Le armi che hanno fatto
la storia dell'America

 

 

Alessandra Doratti

 

 


Le armi usate per la conquista del West sono varie, spesso pittoresche e interessanti quanto i personaggi che le maneggiarono. Sin da principio di una storia durata per generazioni, che ha avuto per protagonisti uomini molto diversi, dai Courir de Bois e dai Trappers e Freemen (i cacciatori di pellicce), dai Mountain Men agli Scouts, ai soldati, ai cacciatori di bisonti, agli uomini di legge e fuori legge, le armi non sono semplicemente strumenti di un lavoro, ma parti integranti del West.

 


Troviamo subito, nell'elenco che riguarda l'equipaggiamento dei Trappers, il fucile dei Piani, meglio definito Kentucky Rifle o anche Pennsylvania Rifle. A quei tempi era l'arma più popolare anche tra i coloni, apprezzato per la sua leggerezza e la sua incontestabile precisione. Ma perché si chiama proprio così?
Dopo la vittoria degli americani nella battaglia di New Orleans, dove decisivo fu l'intervento dei cacciatori del Kentucky, nacque una ballata, che divenne presto molto nota, la quale raccontava le imprese di questi tiratori, accorsi dalle montagne per combattere contro le disciplinate truppe dell'Inghilterra. I primi versi citavano il presidente Andrew Jackson che, senza colpo ferire, aveva tolto alla Spagna i suoi territori e le sue fortezze. Fu poi tra coloro che caldeggiarono la prima emigrazione verso il West. Precisamente verso l'Oregon che, ormai occupato dai coloni americani, non poteva essere più richiesto dalle potenze interessate: l'Inghilterra, la Spagna e anche la Russia. Il comportamento sbrigativo di Jackson è testimoniato dalla sua inseparabile pistola che recava la tacca con la sua firma e, sul calcio da una parte il suo ritratto a mezzo busto e dall'altra il cavallo. Il meccanismo di caricamento o sparo è il medesimo del Kentucky Rifle. L'aggiunta "Pennsylvania" nella definizione del fucile proviene dal fatto che i cacciatori e i primi pionieri che si recarono nel Kentucky e nella Louisiana erano sprovvisti di armi fabbricate nel Kentucky stesso, nel Maryland e in Virginia, ma soprattutto in Pennsylvania. Le città di questo Stato, vicine alle strade che portavano verso il West, sono ricordate come il luogo dove nacquero le scuole degli armaioli americani.

I grossi nomi tra i cacciatori, Trappers, Mountain Men sono noti in tutto il mondo. Primo tra questi Daniel Boone, detto il padre del Kentucky e sempre verso la fine del '700 ancora Davy Crockett, Kit Carson, Jim Bridger.

 

 

Questi ultimi due adoperavano sempre un fucile della famiglia del Kentucky Rifle, conosciuto oggi sotto il nome di Hawken (dai due fratelli armaioli della contea di York).
Ad ogni modo, tutti questi personaggi almeno all'inizio, usavano una gran varietà di fucili diversi l'uno dall'altro non soltanto nel meccanismo di caricamento e di sparo, ma persino nella data di origine. Bisogna tenere sempre presente infatti che a quei tempi non era così facile trovare un'arma da fuoco "fidata", ossia che funzionasse.
Compagna in tutte le più inimmaginabili traversie, era sottoposta ad ogni genere di usura: i Trappers guadavano torrenti e fiumi e i temporali e le tormente di neve non contribuivano certo alla buona conservazione dei fucili. D'altra parte non si poteva ancora, se non con un enorme dispendio di tempo e di energia per le grandi distanze da percorrere, sostituirli con un'arma nuova. I primi conquistatori del West portavano con loro armi da fuoco venute dall'Europa oppure fabbricate da artigiani emigrati. Non è possibile citarle cronologicamente, se, non in larghe categorie, perché non sono tutte coeve. Dapprincipio accanto a fucili ad avancarica troviamo persino qualche esemplare da noi definito archibugio a serpentina. La polvere d'innesco, versata nell'apposito "bacinetto" (una piccola conca scavata nella canna in corrispondenza del focone, cioè nel foro comunicante con la camera da scoppio), veniva incendiata da una miccia accesa portata da un cane a mascella in forma di S che si posava sul bacinetto quando si faceva scattare il grilletto.
Quest'arma, usata in Europa fino alla fine del 1500 era stata poi sostituita dagli archibugi a ruota. In questi l'accensione della carica veniva causata dalle scintille provocate dalla percussione del cane contro una pietra focaia.
L'origine del Kentucky Rifle è naturalmente europea: deriva dal fucile da caccia Jaeger calibro 14 millimetri che tuttavia per gli "affari seri" dei Trappers e dei coloni è troppo lungo e troppo pesante.
Le modifiche sui modelli del vecchio mondo sono le seguenti: portano il calibro a 54 millimetri e allungano la canna quasi sempre di forma ottagonale.
La guardia per il grilletto è più piccola. Si semplifica il meccanismo del caricamento: sulla destra del calcio (di solito di legno d'acero) viene scavata una scatola d'ottone, lunga circa 15 cm o larga poco meno di 2, apribile e richiudibile con un gancio a molla. Qui il Trapper tiene delle pezzuole circolari di pelle leggermente più piccole del calibro e che così scivoleranno nella canna senza essere spinte con sforzo e dispendio di tempo. Non sarà dunque necessaria la pulitura della canna che, altrimenti, dopo due o tre spari, rimarrebbe otturata dai residui della polvere.
Ma chi sono i collezionisti di queste armi? Naturalmente gli americani tra i quali si contano numerosi esperti, ma anche alcuni italiani amano le armi del vecchio West.
Tra i primi figura Henry J. Kauffmann, autore del grosso volume The Pennsylvania Kentucky Rifle pubblicato da Crown, New York, dove sono raccolti o commentati, con invidiabile pazienza o abilità, i fucili americani. Ci spiega, per esempio, quali fossero i primi armaioli che cominciarono a fornire le armi adoperate dai Trappers, l'elenco delle famiglie, i luoghi di residenza (talvolta le informazioni sono accompagnate da preziosissime stampe o, più avanti nel tempo, da vecchie foto), le loro botteghe, gli utensili di legno e di metallo per fodere, le canne, i piccoli e poveri laboratori destinati a diventare vere e
proprie fabbriche, i manifesti per attirare eventuali compratori, le ricevute di vendita da cui ricaviamo il prezzo di un'arma. La cifra era veramente bassa rispetto al lavoro compiuto giacché si trattava di pochi dollari. Infine descrive le borse dei cacciatori, quasi sempre di cuoio nero, con i margini rafforzati da pelle di daino sbiancata, di solito munite di una tasca esterna che serviva a contenere la fiaschetta della polvere da sparo. In Italia Aldo Uberti ha cominciato a fabbricare repliche di armi antiche circa trent'anni fa e dalla sua stessa officina sono uscite tutte le armi usate per i film western di Sergio Leone e altre acquistate da John Wayne per regali.
Se si parla delle armi che conquistarono il West, bisogna distinguere quelle usate dai Trappers e quelle usate dai coloni, poichè le avanguardie dei coloni cominciarono il loro flusso verso territori non ancora conosciuti verso il 1820. Si servivano come guide alle loro carovane, dei Trappers o di Mountain Men quando costoro stavano per abbandonare il mestiere dei cacciatori di pellicce e, percorrendo le piste degli italiani, di scopritori di nuove terre. Era sopravvenuta infatti una crisi sul mercato delle pelli, soprattutto di castoro. Molto ricercate, non soltanto a scopo ornamentale, ora per la fabbrica di capelli da uomo, vennero a poco a poco soppiantate da altri materiali, come ad esempio la seta.
La grande emigrazione dei coloni verso le terre "promesse" avvenne, tuttavia, molto più tardi (siamo giunti ormai alla seconda metà del secolo) quando al prime fucile americano si erano sostituite armi più perfezionate, come il fucile a percussione e armi a retrocarica.
Su esemplari di fucili di altra fabbricazione troviamo anche, a differenza delle armi europee, uno sfoggio di incisioni di teste d'aquila americane, scene di caccia, ritratti di indiani. Questo "gusto" si spiega con il
fatto che gli armaioli capitati in America non erano certamente molto raffinati e alla sobrietà preferivano lo sfarzo del decoro.
Contemporanee ai fucili sono le pistole. Prendono il nome del Kentucky anche se, come i primi, nascono nella Pennsylvania, e vengono più tardi costruite a New York, nel New Jersey e nell'Ohio. La loro classificazione per i collezionisti di tutto il mondo è piuttosto recente e il merito spetta a Charles Edward Chapel che per prime, raccogliendo vari esemplari, le indicò quali autentiche armi americane, perché, come il fucile, erano tanto diverse dai modelli tradizionali da assumere una fisionomia propria e precisa. Anche le pistole usate nel West avevano lo steso meccanismo dei fucili, la canna lunga da 22 centimetri a circa 30, calibro da 44 a 48.

 

Alessandra Doratti