Mentre infuriavano le guerre napoleoniche, il prestigio dell'orologeria
francese era tale che il principe reggente d'Inghilterra, il futuro re
Giorgio IV, accettò di venire a patti con il nemico pur di procurarsi le
pendole costruite dal parigino Thomire. Il comportamento del futuro
sovrano era forse fuori della norma, il capriccio di un uomo considerato
un frivolo esteta dai suoi contemporanei. La sconfitta di Napoleone non
intaccò minimamente il fascino che l'orologeria francese esercitava
sugli alleati convenuti a Parigi a negoziare la pace. Non appena giunti
nella capitale tutti si affrettarono a spedire in patria pendole di
varia forma e grandezza per abbellire i loro palazzi sparsi in tutta
Europa, da Madrid a San Pietroburgo. Le pendole francesi,
all'avanguardia da un punto di vista tecnico e stilistico, erano imitate
ed esportate in tutta Europa.
La pendola aveva una sua collocazione privilegiata nella casa
dell'aristocratico e del borghese: posta sulla mensola del caminetto, il
punto focale nella maggior parte delle stanze, venne a sostituire, sul
far del secolo, i tradizionali oggetti decorativi in porcellana.
Disegnate appositamente per i vari ambienti, le pendole erano decorate
su tutti i lati, anche sul retro, che si rifletteva nel grande specchio
appeso alla parete sovrastante la mensola. Gli scultori, gli ebanisti,
gli artigiani esperti nella lavorazione del bronzo elaborarono per il
delicato meccanismo dell'orologio casse di eccezionale valore artistico,
che andavano ad abbellire le case principesche della grande
aristocrazia. Ma pezzi pregiati erano accessibili anche alla classe
media, soprattutto da quando forme rudimentali di produzione in serie
fornirono agli artigiani, perché li inserissero nelle casse da loro
predisposte in modo facile e non costoso, meccanismi in ottone
standardizzati. La preminenza francese nel settore era in gran parte
merito di Napoleone che, dapprincipio come primo console, poi come
imperatore, avviò un programma di spese cospicue, per ornare i castelli
devastati nel periodo rivoluzionario, adoperandosi per rivitalizzare la
grande tradizione artigianale dell'ancien régime e rivendicando così
alla Francia il primato del gusto.
Napoleone, che si riteneva un nuovo Cesare, erede della grandezza
imperiale di Roma, lanciò uno stile sontuoso, monumentale, solenne, nel
tentativo di mascherare sotto le parvenze maestose del mondo classico la
dittatura militare da lui instaurata e le sue umili origini. Gli
orologiai dell'epoca Impero realizzarono pendole con l'impiego di
porcellane di Sévres, marmi dalle sontuose venature, bronzi finemente
cesellati e dorati. Attingendo al gusto imperante dell'ebanisteria, gli
artigiani modellarono per le pendole, casse dalle forme architettoniche
eleganti e armoniose, impreziosite da richiami mitologici.
Napoleone ordinò per il Grand Trianon, per il castello di Fontainebleau
e per la Malmaison decine di pendole inserite in strutture a foggia di
tempio classico o di altare, in forme atte a incorniciare una scena
mitologica o allegorica. Intorno ai quadranti delle pendole si
dispongono nelle loro dorature divinità, ninfe, muse, a simboleggiare
temi edificanti o sublimi come la Poesia, l'Amor materno, la Filosofia.
Nella studio di Napoleone domina una furiosa Minerva, dea della guerra,
che brandisce lo scudo nel quale è inserito il quadrante dell'orologio,
mentre nella stanza del segretario di Stato dell'imperatore un più
benevolo Cupido guida il cocchio con una ruota sempre in funzione di
quadrante. Molte pendole entrarono a far parte del patrimonio personale
dell'imperatrice Giuseppina, appassionata collezionista di orologi.
Sembra che alcuni pezzi, creati appositamente per la sala del Consiglio
di Stato e per la camera da letto di Napoleone, a Fontainebleau, siano
finiti, poco tempo dopo l'acquisto, negli appartamenti privati
dell'imperatrice.
Desiderosi di suscitare stupore e ammirazione, gli orologiai del tempo
interpretavano con grande libertà i temi mitologici. Alcuni episodi di
Artemide sono impersonati da figure di mori e di indiani del Nuovo
Mondo, in addobbi di corone piumate e vesti ornate di penne; lo stesso
avviene con la raffigurazione di Amore e Psiche. Così motivi greci e
romani attinti dalla pittura vascolare e dagli affreschi di Pompei,
coesistono con sfingi, scarabei e figure faraoniche tratte dai libri
illustrati divenuti di moda dopo la campagna di Napoleone in Egitto. Il
gusto impero che sopravvive a lungo dopo la caduta di Napoleone, si
arricchì attorno al 1820-1830 di motivi neogotici e di temi ispirati
all'arte e alla letteratura. Lo stile dei mobili e della decorazione si
diffuse, sulla scia dell'esercito napoleonico, in tutto il continente
europeo. Gli architetti e i decoratori francesi erano dovunque ed erano
diffusissimi i manuali pubblicati da Charles Percier e Pierre Fontaine,
i grandi arbitri dal gusto francese, che influirono sulla forma e la
decorazione delle pendole di pregio in tutta Europa.
L'influenza francese è leggibile nei migliori pezzi prodotti in Italia,
nel sud della Germania, in Russia, in Austria. A Vienna, la città che
dettava il gusto nell'Europa centrale, gli artisti semplificarono lo
stile impero creando una nuova versione più sobria nota come Biedermeier.
Nacquero così pendole che, scevre da ornamenti superflui, puntano sulla
purezza della linea neoclassica e il pregio dei materiali. Per
impreziosire le casse a forma di obelisco o di arco e per esaltare il
meccanismo, lasciato in vista, si impiegavano l'alabastro, il marmo,
legni biondi o ebanizzati. I principi estetici del gusto francese,
approdati in Inghilterra, si fusero con lo stile Reggenza, assimilando
il classicismo Impero e le fantasie esotiche indocinesi che avevano
ispirato il Padiglione di Brighton. Uno scrittore contemporaneo
lamentava che in Inghilterra, nelle classi più agiate, "ogni stanza è
una mascherata: il salone cinese, la biblioteca egizia. Si dorme in
tende turche e si mangia in cappelle gotiche". Tra gli orologiai non
mancava chi come Thomas Hope e George Bullock, modellava casse
ispirandosi alle forme architettoniche greco-romane, e neppure chi si
affermava con pendole in stile neogotico, egizio o cinese, ma la maggior
parte degli artigiani si cimentava nei militi della tradizione della
pendola a muro. Se anche la meccanica era di buona qualità, le pendole
inglesi non potevano rivaleggiare in eleganza con quelle francesi. In
quasi tutta Europa gli esemplari anteriori a 1840 sono superiori a
quelli di epoca successiva. La responsabilità va in parte attribuita
all'affermarsi della produzione in serie e al dilagare della moda dei
revival stilistici, tipica dell'età vittoriana. Gli esemplari di maggior
pregio, risalenti alla prima metà dell'Ottocento, sono il frutto della
creatività dei più grandi tecnici e artigiani dell'epoca. C'è chi
sostiene che Napoleone, nel suo estremo esilio, rimpiangendo l'impero,
si crucciasse per la pendola prediletta rimasta alla Malmaison.