme ci sembra persino più rispondente alle necessità essenziali della materia, e se l'impiego del vetro a massello, in funzione chiaramente volumetrica, può sembrare una intrusione nella levità aerea del vetro soffiato, in realtà non lo è, perché la compattezza e la trasparenza non sono superate dal peso". E ancora: "Queste figurine vitree sono condotte dal puro massello: canna, pinze e forbici sono i soli aiuti al maestro vetraio per comporre le sue cifre di plastica pura, talora, anche in senso strettamente formale e tradizionalmente scultorio, veramente perfetta".
La vetreria presentò queste creazioni in varie esposizioni, e nel 1930, alla Triennale di Monza. Purtroppo al consenso della critica non corrispose un successo commerciale e, a causa della crisi economica insorta alla fine degli anni '20, la I.V.A.M., per altro già messa una volta in liquidazione nel 1929, fu costretta a chiudere definitivamente nel 1931. I locali in Fondamenta Navagero vennero occupati dalla Zecchin-Martinuzzi Vetri Artistici e Mosaici. Libero Vitali, dopo aver ricoperto la carica di Sindaco di Murano, si trasferì a Milano, dove morì nel 1937.

 

 

Franco Deboni

 

 


Bibliografia:
 

Lorenzetti C., Vetri di Murano, Bergamo 1940
Mariacher G., L'Arte del Vetro, Verona 1958
Gasparetto A., Il Vetro di Murano dalle origini ad oggi, Venezia 1962
Polak A., Modern Glass, Londra 1979
Tagliapietra S., La Magnifica Comunità di Murano, 1900-1925, Verona 1980
Barovier Mentasti R., Il Vetro Veneziano, Milano 1987
Neuwirth W., Italian Glass, Vienna 1989
Deboni F., I Vetri Venini, Torino 1992
Barovier Mentasti R., Vetro Veneziano 1890-1990, Venezia 1993
Heiremans M., Art Glass from Murano, Stoccarda