Abak (Giovanni van), taluno
dalla patria paterna lo chiama Acken od Achen od Ach; nacque nel 1556 di
agiata famiglia a Colonia. Fanciullo ancora, mostrava ingegno pittorico;
e ritraeva con rassomiglianza di undici anni. I parenti non lo
avversarono, onde in patria apprese l'intaglio e il disegno nella scuola
di Ierrigh bravo ritrattista, del resto mediocre. Se non che alcune tele
di Iacopo da Ponte e di Tiziano lo invogliarono d'insegnamento migliore;
senza altro recossi a Venezia, raccomandato a Gaspare Reims, il quale,
essendogli antipatica la scuola tedesca, gli fe frequentare le scuole
dei Moretto, allievo di Tiziano, morto già da due anni, pittore che
trafficava e abusava dei lavori degli artisti poveri. Van Abak non
sapendo accomodarsi alla secca accoglienza di Gaspare, dipinse sè stesso
in atto di ridere. ridere, e gli mandò il ritratto. Del quale Reims fu
sì pago, che gli chiese perdono, lo volle in sua casa, e custodì il dono
come cosa carissima. Van Abak di Venezia passò a Roma, ove effigiò una
Natività, poi se stesso ridente con a lato una bella suonatrice
di liuto, ed è questa la migliore sua opera. Venuto a Firenze ritrasse
la moglie dell'Ammanto, Laura Battiferri, poetessa, e fece molti quadri.
Tornò a Venezia donde si recò a Monaco, ove dipinse all'elettore di
Baviera l'Invenzione della vera croce. La quale sì piacque al
principe, che volle essere da lui ritratto insieme con tutta la sua
famiglia. L'imperatore Rodolfo II, avendo di lui veduto un ritratto di
Giovanni da Bologna, chiamollo a sè: non ubbidì all'invito, che dopo
aver esitato quattro anni. Da Praga ov'era Rodolfo, e ove dipinse nel
palazzo imperiale, ritornò poco dopo a Monaco; finalmente premiato di
ricchezze e di lodi, andò a Praga una seconda volta, ed ivi morì nel
1621.
(F. De Boni,
Biografia degli artisti. Venezia 1840)
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Abak
(Giovanni), dalla patria paterna chiamato da taluni Acken, nacque in
Colonia nel 1556. Aveva appreso in patria il diseguo e l'intaglio sotto
mediocri maestri, e già comiuciava a fare qualche lavoro, quando
cadutigli sotto gli occhi alcuni quadri di Jacopo da Ponte e di Tiziano,
gli venne voglia di recarsi a Venezia, onde approfittare di cosi grandi
maestri; e colà giunto in età di 22 anni frequentò specialmente le
scuole del Moretto, allievo di Tiziano, ch'era morto da due anni, e di
Gaspare Rems. In breve ebbe in Venezia commissioni che gli diedero
opportunità di farsi vantaggiosamenteconoscere. Passò poscia a
Roma, dove consumò alcuni mesi copiando le opere de' grandi maestri, e
facendo nuove invenzioni. Ritornando in patria fu alcuni mesi trattenuto
in Firenze, facendovisi conoscere per quel valente artista che egli era
veramente. Poco si trattenne a Monaco, chiamato alla corte
dall'imperatore Rodolfo II, che lo aveva in grandissima stima e che lo
tenne presso di se finché visse, largamente premiandolo, onde morì in
matura vecchiaia assai ricco ed onorato.
(Stefano Ticozzi, Dizionario degli
Architetti, Scultori, Pittori d'ogni età e d'ogni nazione, Vol. I -
Milano, 1830-1833)
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Abak (Giovanni), chiamato
ancora Acken dalla patria del padre, nacque in Colonia del 1556. Aveva
già imparato il disegno e l'incisione, quando passò a Venezia in età di
22 anni, frequentando alcun tempo le scuole di Gasparo Rems e del
Moretto. Lasciò colà alcune pregevoli opere, altre in Roma ed in
Firenze, di dove passò a Monaco, e di là alla corte dell'imperatore
Ridolfo, cui era molto caro. Fu Abak veramente buon artefice, ma i suoi
guadagni superarono il suo merito.
Stefano Ticozzi - Dizionario dei
Pittori dal rinnovamento delle Belle Arti fino al 1800. Milano 1818