Quattordicenne,
Jacob divenne allievo di un collega che lo favorì per l’ammissione al
gruppo dei pittori della sua città. Il padre era un commerciante e
quindi apparteneva al ceto agiato; la loro casa era in una delle vie più
conosciute per il mercato dei panni. Nel
1616
sposò la figlia minore del suo maestro, di quattro anni più anziana,
dalla quale ebbe tre discendenti. Influenzato dalle opere dei grandi
maestri del Cinquecento (Veronese,
Tiziano, Domenichino,
Caravaggio),
sognò un viaggio in Italia che tuttavia non riuscì a compiere. Il
linguaggio degli inizi è manierista, stile che più tardi abbandonerà
preferendo le atmosfere paesane e domestiche. Dopo la morte di Rubens (1640)
e di Van Dyck (1641) rimase l’unico esponente
della pittura fiamminga del XVII secolo. Le sue composizioni sono
formate prevalentemente da soggetti realisti: Il Re beve,
Satiro e il contadino fanno risaltare
il gusto barocco nel colore, nella mimica e nella trivialità
dei personaggi. Fra le pale d'altare, trattate in modo fastoso,
risaltano: La pesca miracolosa, Martirio di S. Apollonia.
Fu uno dei primi maestri
che si avvicinarono al lavoro del Caravaggio sia per l’atmosfera
popolaresca sia per la rilevante tendenza all'ironia. I colori della sua
pittura hanno la caratteristica di essere brillanti e contrastati con
l’aiuto della luce radente. La ‘fecondità della terra’ è
ritenuto il suo capolavoro. Nel 1635 collaborò con Rubens alla
preparazione degli apparati per l’ingresso ufficiale del nuovo
governatore Ferdinando di Spagna.
I fratelli Van
Bloemen
Ian Frans /
Anversa 1662/1749
Pieter / Anversa
1657/1720
Il primo soggiornò a Roma specializzandosi nella
realizzazione di tele con ampi paesaggi luminosi, molte delle quali sono
rimaste nella nostra capitale in musei e gallerie private, il secondo si
affermò dipingendo scene di battaglie nelle quali le cavalcature
spiccano per la loro vivacità ed eleganza. Apparteneva ad una famiglia
di pittori e disegnatori attivi pure in
Italia
ed in
Francia
(Pieter, il fratello maggiore, fu insegnante di Ian). Verso la fine del
Seicento i due fratelli si spostarono a
Roma
dove presero residenza stabile, affascinati dalla bellezza della città e
dei suoi dintorni. Avendo come base la tradizione fiamminga, non ebbero
difficoltà a diventare tra i migliori paesaggisti classici a
Roma
nella prima metà del XVII secolo.