Nel tardo dicembre 1908, Picasso organizza una festa in onore del
pittore Henri Julien Félix Rousseau (1844 – 1910), soprannominato il
Doganiere Rousseau.
Nato il 21 maggio 1844 a Laval, Rousseau, dopo la morte del padre
avvenuta nel 1868, si era trasferito a Parigi in rue Roussellet 25.
Pittore partecipe dei fermenti innovativi della sua epoca, relativamente
poco apprezzato e compreso dalla critica, esponeva con scarso successo
commerciale, tanto da essere perennemente oppresso da difficoltà
economiche e debiti. Nell'ambiente artistico, sebbene egli fosse già
anziano rispetto alla maggior parte dei pittori attivi in quel tempo,
ben presto ottenne la simpatia di Pablo Picasso, il quale riconosceva
nella figurazione primitiva ed esotica delle sue opere una ricerca di
spiritualità ed un ritorno alle origini.
Il banchetto organizzato in suo onore da Picasso, Apollinaire e
combriccola, nascondeva in realtà finalità ludiche e di bonaria burla.
Il soprannome Doganiere, ad esempio, sembra gli sia stato dato proprio
da Apollinaire (il quale era solito burlarsi della realtà), e si era
inventato completamente la storia facendo di Rousseau un impiegato delle
dogane, mentre era stato un impiegato del fisco. Che Apollinaire non
apprezzasse la pittura di Rousseau era evidente dal fatto che aveva
messo in cantina il ritratto che questo gli aveva fatto con Marie
Laurencin.
Per l’occasione del banchetto lo studio fu liberato dalle pitture e
sulle pareti vennero lasciate soltanto le maschere negre; vennero
decorati i locali con bandiere, bandierine e frasche. Due studi vicini,
quello di Juan Gris e quello di Jacques Vaillant, vennero adibiti a
dispensa e a guardaroba. Fernande Olivier preparò diversi manicaretti e
l’alcool abbondò, Apollinaire e Salmon recitarono poesie, Rousseau suonò
con il suo violino.
Apollinaire ad un certo punto richiese l'attenzione degli ospiti e
solennemente declamò il poema-burla che aveva accuratamente preparato:
«Ricordi, Rousseau, quel paesaggio azteco / le foreste dove spuntano il
mango e l'ananas, / le scimmie che spandevano tutto il sangue delle
angurie / e il biondo imperatore fucilato laggiù./ I quadri che dipingi
li vedesti in Messico / dove un sole rosso ornava la fronte degli alberi
di banano, / e tu, valoroso soldato, scambiasti la giacca militare /
contro il dolman blu dei bravi doganieri».
Apollinaire gli aveva quindi appioppato un'altra delle sue invenzioni,
ovvero una presunta spedizione militare in Messico nel 1863, che il
Doganiere avrebbe compiuto in gioventù, agli ordini del generale
francese François Bazaine.
Rousseau, che non era mai andato in Messico, si guardò bene dallo
smentire Apollinaire, forse compiaciuto dal prestigio ottenuto agli
occhi dei suoi nuovi amici, grazie a questa nuova veste eroica e
misteriosa.
Alla fine del banchetto, quando la festa si concluse in piena notte, il
Doganiere era così ubriaco, da dover essere trasportato a casa con una
carrozza.
Sembra che Rousseau, mentre veniva aiutato da Picasso a salire sul mezzo
di trasporto, gli disse con gratitudine: «Tu ed io siamo i due più
grandi pittori del mondo, io nel genere egiziano e tu in quello
moderno».
Nell'ambiente artistico francese si parlò talmente di questo banchetto,
che tutti coloro che fino ad allora si erano fatti burla del Doganiere,
cominciarono a prenderlo in seria considerazione, rivalutandolo
artisticamente. Il banchetto aveva assunto il carattere di un sincero
omaggio a un genio fino ad allora trascurato, della cui scoperta si
attribuì il merito a Picasso.
Giorgio
Catania
BIBLIOGRAFIA:
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La vita quotidiana a Montmartre ai tempi di Picasso (1900-1910). Milano, 1998
David Raynal,
Maurice Raynal, La Bande à Picasso, Ouest-France, 2008/2011