L'oreficeria russa
Quando gli orafi si davano convegno sulla Piazza Rossa
Alessandra Doratti
Tra le forme d'arte sviluppatesi nei vari paesi, quelle russe sono poco note e non ancora apprezzate per il loro vero valore, sia a causa della scarsità di pubblicazioni illustrative nelle lingue delle altre nazioni, sia per lo scetticismo ingiustificato di tanti collezionisti e mercanti d'arte, i quali per secoli hanno studiato e raccolto le opere di pittura, scultura e arti minori eseguite dai maestri europei. Per l'affermazione dell'arte russa sono occorsi millenni, se si vogliono considerare le origini dell'arte delle steppe", ossia nelle manifestazioni artistiche delle prime popolazioni nomadi di ispirazione oscillante tra la Persia, la Cina ed il mondo greco. In concreto le prime espressioni dell'arte nazionale russa coincisero con la conversione delle popolazioni slave al cristianesimo e con il fedele rispetto della tradizione bizantina. È innegabile l'influenza degli artisti greci specializzati in affreschi, mosaici ed icone sulle opere russe dell'epoca medievale. Ma anche allora la presenza di luci, di ombre, di colori dinamici e violenti, prova del rilevante contributo dell'arte delle steppe, ben lontana dai toni pallidi, dolci e raffinati con cui si esprimevano i maestri di Bisanzio. Pregio particolare degli artisti russi è la loro sensibilità nell'esprimere un puro senso del divino unito al grande amore per la natura e i suoi colori, come un riconoscimento per l'opera divina a vantaggio dell'uomo. Tali motivi caratterizzano nei secoli l'arte russa, facendole acquistare nel suo sviluppo indici di qualità, di originalità, paragonabili a quelli della letteratura e della musica di questo paese.
Le diverse espressioni artistiche russe non ebbero possibilità di diffusione e di affermazione fino al tardo medievo, a causa degli sconvolgimenti politici e sociali subiti dalle popolazioni.L'arte orafa russa ebbe le stesse difficoltà e, sebbene si possa risalire alle interessanti opere degli sciti (VII sec. a.C.), essa raggiunse un livello notevole soltanto nel XVI secolo e si sviluppo' successivamente acquistando importanza e prestigio. Si deve ricordare che nel XV secolo nel Cremlino di Mosca sorgevano le botteghe del Gran Principato in cui lavoravano i migliori artigiani russi e specialisti chiamati da altre nazioni europee. Si ignorano i loro nomi nonostante tutte le ricerche fatte.Nel' 500 i ricchissimi mercati Strogonoff impiantarono ateliers rinomati nella Russia settentrionale, dove si producevano oggetti eseguiti con cura, armonia di linea e stile originale. E pure negli archivi dei monasteri sono menzionati orafi che lavoravano nei dintorni. Nel XVII secolo i laboratori del Cremlino di Mosca, chiamati Palazzo d'Argento e Palazzo d'Oro, accoglievano abili orafi che producevano oggetti di qualità. Solo i migliori lavoravano per lo zar e per la sua corte, ricevendo, come artigiani di Stato, un compenso in cibo ed in denaro. La maggior parte degli orafi costituiva una corporazione che operava sotto la sorveglianza di due controllori, scelti fra i suoi membri.A Mosca la piazza Rossa era il solo luogo dove si commerciavano l'argenteria e l'oreficeria. I negozi di vendita occupavano una zona apposita, disposti in circolo, e formavano il cosiddetto "anello d'argento". Anche in altre città russe c'era questo settore, normalmente ubicato nella piazza del mercato. In quell'epoca venivano eseguiti e commerciati oggetti tipici russi come il Kovsch, coppa dell'amicizia con o senza manici, la tcharka, piccola tazza per bere la vodka, l'endova, coppa per vino ed altre bevande alcooliche. All'inizio del XVII secolo i controllori della corporazione degli orafi moscoviti punzonavano oltre all'argenteria della capitale, anche quella, venduta in altre città. Per la precisione si ricorda che l'uso dei punzoni e le prime leggi che ne disciplinarono l'applicazione, risalgono al 1613, quando iniziò l'impero dei Romanov. Esaminando i punzoni si può ancora oggi stabilire l'anno esatto di esecuzione dei pezzi.Le diverse epoche a cui si possono far risalire gli oggetti sono identificabili dalle particolari tecniche di lavorazione dei metalli, dai motivi ornamentali elaborati dagli artisti ed anche dalle perle, dalle pietre preziose e dalle pietre dure utilizzate sovente per decorazione. La scelta dei loro colori, la loro combinazione e la loro applicazione variano nel tempo. Sino a tutto il XVI secolo si usavano pietre di ampie dimensioni, non sfaccettate, montate su castoni alti e disposte lontano tra loro. La pietra preferita era lo zaffiro di tonalità blù pallido. Successivamente si nota la tendenza ad una maggior ricchezza nella decorazione, all'uso degli smalti, di fregi in niello e di incisioni di dediche. Sotto l'impero di Pietro il Grande si provvide alla classificazione ufficiale degli orafi, e con una legge del 1722 fu stabilito che nelle corporazioni dovevano essere registrati tutti coloro, sia russi che stranieri, i quali lavoravano i metalli nobili.Nella seconda metà del XVIII secolo la passione per le arti dell'imperatrice Caterina II conferì allo stile dell'epoca un carattere particolare con influssi occidentali, soprattutto tedeschi, ma sempre resi vivi e personalizzati dallo spirito russo che si ritrovava in ogni artista. Diversi tipi di oggetti venivano prodotti in numero notevole: tabacchiere, servizi da the; candelabri, rize ossia rivestimenti per icone, samovar, servizi da viaggio, bicchieri e boccali.
I grandi maestri tra gli argentieri del Settecento
Tra i più importanti maestri argentieri del '700 si ricordano a Mosca: Afanasiev Alexiei, Polosoi Alexiei Vasilev, Ivanov Andrei, Ikonnikov Vassilii, Petrov, Sontag Gabriel e Dundin Vassilii Matveev; ed a Pietroburgo: Berg Karl Iohann, Berkvist Nils il Vecchio, Iwar Wenfeid Buch, Nidkolm Karl Kristof e Keibel Otto Samuel. Con il passare del tempo l'argenteria e l'oreficeria raggiunsero livelli artistici straordinari sino a tutto il XIX secolo, proprio quando nell'Europa occidentale queste arti erano ormai in decadenza. Infatti in Inghilterra si riproducevano industrialmente i modelli dei secoli precedenti, in Francia si appesantivano e caricavano gli stili già seguiti, in Italia, predominava una linea di dubbio gusto, ispirata al barocco. In Russia, invece, l'artista finalmente libero dall'influenza orientale ed occidentale, poteva esprimere le proprie tendenze ed il suo gusto istintivo, sbocciati dalle tradizioni antiche. Questi caratteri sono specialmente presenti nelle opere degli orafi che aderirono al movimento panslavico sviluppatosi soprattutto a Mosca, quasi in contrapposizione alla moda europea che predominava a Pietroburgo. Questo movimento valorizzò vecchie forme, tradizioni popolari, motivi e tecniche ormai ignorati, adattandoli al gusto ed agli usi moderni.Caratteristica tipica del movimento panslavico era la scelta particolare di colori chiari, caldi e vivaci. Si possono ammirare pezzi eccezionali, creati da maestri argentieri dell '800, con l'applicazione di smalti policromi: cloisonné o filigré, plique à jour, trasparenti, a grisaille e dipinti. Particolarmente interessanti sono pure le opere decorate da incisioni, quelle dorate o impreziosite da fregi in niello o pietre scolpite.
L'entusiasmo della clientela occidentale
Nella seconda metà del XIX secolo fino alla Rivoluzione d'ottobre si affermano grandi ditte di oreficeria, operanti nelle principali città. Utilizzavano tecniche parzialmente meccaniche e nei loro laboratori lavoravano numerosi disegnatori, orefici e smaltatori, specialmente a Mosca e a Pietroburgo. Ebbero grande rinomanza i pezzi usciti dalle botteghe di Karl Fabergé, Britzin, Morosov, Bolin, Rimmer e Tillander, che lavoravano per una clientela cosmopolita con gusti occidentali, come pure quelli degli esponenti del movimento panslavico, tra gli altri: Pavel A. Ovchinnikov, Fedor I. Ruckert, Ivan Petrovich Klepnikov, Ivan Saltikov, Gregori Sbitnev, Anton Kuzmichev, Maria Semenova. Ciò grazie anche alla maggior facilità di informazione e di trasporto dell'epoca e alla partecipazione dei maestri ad esposizioni russe ed europee, dove il pubblico si entusiasmò per le opere da loro presentate. Grandissimo successo ebbe Carl Fabergé che, oltre ai negozi di Mosca, Pietroburgo e Odessa, aprì una succursale a Londra, ove numerosi pezzi gli furono commissionati da Edoardo VI e dalla regina Alessandra, sorella della zarina Maria Feodorovna.All'inizio del '900 gli orafi che operavano individualmente dovettero riunirsi in artels o cooperative, per resistere alla concorrenza delle grandi ditte e dei grossi ateliers. Ciascun artel aveva un proprio punzone contraddistinto da un numero.
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