Lo smeraldo
Alessandra Doratti
Gli smeraldi sono il legame magico fra l'occhio ed i recessi più
profondi della terra. A differenza dei rubini e degli zaffiri, che
generalmente vengono trasportati dai fiumi, gli smeraldi bisogna
trovarli in situ (cioè nel terreno). Vi è una magnifica maschera "Chimo"
precolombiana nella collezione Mujica Gallo, in Perù, che sfiora
l'immutabile mistero dello smeraldo. La maschera, il volto di un
nobiluomo passato all'eternità, è essenzialmente in oro e richiama il
sole, il centro sacro della cultura indiana. Dalle orbite degli occhi
spuntano grani di smeraldi, i quali si rigenerano con l'aiuto del sole e
fanno da anelli di congiunzione tra il guerriero morto e la sua
rinascita futura. Anche gli egizi ritenevano che lo smeraldo con il suo
colore verde profondo, diverso da qualsiasi altro verde, fosse mistico e
magico. Nel lontanissimo XIX sec. a.C., durante la dinastia Sesostris,
gli smeraldi erano impiegati nei corredi funerari dei nobili. Purtroppo
però vi erano pochissimi smeraldi in Egitto. A compensarne la scarsità,
veniva abilmente usata la porcellana verde per imitare la magnificenza
del colore smeraldino. Nel I sec. a.C. fu scoperto un importante filone
di smeraldi parallelo al Mar Rosso, a Jebel Zabara. Anche se gli
smeraldi contenevano abbondanti vene biancastre e la loro lucentezza non
era molto esaltante, furono ricercati lo stesso per il verde del loro
colore.
Plinio racconta come i romani rivaleggiassero nell'indossare grandi
quantità di gioielli con smeraldi. Essi portavano anelli, collane ed
orecchini di smeraldo. Non erano tuttavia capaci di sfaccettare questa
pietra. La sfaccettatura, che consiste nell'eseguire tagli piatti sulla
superficie della gemma, fu esercitata come arte soltanto nel XVI sec.
Prima lo smeraldo veniva tagliato o in forma di cabochon, oppure
lasciato nella forma esagonale del cristallo naturale.
Come gli egizi, che non possedevano quantità sufficienti di smeraldi,
anche i romani modellavano vetro in forme esagonali come primitivo
esempio di smeraldi sintetici o di imitazione. Non è affatto improbabile
che tali pietre verdi dalla forma esagonale venissero vendute a
fiduciosi acquirenti romani come smeraldi autentici.
I "conquistadores" e gli splendidi gioielli dei tesori aztechi
Nel tardo Rinascimento accadde una cosa sorprendente che influì sui
criteri di giudizio della bellezza dello smeraldo. Mentre cercavano i
tesori indiani, gli spagnoli scoprirono degli smeraldi. Imbattendosi
nelle ricchezze inca ed azteche, particolarmente composte di oro e
smeraldi, i "colonizzatori" stupirono il mondo con la bellezza degli
smeraldi provenienti dai giacimenti colombiani. Queste gemme furono
largamente commerciate nell'America meridionale e in quella centrale.
Nel XVI sec. Garcilaso de la Vega, figlio di una principessa inca e di
un conquistatore spagnolo, scrisse un resoconto dell'America del Sud
precolombiana in cui era vissuto: "A Mante, provincia costiera del Perù,
c'era un popolo che viveva nel culto di uno smeraldo gigantesco, che,
come si diceva, era grosso come un uovo di uno struzzo. Nelle feste
importanti questa pietra veniva portata fuori dal tempio e mostrata alla
gente, tra cui molti indigeni giunti da lontano per venerarla ed
offrirle, a mo' di sacrificio, smeraldi minori. I sacerdoti ed il
Cacicco di Manta avevano raccontato a questa povera gente che gli
smeraldi più piccoli erano le figlie del grande smeraldo e che quindi
nessuna altra offerta sarebbe stata meglio gradita. Questa egoistica
trovata aveva permesso loro di accumulare a Manta un incomparabile
tesoro di smeraldi che venne scoperto durante la conquista peruviana da
Pedro de Alvarado e dai suoi compagni.
Come facevano gli spagnoli e come facciamo noi a giudicare se uno
smeraldo è una gemma? Lo smeraldo è una complessa combinazione di
silicato di berillio-alluminio. Quando piccole tracce di cromo si
aggiungono in natura a questo berillio, esso diventa verde e prende il
nome di smeraldo. Il berillio può assumere anche altri colori, come il
rosso porpora (la morganite) o il blu (l'acquamarina). Il silicato di
alluminio è molto raro. Una presenza di cromo, però, è riscontrabile
solo in pochissimi casi: da qui, dunque, la grande rarità degli
smeraldi. Leggere differenze nel quantitativo di cromo alterano
radicalmente la tonalità verde degli smeraldi.
Questa pietra presenta notevoli diversità di gradazioni nella scala dei
verdi: quello più bello che proviene da una specifica miniera in
Colombia, è denominato verde "vecchia miniera". È una profonda,
intensa, vellutata, quasi nerastra gradazione di verde. Tali pietre si
trovano nella miniera di Muzo in Colombia. Quando il conquistatore
spagnolo Gonzalo Jimenez de Quesada, torturato dagli indios, fu in grado
di scoprire il luogo della miniera di El Chivor, gli spagnoli pensarono
che dovevano esservi altre miniere li smeraldi nelle vicinanze. La
miniera di Muzo fu scoperta nel 1567 dopo innumerevoli sforzi e
difficoltà. La località di Muzo è torrida, assai simile ad una giungla
ed inaccessibile e l'aria è irrespirabile. Ogni pozzetto per le mine
dovette essere scavato a mano perché qualsiasi esplosivo avrebbe
distrutto i fragili cristalli di smeraldo. Ne risultarono però cristalli
di gemme di un verde così intenso da mozzare il fiato. I cristalli
avidamente strappati alla terra furono inviati dagli spagnoli in ogni
parte del mondo. Ma i più belli non raggiunsero la Spagna. Le gemme
seguirono la via più diretta, che è quella dei maggiori offerenti, ed i
maggiori offerenti nel tardo XVI secolo e agli inizi del XVII secolo
erano in India. La gradazione verde di uno smeraldo che viene al secondo
posto per bellezza si trova nelle miniere El Chivor. Questa tonalità di
verde tende maggiormente al giallo della gradazione Muzo. Per un neofita
le pietre di El Chivor sembrano avere maggiore calore e "fuoco". Le
pietre Muzo sovente sembrano scure, con una punta di nero bluastro.
Dopo aver sfruttato le miniere di El Chivor e di Muzo per parecchi anni,
gli spagnoli non riuscirono più a trovare pietre importanti in quel
terreno. Entrambe le miniere furono abbandonate e se ne persero le
tracce. Nel 1895 Muzo fu riscoperta e agli inizi degli anni Venti il
Chivor fu riaperta.
Per smeraldi "vecchia
miniera" si intendono quelli estratti in Colombia prima del XVII secolo
ed inviati in tutto il mondo. Gli smeraldi più recenti che vengono dalla
Colombia non possono essere paragonati per profondità di colore a quelli
"vecchia miniera". Solo dopo molti anni passati a paragonare molte
totalità di verde è possibile diventare veri conoscitori di smeraldi. Il
metodo principalmente usato dai commercianti di gemme è di porre uno
smeraldo vicino ad altri smeraldi. Paragonando costantemente le pietre,
l'occhio si adatta alle varie gradazioni di verde. Oltre che nelle
miniere colombiane (e in quelle egiziane), sono stati trovati smeraldi
in Russia, India e Africa. I migliori arrivavano dalla Colombia, poi fu
la volta dei rhodesiani, oggi ecco quelli dello Zambia e del Brasile.
Nei primi anni dell'800 erano molto rari nelle gioiellerie gli smeraldi
russi, i quali, anche se un tantino chiari di colore, erano
relativamente esenti da inclusioni. Queste miniere russe non danno più
smeraldi purissimi, il materiale oggi è estremamente opaco e di scarso
interesse. Nel 1945, presso Ajmer, nell'India nord-occidentale, furono
scoperte miniere di smeraldi, ma anche queste diedero qualità assai
deludenti. È stata l'Africa ad aprire la speranza di giacimenti
abbondanti e di prima qualità. Nel 1955 in Rhodesia, esploratori alla
ricerca di litio si imbatterono casualmente in un favoloso giacimento di
smeraldi. Poiché il loro campo base era a Sandawana, gli smeraldi furono
chiamati con questo nome. Le dimensioni delle pietre erano di gran lunga
inferiori a un carato, il colore di una gradazione meno intensa di
quella colombiana, ma queste pietre furono molto ricercate dai
gioiellieri a causa della loro brillantezza. I piccoli smeraldi
rhodesiani, che vennero usati per braccialetti, spille, anelli, erano
straordinariamente luminosi e le loro quotazioni presero a salire.
I nuovi cristalli troppo opachi e pieni di venature
Dopo vent'anni di scavi, tuttavia, la produzione Sandawana decadde
considerevolmente; dato che le pietre erano piccole, gli smeraldi
Sandawana non riuscirono a mantenere la posizione nel mondo degli
smeraldi. Un secondo giacimento africano di smeraldi, quello dello
Zambia, ha cominciato ad apparire sul mercato verso la metà degli anni
'70. Con tonalità nerastre e sovente con molte inclusioni, anch'essi
hanno avuto una commercializzazione nel settore degli smeraldi. Poiché
la gradazione di verde non presentava la brillantezza degli smeraldi
colombiani e poiché le inclusioni impedivano alla luce di passare
attraverso la pietra (come invece avveniva per i colombiani...), gli
smeraldi Zambia non sono riusciti a competere seriamente neanche con le
pietre sudamericane. Ciò non di meno, alcune pietre Zambia sono molto
belle.
Il Brasile, infine, è un'altra importante sorgente di smeraldi. Le
pietre brasiliane non hanno in genere le violente inclusioni
riscontrabili negli smeraldi africani, il materiale però è opaco. I
gioiellieri brasiliani sono molto abili nel taglio e spesso riescono a
immettere sul mercato smeraldi ben proporzionati e, a prima vista, molto
piacevoli. Però gli smeraldi brasiliani presentano sovente venature
aperte. Attraverso tali vene lo smeraldo viene talvolta "oleato" per
migliorare il colore, la gemma così può perdere il proprio colore quando
l'olio con il tempo evapora. Tutte le altre località dove esistono
smeraldi non possiedono importanza commerciale. È vero che smeraldi
isolati possono essere rinvenuti nella Carolina del Nord, in Austria e
in Norvegia, ma generalmente sono di qualità meno pregiata.
Alessandra Doratti