Helen König Scavini  (Torino 1886 -1974)

 

            

                                                   

                                      

                                     Galleria delle Opere

 

Da madre austriaca e padre tedesco, trascorre la giovinezza prima a Losanna per trasferirsi nel 1902 a Francoforte. Dopo un soggiorno presso la sorella a Torino nel 1905,  la quale vive con il poeta Ignazio Vacchetti, nel 1906 è a Düsseldorf dove frequenta la Scuola d'Arte Applicata, diplomandosi in fotografia nel 1907. Durante questo periodo di studi entra in contatto con Cläre Burchart, creatrice di modelli in ceramica per le manifatture tedesche. Rientrata a Torino, nel 1915 sposa Enrico Scavini, assieme al quale, nel 1919, fonda la «Ars Lenci» che produce giocattoli in legno decorato, confezioni, articoli di vestiario, decorazioni per abbigliamento, cuscini, cappelli, scialli, scarpe, pantofole, cinture, articoli di moda, tende, chincaglierie, mobili per bambini, pupazzi e bambole costruite con feltri policromi. Saranno proprio queste bambole a decretare la fortuna artistica di Elena Scavini, chiamata anche "Signora Lenci" e della sua manifattura.  Dal 1928, la casa torinese inizia la produzione di ceramiche artistiche, avvalendosi della collaborazione di Cläre Burchart e di molti artisti e decoratori, tra i quali: Lino Berzoini, Giovanni Riva, Giovanni Ronzan, Teonesto Deabate, Giovanni Pietro Spertini, Cläre Burchart, Marcello Dudovich, Sandro Vacchetti, Gigi Chessa, Mario Pompei, Nillo Beltrami, Mario Sturani, Giulio Da Milano, Giovanni Grande, Ines Grande, Claudia Formica, Luigi Borione, Camillo Ghigo, Fanni Giuntoli, Michele Polito, Massimo Quaglino, Giuseppe Porcheddu, Lino Berzoini, Gino Levi-montalcini, Abele Jacopi, Otto Maraini, Anili Scavini, Fanni Giuntoli, Giovanni Riva, Clelia Bertetti.

Helen Scavini partecipa attivamente alla realizzazione di diversi modelli in ceramica: Marianna, Sposina, La Zizi, Nella o Nasin, Colpo di vento, Al Caffè, Nudo con uccellino, La studentessa, Giochi nell'acqua, Le rondinelle, Sirenetta e cattivo pesce, La modista o Il cappellino, Me ne infischio - La studentessa, Mamma sirena, Passeggiata, Piccola italiana, Nudo e libri, Ragazza di Harrar, A teatro, Madonna del soldato, Comare sarda, tutti molto accurati nella lavorazione ed estremamente accattivanti per soggetto. Alcune delle sue ceramiche recano la scritta ICNEL, utilizzata come firma.

Nel 1929 la rivista "Casa Bella" pubblica le foto delle ceramiche: La mucca, Susanna, La merenda (Giovanni Grande),  Amor paterno (Sandro Vacchetti), Marianna (Elena Scavini) corredate da un lungo redazionale:

 

...l'appartamento moderno, liberato da ogni banalità di ornamenti, reso chiaro e semplice da una luminosa parsimonia di complementi, richiede dalle ceramiche che lo debbono completare un gusto stilistico altrettanto semplice e chiaro, che si accordi colle lince schematizzate dell'ambiente e colla sua intonazione generale. Ciò ha bene compreso la Casa Lenci di Torino, la quale, decisa ad aggiungere alla varietà già doviziosamente ricca della sua produzione, anche le creazioni ceramiche, ha chiamato a collaborare nella nobilissima impresa un gruppo di artisti già vittoriosamente affermati nel campo modernissimo dell'arredamento o dell'arte cosidetta «pura». Ne è sbocciato in magnifica fioritura, un numeroso stuolo di belle ceramiche al cui fascino concorre la genialità degli artisti chiamati a modellare ed a colorire i modelli- Sono pochi mesi che la Ceramica Lenci è apparsa al pubblico e già si annunzia per la molteplicità dei soggetti, capace di andare incontro a tutti i gusti più disparati...

 

Per tutto il 1929,  la ditta «Lenci» si pubblicizza sulle pagine di «Domus», poi l'acquisto da parte del National Museum di New York, di un certo numero di ceramiche, consacra la «Ars Lenci».

Le ceramiche riscuotono immediatamente un grande successo di pubblico e di critica, sia in Europa che nelle Americhe, anche grazie al gusto schiettamente moderno, ed alla scanzonata personalità dei modelli.

Apprezzamenti di critica e attenzione della maggior parte delle riviste specializzate, non salvano comunque la "Lenci" dalla crisi dovuta dagli effetti della recessione internazionale, e da costi di produzione eccessivi, dovuti allo spirito di perfezione sempre richiesti da Elena Scavini, nell'esecuzione dei modelli. Nel 1933, il commercialista Pilade Garella insieme al fratello Flavio, entra nella società degli Scavini, per rilevare completamente l'azienda nel 1937.

Nel 1938, muore il marito Enrico e nel 1941 Helen Konig Scavini cessa definitivamente la sua attività, per dedicarsi, nel dopoguerra, alla scultura, all'antiquariato e all'arredamento. 

 

 

Giorgio Catania

 


 

Bibliografia:

 

Alfonso Panzetta - Le Ceramiche Lenci, Catalogo dell’archivio storico della manifattura 1928-1964. Allemandi -Torino 1992


Felice Tosalli (1883-1958). Legni e Ceramiche, a cura di A. Panzetta, in XVI Mostra Nazionale di Antiquariato, catalogo della mostra di Saluzzo, Torino 1992

 

Luciano Proverbio - Lenci, le ceramiche 1919 - 1937, Tipostampa - Torino 1989

 

Le Ceramiche Lenci, gli Artisti, i Secessionisti, Centro Internazionale Brera,  Sugarco 1982