Abate (Nicolò), figlio del
precedente (Giovanni), nacque a Modena nel 1512. Studiato presso il
padre il disegno, coltivò da se stesso la pittura, e secondo alcuni si
fe scolare di Correggio, mentre questi dipingeva in s. Paolo di Parma, e
riesci uno de' più felici imitatori dell'Allegri, talvolta anche di
Raffaello, e mai del Primaticcio, come fu detto, se non in quanto che
condotto da esso alla corte di Francia eseguì a Fontainebleau molti di
lui disegni con valentia non comune. In Francia non dipinse a olio,
bensì a Bologna, ove s'ammirano di lui molti quadri; specialmente gli
affreschi nelle sale dell'Istituto, cui dipinse col Tipaldi verso il
1560, e rappresentano varie venture dell'Odisea
incise e publicate a Venezia nel 1756
da Antonio Buratti. Visse Nicolò nelle Gallie onorato e felice per prole
valorosa nell'arte, Giulio, Camillo e Pierpaolo. Il primo visse sempre
in Francia; e sebbene da lui ammaestrato, nol raggiunse che a grande
distanza. Pierpaolo sostenne degnamente il nome del padre; morto il
quale, venne in Italia e dipinse battaglie, nel qual genere è solo
secondo agli eccellentissimi. Morì sul finire del secolo decimosesto, ed
ebbe un figlio, Ercole, che visse sempre a Modena, e che senza le
dovizie accumulate dal padre e dall'avo, per cui non avrebbesi
abbandonato alla dissipatezza, sarebbe stato maggiore dello stesso
Nicolò. Andò sempre di male in peggio, e malamente mori nel 1613: fu in
gioventù militare, ed ebbe qualche comando, sebbene presto lasciasse la
spada per maneggiare il pennello. Non era ignaro d'architettura; disegnò
il castello di Meudon pel cardinal di Lorena, e il sepolcro di Francesco
I..
(F. De Boni,
Biografia degli artisti. Venezia 1840)
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Abati
(Nicolò),
figlio di Giovanni, nato in Modena nel 1512. Costui, poi ch'ebbe appreso
il disegno sotto i paterni insegnamenti, si fece a studiare la pittura
in patria, indi, vogliono alcuni, che passasse sotto il Correggio quando
stava dipingendo in S. Paolo di Parma. Certo è che fu uno de' suoi più
felici imitatori. Il Primaticcio, che cercava artisti per condurli alla
corte di Francesco I re di Francia, lo condusse alla di lui corte, e fu
uno de' principali esecutori de' suoi disegni nel palazzo di
Fontainebleau. Poche opere ad olio fece in Francia; ma diverse
conservansi tuttavia in Bologna ed in Modena, dalle quali si scorge che
non fu meno felice imitatore del Correggio che di Raffaello. Visse in
Francia in felice stato, lasciando eredi delle sue richezze e virtù i
figli..
(Stefano Ticozzi, Dizionario degli
Architetti, Scultori, Pittori d'ogni età e d'ogni nazione, Vol. I -
Milano, 1830-1833)