L'arte dei mobilieri nella Francia di
Carlo X
Alessandra Doratti
"Riconoscere il loro stile non è
difficile. La singolarità dei mobili Carlo X é indubbiamente molto
marcata. Consiste, in primo luogo, nell'impiego dei legni chiari, come
olmo, frassino, acero biondo e il trasparente, traslucido, limone,
piacevolmente intarsiati ad arabeschi sottili e contrastati in legno
scuro (di solito amaranto, ma anche ebano, palissandro e mogano). I
motivi più o meno stilizzati di queste ornamentazioni (palmette,
cornucopie, greche, losanghe e via dicendo) furono praticamente carpiti
al ricco repertorio degli stili precedenti (Direttorio e Impero). Come
pure, grosso modo, furono ispirate dagli stessi le forme, che risultano
comunque più arrotondate, meno imponenti, e con spigoli decisamente più
smussati. Invece rigorosamente banditi dal Carlo X furono tutti quei
motivi tratti dalla simbologia militare, tanto cari all'Impero: come
grifoni e sfingi, chimere e cariatidi. A questi fregi solenni si
preferirono temi meno aggressivi quali cigni, delfini o lire, per
esempio.
In auge nella Francia della Restaurazione (il periodo della storia
d'Europa che va dalla caduta di Napoleone al ritorno della monarchia dei
Borboni con il regno di Luigi XVIII e appunto quello di Carlo X), questi
mobili furono particolarmente amati dalla famosa duchessa di Berry: la
sola esponente della famiglia reale che allora si occupo' delle varie
produzioni artistiche. In generale la corte dimenticò il suo ruolo
tradizionale di mecenate nei confronti della nuova produzione. A frenare
molte iniziative furono certamente le casse del tesoro semivuote, dati i
tempi: la rivoluzione prima, e le guerre napoleoniche poi avevano
devastato l'economia del paese e l'austerità imposta dalla situazione
impedì nuove importanti ordinazioni di mobilio.
È noto come poche cose mutarono dal punto di vista dell' arredamento
durante it regno di Luigi XVIII: al palazzo delle Tuileries fu rinnovata
solo la sala del trono. E sotto il regno di Carlo X, sempre per le
Tuileries, le commissioni furono limitate nel 1825 a un letto da parata,
sia pure riccamente scolpito e nel 1829 alle ben note cinque consoles
destinate ad arricchire il salon chiamato "de la Paix".
In realtà il successo dei mobili Carlo X fu decretato dalla borghesia:
la vera classe leader e vittoriosa dell'epoca, e soprattutto la miglior
cliente di sarti, ebanisti, arredatori e artigiani vari, assetata di
novità in ogni direzione aderì con entusiasmo all' evidente cambiamento
del gusto. Con l'accettazione di forme più aggraziate e morbide e di
colori chiari e luminosi venivano automaticamente ripudiati la solenne
rigidità e i toni scuri dei severi mobili Impero. E con essi tutto ciò
che avevano rappresentato.
Dopo un lungo periodo di guerre si scopriva di nuovo il piacere della
casa: la gioia del ritorno a un'intensa vita familiare. E questa
rinnovata voglia di intimità condizionò l' impronta dell' abitazione
stessa: che fu caratterizzata da camere più raccolte e da angoli più
confortevoli e personali. Non dimentichiamo però che un bisogno di
intimità ugualmente intenso fu sentito anche a Vienna suppergiù nello
stesso periodo, quando esplose il trionfo dello stile Biedermeier.
Questa necessità si espresse anche attraverso i colori pastello imposti
dagli arredatori di grido, i famosi rosa e lilla, giallini e verdini.
Con 1'aiuto dei legni biondi mescolati al bianco delle pareti, essi
contribuirono certamente a sottolineare questa impronta di freschezza e
di dolcezza che è il fascino maggiore dello stile Restaurazione. Uno
stile definito piuttosto femminile: non a caso anche ai nostri giorni
piace ed è capito soprattutto dalle donne. Né va sottovalutata l'estrema
qualità tecnica di fabbricazione. Le finiture all'interno furono ancora
più meticolose e raffinate che in epoche precedenti, XVIII secolo
compreso. Le impiallacciature in quercia, sicomoro, cedro, sandalo usate
per rifinire anche le parti meno in vista, assicurarono una solidità
fino ad allora sconosciuta. In quanto alla tipologia dei pezzi Carlo X,
essa fu infinitamente più ricca dell'Impero stesso. Secrétaires,
commodes, buffets, chifoniers, bibliothèques conservarono grosso modo le
linee rettangolari tradizionali ereditate dall'Impero, ma rivelarono
attraverso la decorazione o il dettaglio e le proporzioni più aggraziate
le nuove esigenze di eleganza e di alleggerimento. Il "mobile importante
di casa" era di solito a sportelli, per nascondere cassetti interni: la
commode detta "a l' anglaise", inclusa una marea di tavolini che si
trasformavano all' occorrenza in "bureaux", "travailleuses", "nécessaires",
"vide poches", spesso comprendenti una ribalta con specchio.
Alessandra Doratti