Giovanni Attinà
IL CASTELLO ARAGONESE
DI ISCHIA
Superbo maniero,
regali fastigi di epiche gesta, tetro carcere, lugubri celle...(1)
A Ischia ci si va per fare i bagni, quelli di mare, ma soprattutto
quelli termali: sono note dall'antichità le sue acque termali riscaldate
dalla continua attività dei focolai vulcanici sotterranei.
Ischia è infatti un'isola vulcanica: sulle colline laviche, sugli orli
di crateri in parte inabissati, sulle spiagge fumanti per la
evaporazione delle acque, sulle punte rocciose, e su una vegetazione
tipicamente mediterranea, domina il vulcano, l'Epomeo, 800 mt., sotto il
quale, secondo il mito degli antichi colonizzatori, Zeus, il padre di
tutti gli dei, avrebbe imprigionato il gigante Tifeo che con i suoi
contorcimenti avrebbe provocato terremoti (2) ed eruzioni.
Su una punta rocciosa, arrivando a Ischia dopo aver superato Procida e
l'isolotto di Vivara, il visitatore attento può scorgere, a sinistra, su
un grande scoglio, confusi tra roccia e vegetazione, torri, merli e
cupole.
Il "superbo maniero" del titolo è proprietà privata dai primi del XX
secolo, quando il Demanio lo mise in vendita, all'asta; anch'esso non è
sfuggito alla destinazione turistica dell'isola, poiché all'interno è
stato creato un hotel dove una volta era un convento di monache, bar per
turisti, e all'ingresso ristorante e night-club ne rovinano la storia
millenaria.
La sua storia, infatti, sembra inizi nel V sec. a.C., nell'epoca in cui
la penisola italiana e il Mediterraneo occidentale era dominato da
Etruschi e da Cartaginesi, ed entrambi si contendevano le colonie greche
della Campania e della Sicilia.
Anton Sminck van Pitloo -
Veduta di Ischia con il Castello, olio su tela, 1824
Pithecusa, antico nome di Ischia, era inserita nel circuito delle
colonie del Tirreno già dall'VIII sec a.C., e faceva capo alla più
importante di esse, Cuma.
Nel 474 a.C., in una battaglia navale nello specchio di mare compreso
tra Cuma e l'isola, Gerone I, signore di Siracusa (3), chiamato in
soccorso dai Cumani, inflisse una pesante sconfitta alla flotta etrusca
e insediò un presidio sull'isola.
In questa occasione, secondo gli storici, su un faraglione emergente dal
mare per oltre 100 metri, da dove era, ed è ancora, visibile oltre a
tutta l'isola, tutta la costa della terraferma da Gaeta a Sorrento,
Gerone faceva costruire una fortezza.
Probabilmente, l'originale murazione, di cui non resta nulla, in blocchi
di tufo, doveva seguire l'andamento irregolare del luogo, mescolandosi e
confondendosi con la roccia.
Alla fortezza si accedeva per una scala esterna scavata nella pietra,
ancora oggi visibile in parte, poichè lo scoglio era separato dall'isola
maggiore.
Nella cosiddetta casa del Sole, una antica costruzione posta all'interno
del castello, sono oggi esposti oltre a opere di arte moderna, resti di
secoli passati, e si ammirano pregevoli strutture architettoniche che si
sovrappongono, risalenti a diverse epoche.
Con la progressiva crescita di Neapolis e la decadenza di Cuma,
Pithecusa e le altre isole vicine ne seguirono le vicissitudini e la
storia.
Tutte le dominazioni successive, Roma, Goti, Bisanzio Ducato di Napoli,
Normanni, Svevi e Angioini apportarono alla fortezza di Ischia modifiche
e trasformazioni secondo le diverse esigenze e diversi stili
architettonici, allargandone il perimetro a tutta l'area disponibile, di
circa 50.000 mq. avviandosi a diventare una vera e propria cittadella.
Con gli Angioini (4), le mura furono ricostruite in stile romanico
tipico dell'epoca, con alte torri merlate: una antica torre di
avvistamento è ancora oggi visibile.
Il castello assunse un carattere di cittadella fortificata, pronta ad
accogliere la popolazione del borgo sottostante e anche dell'isola, per
difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni, all'interno sorgevano
abitazioni, servizi e soprattutto chiese, ospitando fino a duemila
persone. Venne costruito il Maschio, la torre più alta, per ospitare il
re e la famiglia, e la sede vescovile. Risale all'epoca angioma, circa
il 1300, quello che resta della cattedrale dell'Assunta nello stesso
stile romanico, sopra la vecchia cappella normanna, che viene
trasformata in cripta gentilizia. La cattedrale era di due piani: quella
superiore presentava tre navate, di stile romanico con sovrapposizione
di stile barocco le due laterali coperte con volte e a crociera, fu
distrutta dai bombardamenti del 1809 degli inglesi.
All'inizio della navata c'è il fonte battesimale con vasca del tardo
rinascimento sostenuta da tre cariatidi. Nella cappella a destra del
presbiterio c'è una antica tavola lignea raffigurante la Madonna della
libera della seconda metà del sec. XIII, con le mani protese che arresta
la lava per l'eruzione del 1301. È in questo periodo che lo scoglio e
il Castello vennero collegati all'isola maggiore con un ponte di legno
di circa 200 metri e fu creato un piccolo porto per l'attracco delle
navi. Da quel ponte, ancora oggi, il borgo sottostante prese il nome di
Ischia-Ponte.
Del XIV sec. era l'abbazia dei monaci Basiliani, di cui si nota
l'ingresso ad archi gotici.
Con Alfonso d'Aragona e i successori (5), dalla metà del XV sec., il
Castello, sede dell'ultima resistenza angioina, iniziò il periodo del
suo massimo splendore, tant'è che ancora oggi viene chiamato aragonese.
Era un periodo di grandi mutamenti: nel campo militare il perfezionarsi
e lo sviluppo di nuovi armamenti, le armi da fuoco di grosso calibro,
avevano messo a dura prova gli architetti dell'epoca per la facilità con
cui venivano abbattute mura che avevano resistito per secoli. I migliori
ingegneri e architetti dell'epoca dovettero studiare e realizzare nuovi
schemi architettonici per la difesa e l'offesa, con mura e bastioni
capaci di resistere a un bombardamento. Perciò il vecchio castello
angioino, caratterizzato da alte torri costruite per difendersi da
assalti con scale e armi da lancio, non era più adatto e fu
completamente trasformato. Torri cilindriche di grande diametro e
murazioni massicce, dove era possibile porre cannoni e mortai e con
merli più grandi per difendersi da proiettili e schegge. All'interno,
vennero costruiti e rinnovati vari edifici, opifici, magazzini per
rifornimenti, forni per il pane, cisterne e l'arsenale.
Ma soprattutto vennero costruiti e rinnovati edifici religiosi, come la
chiesa di S. Maria delle grazie a strapiombo sul mare, ampliata su
precedenti cappelle verso il 1500, destinata alla congrega dei pescatori
dell'isola.
Fu rinnovata la cattedrale dell'Assunta con la sottostante cripta
gentilizia, nella quale si ritrovano una serie di affreschi di pregio di
scuola giottesca del XIV sec. Essi si riferiscono alla storia di una
santa, secondo alcuni S. Caterina. Alle pareti sono rappresentati figure
di santi e stemmi delle famiglie gentilizie sepolte.
La cattedrale offre ancora, malgrado gli scempi operati dal tempo e
dagli uomini, alcuni spunti di interesse artistico: due cappelle
laterali conservano ancora una decorazione parietale in stucco modellato
e dipinto di bianco, che posso illustrarci gli stili ornamentali diffusi
in area napoletana nella prima metà del 1600.
Il ponte di collegamento, in legno, venne sostituito con uno in
muratura.
La padrona di casa fu per lungo periodo Vittoria Colonna (6), dal 1501
al 1536, moglie del governatore del castello e poetessa, che riunì
intorno a se un circolo culturale frequentato da poeti e letterati, come
Iacopo Sannazzaro e Bernardo Tasso, Ludovico Ariosto e artisti come
Michelangelo Buonarroti.
A Michelangelo si attribuiscono alcune pitture esistenti nel castello,
in una torre detta appunto di Michelangelo, eseguite nel periodo in cui
l'artista vi soggiornò.
Nel periodo del vice–regno spagnolo (7), con il vicerè don Pedro de
Toledo, insediatosi nel 1533, vi furono grosse ristrutturazioni, sia dal
punto di vista urbanistico della città di Napoli, sia dal punto di vista
difensivo, che coinvolsero anche le piazzeforti del golfo, come appunto
il castello di Ischia, come oggi lo vediamo.
Un tempietto a pianta esagonale, attribuito all'architetto Iacopo
Barozzi, detto il Vignola (8), fu denominato S. Pietro a Pantaniello
perché la statua del santo proveniva da una antica chiesa abbandonata
situata su una collina vicino all'attuale porto di Ischia, che all'epoca
era un laghetto detto appunto il pantaniello.
Nel 1575, venne fondato il Convento delle monache clarisse, di cui oggi
è visitabile il giardino e il cimitero.
Nel cimitero delle monache sono visibili gli scolatoi, cioè seggioloni
in muratura sui quali, si dice, venivano deposti seduti i corpi morti
delle monache; si racconta di una macabra pratica di lenta
decomposizione della carne, e della raccolta degli umori in appositi
vasi, mentre solo dopo gli scheletri venivano ammucchiati nell'ossario.
Il convento fu chiuso nel 1810, durante la dominazione francese, da
Gioacchino Murat. Rilevante la chiesa dell'Immacolata, costruita su una
precedente cappella del XV sec, presenta una pianta a croce greca, in
stile barocco è la mole della cupola, tanto imponente da essere notata
da tutta la città di Ischia; la facciata esterna e le pareti interne
sono oggi semplicemente intonacate, mentre una cupola posta su un
tamburo circolare forato da otto finestroni chiude tutto l'ambiente. Si
notano, all'interno, decorazioni composte da cornici e stucchi barocchi.
Con l'avvento dei Borbone, il castello, passato al Demanio del regno e
svuotato degli ultimi abitanti, fu trasformato in carcere per detenuti
comuni e, successivamente, nel 1850, politici: ancora oggi il tragitto
turistico passa per il carcere borbonico dove sono ancora visibili
spioncini e cancelli.
Con l'Unità d'Italia, il Castello fu utilizzato come casa penale fino
alla vendita. Oggi molti ambienti sono sottoposti a restauri e vengono
utilizzati per attività culturali.
Giovanni Attinà
Note:
(1) iscrizione posta
su tabella marmorea all'ingresso in epoca fascista recante anche un
fascio littorio e la scritta PNF, il VI —X MCMXXV, in numeri romani. Non
ho trovato alcuna indicazione o spiegazione né sui libri, né nei siti
consultati
(2) l'ultimo del 1883, distrusse completamente la cittadina di
Casamicciola
(3) colonia greca fondata nell'VIII sec. a.C., diventata successivamente
una grande potenza proprio con Ierone I, che dominò tutte le altre città
greche della Sicilia.
(4) dal 1266 al 1442.
(5) dal 1441 al 1503.
(6) nata a MARINO (ROMA), morta nel 1547, rappresentante di una cultura
al femminile che si affermò e si affiancò a quella maschile nel
Rinascimento. Del suo soggiorno sull'isola si trova traccia in una delle
rime spirituali: " quando io dal caro scoglio guardo intorno la terra e
'l mar ... ". E nella cattedrale dell'Assunta che nel 1509 sposò il
governatore dell'isola, Ferrante d'Avalos.
(7) dal 1503 al 1707.
(8) architetto, nato a Vignola il 1/10/1507 e morto a Roma il 7/7/1573,
opera soprattutto a Bologna e a Roma, effettua lavori anche nella chiesa
di S. Maria degli Angeli a Assisi.
(9) dal 1734 al 1860.
BIBLIOGRAFIA:
TCI 2005 - Napoli
e dintorni
Valerio M. Manfredi - I Greci d'Occidente, Mondadori 1996
M. Torelli -
Storia degli Etruschi, Laterza 2001
V. Gleijeses - La Storia di Napoli , SEN 1974
C. De Seta - Napoli, Laterza 1981
A. Della Ragione - Ischia Sacra, Clean 2005
SITOGRAFIA:
La vita e la poesia di Vittoria Colonna sul
Castello Aragonese di Ischia
VIDEO:
Ischia:
Castello Aragonese