Il ventaglio
Alessandra Doratti
Anche Teodolinda, regina dei Longobardi, ne aveva uno: era un ventaglio
rigidi detto "flabello", trovato nella sua tomba insieme a un pettine in
avorio e filigrana d'argento. Si parla, in questo caso del VI-VII secolo
e non deve stupire una data così antica perché già gli antichi egizi ne
facevano uso. L'altro tipo di ventaglio, quello pieghevole, pare sia
nato in Giappone proprio nel VII secolo, anche se si diffuse in Europa
soltanto durante il Medioevo.
Così, mentre nel vecchio continente ci si faceva fresco coi flabelli e
ventole, già da lungo tempo anche in Cina ogni funzionario, seguendo una
rigida etichetta, doveva esibire un particolare ventaglio corrispondente
al suo rango. Durante il primo Rinascimento le dame italiane usavano
abitualmente una sorta di bandierina fatta di paglia intrecciata, e
ormai, a quell'epoca, il ventaglio era diventato parte importante
dell'abbigliamento femminile.
Dall'Oriente, attraverso il Portogallo si diffuse in tutta l'Europa con
notevole rapidità, tanto che anche nei Paesi nordici fecero la loro
comparsa preziosi ventagli a piume pregiate montate su un manico,
generalmente di avorio riccamente scolpito e decorato con pietre
preziose. Inoltre gli scambi commerciali tra i Portogallo, Italia e
Spagna favorirono la diffusione del ventaglio in questi Paesi, mentre la
Francia dovette attendere fino al 1533, quando Caterina dÈ Medici sposò
Enrico II e introdusse l'uso del ventaglio anche tra i francesi. Ce
n'erano di bellissimi anche nella collezione lasciata da Elisabetta I
d'Inghilterra alla sua morte nel 1603: 27 ventagli a stelo rigido da
abbinare a diversi abiti.
Con la fine del Cinquecento cominciò ad affermarsi il ventaglio
pieghevole che, pur restando un oggetto raro e costoso. smitizzava un
po' il simbolo di potere e ricchezza che era stato attribuito al suo
antesignano.
Lo stile aneddotico e inconfondibile dei francesi
Arrivati ultimi, i francesi rimontarono presto la china, perché i
ventagli più belli e raffinati provengono proprio da loro, in modo
particolare quelli dipinti. Inizialmente ispirati ai manoscritti
illuminati e alle tappezzerie, i ventagli dipinti francesi si volsero
con l'approssimarsi del Settecento, a uno stile aneddotico promettente
vivacità e raffinatezza: un gran numero di figure spesso animava tutto
lo spazio utilizzabile, i colori erano sommessi, il rovescio della
pagina piuttosto ampio. Era abitualmente decorato con fiori e non c'era
spazio, ancora, per bordi ricercati. Con l'inizio del Settecento lo
stile mutò: i toni divennero più chiari con prevalenza di rosa e
azzurro, la decorazione principale si raggruppo' al centro, spesso
racchiusa in cornici ovali. I motivi preferiti erano le scene pastorali
e galanti: le stecche in avorio o in madreperla si assottigliarono e si
arricchirono di decorazioni a volute o a "cartouches" e di incrostazioni
preziose.
I bordi cominciarono a giocare un ruolo importante nella composizione:
abitualmente fiori e foglie delicatamente dipinti e intrecciati a volute
celano animali, insetti e uccelli. Boucher, Fragonard, Lancret e Watteau
furono i massimi ispiratori delle scenette galanti, ma erano
"ispiratori" non "autori".
Difficilmente artisti di quel calibro avrebbero accettato di eseguire
opere destinate a venir pieghettate ed incollate su stecche. È per
questo che le firme di questi pittori, poste su ventagli dell'epoca sono
false, tanto più che i ventagli non vennero firmati fino all'Ottocento.
Nei primi 30-40 anni del Settecento fu molto di moda il ventaglio brisé,
formato unicamente da stecche in avorio che facevano anche da pagina.
Era di origine cinese ed era stato importato alla fine del Seicento in
Europa dove venne riprodotto soprattutto in Francia e in Olanda. La
decorazione era molto varia, ispirata alle scene classiche, mitologiche,
rurali: il tutto laccati per dare un aspetto brillante alla superficie.
Per questi vengono chiamati anche "Vernis Martin". Il termine non è del
tutto esatto dal momento che si tratta di ventagli anteriori al 1730,
anno di concessione del privilegio reale alla "lacca francese" dei
fratelli Martin.
Durante l'Ottocento il ventaglio brisé tornò di moda e fu riproposto in
esemplari intarsiati o lavorati a giorno con motivi d'ispirazione
gotica. La qualità era comunque inferiore, soprattutto per la difficoltà
di saper laccare come nel secolo precedente. Sempre in Francia e nelle
Fiandre, tra la fine del Sei e l'inizio del Settecento furono prodotti
ventagli con la pagina in cuoio piuttosto spessa, completamente dipinta
in modo da nascondere il fondo marrone. Di spessore considerevole sono
anche alcuni esemplari in carta bianca che appartengono allo stesso
periodo.
Un altro aspetto tipico del Settecento è la chinoiserie. Sappiamo quanto
fosse grande il fascino esercitato dagli orientali sugli europei, specie
a partire dal Settecento, ed era naturale che anche il ventaglio,
oggetto di origine orientale, ne subisse le conseguenze. I ventagli
originali importati dalla Cina erano troppo costosi e così, gli europei
pensarono di riprodurli a modo loro, ottenendo risultati piuttosto
soddisfacenti.
Intorno al 1750 anche gli inglesi si adeguarono ai francesi e agli
olandesi e cominciarono a immettere sul mercato esemplari di ottima
qualità. Nella seconda metà del Settecento l'influenza del neoclassico
in formazione si fece sentire anche nei ventagli: la decorazione più
sobria, spesso divideva la pagina in tre medaglioni, tenendo al centro
il soggetto più importante: le stecche si assottigliarono e diventarono
più semplici.
Fecero la loro comparsa specie nei ventagli di sera, lustrini,
galloncini, spighette dorate. Le scene galanti continuarono ad essere il
soggetto preferito e si impose la moda della seta. Pochi di questi
modelli sono giunti fino a noi in buone condizioni per l'estrema
delicatezza del tessuto.
Francia e Inghilterra furono di nuovo accomunate, nel corso del
Settecento dall'uso della stampa per decorare i ventagli, l'idea
ingegnosa di un signore londinese che la applicò intorno al 1720. La
varietà dei soggetti era molto ampia: i francesi amavano particolarmente
gli avvenimenti politici e storici, gli inglesi non disdegnavano il
ventaglio stampato a scopi pratici. Lo dimostra un curioso esemplare,
oggi al Victoria & Albert Museum, con lo schema della disposizione dei
posti a sedere nel King's Theatre di Londra nel 1787-88. Sempre gli
inglesi, all'inizio dell'Ottocento, produssero ventagli con stecche in
acciaio decorate solo con lustrini e li chiamarono cut steel.
Gli italiani non si distinsero come i francesi, per particolare abilità
e raffinatezza artistica. Tuttavia esistono due tipi di ventagli
tipicamente italiani da non trascurare: i ventagli "profumati" e i
cosiddetti souvenir. I primi nacquero a cavallo tra il Sei e il
Settecento e pare fossero in prevalenza di fattura italiana, come quelli
in finissima pelle bianca di capretto, detti dagli inglesi chickenskin
(pelle di pollo). I secondi riproposero, nell'arco deI Settecento -
quadri e affreschi famosi, come l'"Aurora" di Guido Reni, oppure
soggetti religiosi. Nei primi esemplari generalmente il tema decorativo
copriva per intero la pagina, il fondo era chiaro, le stecche in avorio
o tartaruga, lisce o con preziose incrostazioni in oro o in argento.
Tra gli sbuffi anche una veduta del Vesuvio
Dal 1770 fino all'inizio dell'Ottocento furono tipiche, invece, le
vedute delle antiche rovine di Roma e i paesaggi napoletani col Vesuvio
in eruzione. Come tutti i ventagli neoclassici, anche questi avevano
spesso la pagina suddivisa in tre medaglioni, ciascuno con soggetto
differente, decorata a grottesche o con altri motivi del periodo. Gli
stranieri li compravano spesso come "souvenir" e da qui il nome.
Nel 1798 Senefelder scoprì la litografia che. dalla meta dell'Ottocento,
divenne uno dei metodi decorativi più in moda nei ventagli europei.
Stampata la pagina, veniva poi colorata a mano con soggetti "revival" di
stili precedenti, forti colori e dorature sgargianti. figure in abiti
moderni. d'ispirazione medioevale o alla "Watteau". Ventagli in pizzo
pregiato o in stoffa (velo, seta o raso) e, verso la fine del secolo, di
piume su montanti in tartaruga o in madreperla. ravvivarono un attimo la
scena, insieme a imitazioni brisé in stile Impero a piccoli ventagli
tascabili decorati da strass.
Ciononostante nel corso dell'Ottocento si registrò un rapido declino
nella qualità del ventaglio, presente nell'abbigliamento femminile fino
all'inizio del nostro secolo. Dopo una nuova ma temporanea fortuna
durante gli anni Venti come elegante accessorio da sera, cadde
rapidamente in disuso per ricomparire ai nostri giorni soltanto nelle
teche dei collezionisti.
Alessandra Doratti