Introduzione
Studiare la personalità artistica di Rietti, cogliendo però l'occasione
di approfondire la sua esperienza di uomo sensibile alla realtà
contemporanea, ha consentito, per lo spicchio di storia della cultura e
delle idee che si è affrontato nel convegno "Arturo Rietti e il suo
tempo", di aprire nuovi spunti di lettura non solo delle sue personali
vicende ma anche di quelle che caratterizzarono l'epoca in cui egli
visse, nei contesti che gli furono propri. Originato, come naturale, dal
proposito di affrontarne l'attività pittorica nei molteplici ambiti
frequentati, celebrando i 150 anni dalla sua nascita, l'incontro
tenutosi il 17-18 ottobre 2013 a palazzo Economo in Trieste, sede al
momento della Soprintendenza per i beni storici artistici ed
etnoantropologici ed ora del Polo museale del Friuli Venezia Giulia che
ne eredita l'attività di studio e valorizzazione, ha sorpreso gli stessi
curatori e partecipanti per l'ampiezza di prospettiva storica nella
quale ha consentito di spaziare, certo da una visuale particolare ma
inaspettatamente ricca di aperture, attraverso l'attualità vissuta
dall'uomo Rietti.
Se s'indugia su una tale qualità del
convegno, è perchè esso ha saputo superare la barriera degli specialismi,
inducendo, come è apparso anche dai dibattiti alla fine di ciascuna
sezione, a riflettere sul vissuto, sulla percezione e sulle conseguenze
di quel complesso passato. Proprio questo è il fine ultimo cui il
patrimonio culturale è votato, anche attraverso lo studio delle
personalità che hanno contribuito a costruirlo, per dare a ciascuno
nuovi strumenti di critica e di analisi non solo del fatto artistico in
sè ma anche e soprattutto della realtà in cui questo nasce e che ne
condiziona lo sviluppo. Capacità critica, allora, che fa di tutti noi
donne e uomini che con la realtà si vogliano confrontare persone
consapevoli del contesto quotidiano ad ogni livello e perciò cittadini
maturi e responsabili. Senza dire che questo studio e questa conoscenza
consentono di trarre spesso dall'oblio beni ed opere degne di essere
salvate e valorizzate, come anche in questa occasione è accaduto.
Le frequentazioni dell'artista, in un
mondo cosmopolita e vivace tra XIX e XX secolo; la raffinata sapienza
dei ritratti, genere per il quale è maggiormente riconosciuto e certo
pour cause, di inesauribile varietà e vivacità pur nella ricorrenza
del tema; le sorprese consentite dallo spoglio dei materiali d'archivio
conservati da Anna Caterina Alimenti Rietti e Yardenith Rietti, anime
del convegno e non solo per questa già generosa e inusuale disponibilità
nei confronti degli studiosi; la vita della moda, o del teatro, o ancora
della letteratura e della musica di cui fu partecipe; il mondo delle
esposizioni, del collezionismo, e insomma il "bel mondo" ch'egli
conobbe; tutti questi sono stati aspetti che hanno conferito finanche
brillantezza, vitalità, curiosità e piacere all'incontro: un po', forse,
come sarebbe stato se Arturo Rietti, con il suo brio e la sua vita
animata ed intensa, fosse stato presente.
Luca Caburlotto
Direttore del Polo museale del Friuli Venezia Giulia