UNA NOTTE AL MUSEO
Giuliano Confalonieri
Un vecchio film strano ma intrigante - intitolato Una notte al museo
(2007) ipotizza che i reperti esposti riprendano vita aggirandosi e
incontrandosi nelle sale. Il nuovo guardiano notturno nella prima notte
di lavoro si trova circondato da statue improvvisamente viventi e da
figure di animali primordiali. Spaventato e insicuro fronteggia Attila,
legionari ed ogni altra creatura che poco prima era immobizzata da tempo
sul proprio basamento. Se non riesce a fronteggiare il fenomeno rischia
- per l'ennesima volta - di perdere il posto.
La biblioteca di Alessandria fu distrutta da un incendio, Roma raccolse
e tramandò grandi nuclei di scritti, i monasteri riuscirono a conservare
molti testi antichi e le dinastie (Visconti, Sforza, Malatesta,
Estensi, Gonzaga, Medici) contribuirono a mantenere patrimoni librari
inestimabili, tappe di un processo che nel tempo ha messo a disposizione
di tutti un patrimonio culturale universale. Gli scrittori antichi
riportano notizie sull’esistenza di biblioteche, alcune leggendarie o
prive di sicuro riscontro, come quella di Anatolia (sec. XIV a.C.). Di
altre invece si ha notizia certa: la biblioteca di Assurbanipal o
quella, più famosa, di Alessandria appunto, che nel corso della sua
attività (284 a.C. / 47 a.C.) offrì un esempio di concezione moderna con
il connubio della conservazione dei testi e della loro diffusione in
copie manoscritte.
Fu ancora merito dell’antica Alessandria d’Egitto destinare un edificio
dedicato alle Muse per la raccolta e l’esposizione di oggetti di
particolare significato o valore. In periodo rinascimentale fu Lorenzo
il Magnifico a riproporre l’usanza dei Romani di raccogliere in appositi
ambienti le opere d’arte, molte delle quali disperse o distrutte in
epoca medievale. Mecenati come Sisto IV e la famiglia dei Medici
sanzionarono poi una attività che sarebbe stata ampliata e resa
importante nei secoli successivi.
Al vocabolo ‘museo’ (istituzione permanente senza scopo di lucro al
servizio della società e del suo sviluppo) si abbina generalmente il
significato di una raccolta statica, oggetti esposti senza la giusta
collocazione ambientale e quindi inerti per la funzione loro destinata.
Dobbiamo immaginarli nel loro contesto originario, siano essi quadri,
sculture, armature, arazzi: ecco allora scomparire la polvere per
ridonare lucentezza, colore e movimento: come potrebbe essere conosciuta
la prospettiva tridimensionale del Cristo morto di Andrea Mantegna
(1431/1506) conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano o la
malinconica figura incompiuta della Pietà Rondanini di Michengelo
esposta al Castello Sforzesco?
Il Museo mouseion, casa delle Muse figlie di Zeus e protettrici delle
arti e delle scienze, è sorto in età ellenistica. Il primo nucleo venne
istituito da Tolomeo I come luogo di culto che ospitava una comunità
scientifica e letteraria (a Roma nel 1734 furono aperti i Musei
Capitolini). Le collezioni sono registrate e catalogate permettendo così
al visitatore di conoscere la datazione, la provenienza e l'autore delle
opere esposte. British Museum a Londra, Louvre a Parigi, Galleria degli
Uffizi a Firenze, Museo del Risorgimento a Genova, Museum of Modern Art
a New York, Museo Oceanografico a Monaco, Museo del Prado a Madrid,
Musei Vaticani a Roma, il National Museum of Natural History di
Washington D.C.
Siamo abituati ad abbinare al vocabolo museo a qualcosa di statico e
talvolta consideriamo noiosa la visita: se, invece, di fronte ai reperti
riusciamo ad immaginare l'artista all'opera, ecco che entriamo nel mondo
creativo e partecipiamo all'emozione di quel momento magico.
Giuliano Confalonieri
giuliano.confalonieri@alice.it
(2012)