Galleria delle Opere
E' una delle fornaci più vecchie dell'isola, già attiva nel 1854. Inizialmente si
distinse per la produzione di soffiati classici e, nei primi del '900, per i
vasi eseguiti con la tecnica delle murrine. Episodio rilevante, tra il 1910 e il
1914, fu la collaborazione con l'artista norvegese Hans Stoltenberg Lerche che
fece eseguire una serie di oggetti, ispirati al mondo marino, esposti alle
Biennali del 1912 e 1914, rappresentando un "unicum" nel panorama muranese. La
critica diede un grande risalto ai pezzi di questo straordinario artista, dopo
la sua morte avvenuta nel 1920 a Roma. Nel 1923, alla Prima Mostra
Internazionale di Arti Decorative di Monza, gli dedicarono una grande
retrospettiva, all'interno del padiglione norvegese. Di lui così scrisse Roberto Papini:
"...il vetro muranese si fa più pesante nell'arte di Hans Stoltenberg Lercbe, perchè si
arricchisce di motivi colorati fusi entro la pasta vetrosa. Questo artista
singolare giunse all'arte del vetro dalla ceramica, e vi introdusse la fluidità
degli smalti con cui era solito coprire le terracotte, lasciandoli colare,
spandersi, mescolarsi, facendo sè che il fuoco aggiungesse le sorprese del
fortuito ai motivi di mostri, di animali strani, di striature e venature
bizzarre. Ne nacquero quei vetri inimitabili che sono la manifestazione di un
temperamento d'artista misto di opulenza orientale e d'incubo nordico: vetri
rari e preziosi ".
Continuando a collaborare con gli artisti, la vetreria eseguì numerosi pezzi per
Umberto Bellotto, in particolare quelli esposti nella personale alla Biennale
del 1914.
Sempre a Monza, nel 1923, oltre a una serie di soffiati abbastanza tradizionali,
non privi di qualche audacia esecutiva, vennero presentati vasi e coppe di
grandi dimensioni, disegnati dal pittore Guido Cadorin, che ricordavano motivi
vagamente orientaleggianti, usati dall'artista anche nell'esecuzione di mobili
laccati. La produzione si andò via via modernizzando, come dimostrano i vasi a
fasce d'argento alla Biennale del 1934, e i grandi vasi a canne di zanfirico e
reticello, presentati l'anno prima alla Triennale di Milano.
Nel secondo dopoguerra la fornace partecipò a tutte le più importanti
manifestazioni in Italia e all'estero. Accanto ad una ripresa dell'uso delle
murrine, che avevano in passato costituito una delle sue specialità comparvero
prodotti eseguiti in vetro trasparente, a colorazioni tenui, o completamente
incolori, su disegno di Giusto e Renato Toso, eseguiti dai maestri Alberto
Moretti, Licio Zaffi e Vittorio Ferro.
Da ricordare, tra le ultime realizzazioni, la grande fontana "Gala", su
progetto di Amerigo Marchesin e Giusto Toso, esposta alla Biennale del 1968,
divenuta ormai un classico del design a cavallo tra gli anni '60 e '70. La F.lli
Toso ha cessato l'attività produttiva nel 1982.
Franco Deboni
Bibliografia:
Lorenzetti C., Vetri di
Murano, Bergamo 1940
Mariacher G., L'Arte del Vetro, Verona 1958
Gasparetto A., Il Vetro di Murano dalle origini ad oggi, Venezia 1962
Polak A., Modern Glass, Londra 1979
Tagliapietra S., La Magnifica Comunità di Murano, 1900-1925, Verona 1980
Barovier Mentasti R., Il Vetro Veneziano, Milano 1987
Neuwirth W., Italian Glass, Vienna 1989
Deboni F., I Vetri Venini, Torino 1992
Barovier Mentasti R., Vetro Veneziano 1890-1990, Venezia 1993
Heiremans M., Art Glass from Murano, Stoccarda