PALMA IL GIOVANE & PALMA IL VECCHIO
Giuliano Confalonieri
Ambedue pittori del Cinquecento – quando ad Albenga venne realizzato l’ormai celebre Battistero, a Ravenna la Basilica di San Vitale ed i mosaici di Sant’Apollinare furono superati da nuove forme espressive – sulla scena dell’arte appaiono i due Palma formatisi alla scuola veneziana.
Palma il Giovane, Autoritratto. Milano, Pinacoteca di Brera.
Jacopo Negretti (detto Palma il Giovane), nato e morto a Venezia (1544/1628), pronipote di Palma il Vecchio, a 20 anni venne assunto da Guidobaldo II della Rovere per eseguire copie di alcuni dipinti di Tiziano e Raffaello avvicinandosi nel contempo allo stile del Tintoretto. Molto conosciuto nell’ambiente artistico anche per la numerosa produzione (Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio, Sala dello Scrutinio, Oratorio dei Crociferi) dovuta ai committenti che si rivolgevano alla sua bottega. Infatti il suo stile negli ultimi decenni del Cinquecento conquistò una buona percentuale del mercato lavorando per Chiese e Confraternite producendo con gli allievi una notevolissima quantità di dipinti. Soggiornò a Roma per tre anni frequentando i manieristi e poi ritornò a Venezia per completare la Pietà di Tiziano (conservata nella Galleria dell’Accademia).
Palma il Vecchio, Sacra conversazione. Roma, Galleria Borghese.
Jacopo Negretti (detto Palma il Vecchio, 1480/1528). Certificata è l’unica opera firmata (Madonna, Museo di Berlino) ma gli sono attribuiti i dipinti di soggetto mitologico con un taglio sensuale (Le due ninfe, Venere e Cupido), bellezze femminili opulente. Al terzo decennio risalgono le opere sacre di impianto monumentale. La vita breve gli concesse la produzione ritrattistica (Ritratto di dama, Ritratti di Francesco e Paola). É considerato un valido esponente della cultura veneziana dopo Tiziano, caratterizzato dall'immagine di una bellezza femminile opulenta. Al terzo decennio del Quattrocento risalgono la maggior parte delle opere sacre iniziate col Martirio di San Pietro Martire e proseguite con i polittici veneziani e bergamaschi. Nella sua breve vita realizzò anche Ritratto di poeta, Ritratti di Francesco e Paola Querini.
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