PINTURICCHIO & TINTORETTO
Giuliano Confalonieri
Pinturicchio - Madonna con Bambino, (1496-98) Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria
I due soprannomi potrebbero rientrare nella serie dei personaggi della Commedia dell’Arte o delle maschere goldoniane. Il pittore Bernardino di Bette, detto Pinturicchio (Perugia 1454/Siena 1513, un appellativo che richiama per assonanza l’altro pittore/scultore Francesco Primaticcio, detto il Bologna, 1504/1570) collaborò con il Perugino alla decorazione della Cappella Sistina. Divenuto indipendente dal maestro, lavorò a Perugia, Spoleto e Orvieto. A Roma decorò il Palazzo della Rovere, le Cappelle Bufalini, San Gerolamo e Santa Caterina. L'opera più impegnativa del periodo romano è l’appartamento Borgia, completata come tutte le altre, con la collaborazione di numerosi assistenti. Del 1497 sono gli affreschi della Cappella Eroe nel Duomo di Spoleto. Nel 1501 fu nominato Priore di Perugia; due anni dopo realizzò L'incoronazione della Vergine, opera conservata nella Pinacoteca Vaticana. Nel 1506 si stabilì definitivamente a Siena realizzando nella Libreria Piccolomini le Storie di Pio II usufruendo dei disegni di Raffaello Sanzio (1483/1520). La critica lo giudica un pittore piacevole, dotato di uno spiccato senso decorativo e di facile vena narrativa, nel quale convivono la facilità espositiva e l’aggraziata capacità ornamentale.
Tintoretto,
L'Ultima Cena (1563-64). Venezia, Chiesa di San Trovaso
Jacopo Robusti, detto Tintoretto (Venezia 1518/1594), figlio di un tintore di panni, nei dipinti è evidente l’interesse per motivi di carattere scenico: l’utilizzazione di invenzioni spettacolari, la strutturazione a palcoscenico dello spazio d’azione, i contrastati effetti di illuminazione, la concitazione dei moti e dei gesti dei personaggi diventano rappresentazione drammatica coinvolgendo l’emozione di chi guarda Nel tempo l’attività dell’artista realizza numerose tele di soggetto religioso che già i contemporanei considerarono tra le sue opere più sconvolgenti. Nel 1564 iniziò - continuando il lavoro per alcuni decenni - i dipinti per la Scuola Grande di San Rocco. Diventato protagonista della cultura figurativa lagunare, fu poi impegnato in diverse commissioni per il Palazzo Ducale (nelle tele per la Scuola di San Rocco, come in quelle dipinte tra il 1592 e il 1594 per il presbiterio di San Giorgio Maggiore la tensione drammatica del linguaggio del maestro, spoglia degli elementi più complessi e spettacolari, raggiunge accenti talora visionari, talora di dolorosa concentrazione spirituale).
Giuliano Confalonieri giuliano.confalonieri@alice.it
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