Gli Ugonotti

 

Alessandra Doratti

 

 

 

 


Il ritorno della corte inglese nel 1660, dopo il periodo di esilio sul continente, provocò una forte domanda di argenti destinati all'arredamento delle case dove molti oggetti erano stati asportati o erano andati perduti durante il periodo della guerra civile del Commonwealth. Gli argentieri ebbero un gran daffare a produrre scodelle, tazze, vassoi e, naturalmente cucchiai ed altra argenteria da tavola, rifacendosi agli stili che avevano appreso in Francia e nelle Fiandre. Ma l'argento scarseggiava ancora, per cui, a parte bricchi e boccali di ordine funzionale, che erano solitamente in argento di grado abbastanza alto, molti altri pezzi come tazze e coperchi, coppe e scodelle erano spesso piuttosto leggeri e la loro principale attrattiva consisteva nelle appariscenti incisioni e sbalzi raffiguranti fiori, frutti, foglie di acanto, animali e uccelli che li facevano rassomigliare agli esemplari realizzati aldilà della Manica nel più ardito e pesante stile barocco.
Un'influenza importante e duratura pari a quella olandese e tedesca venne esercitata sulla lavorazione dell'argento inglese dagli argentieri ugonotti, rifugiatisi in Inghilterra nel 1680, durante la persecuzione dei protestanti da parte di Luigi XIV. Firmando l'intollerante editto di Nantes nel 1685, il Re Sole fece, inconsapevolmente, di Londra il centro dell' argento prezioso per mezzo secolo e più. La maggior parte degli artigiani che si rifugiavano a Londra proveniva dalla provincia francese; essi portavano con se preziosi e stupendi designs che ben si adattavano al gusto inglese. Ad essi si deve l'introduzione della curva a balaustra. Essi eccellevano nell'arte della fusione ed erano specializzati nell'applicazione di particolari. Altri erano invece particolarmente dotati per lavori di cesello ed incisione e, armati di martello e puntaruolo, questi artigiani francesi realizzarono lavori di traforo incredibilmente minuti ed intricati.
Gli argentieri londinesi si lamentavano di frequente per la presenza di quegli "stranieri bisognosi" che cercavano lavoro nella loro cerchia, ma non potevano fare a meno di ammirare il loro nuovo stile che ben si accordava con l'allora obbligatorio Britannia di grado superiore, e seguirono ben presto lo stile francese, realizzando candelieri a balaustra, caffettiere, lattiere, tazzoni con manici in forma d'arpa, teiere in forma di pera, applicando decorazioni essenziali che aggiungevano un tocco di dignità formale ad ogni oggetto: dalle tazzine alle tazze da punch ai calamai e ai vassoi. Gli argenti Britannia, risalenti al periodo 1696-1720, sono di norma completamente lisci. Ciò, comunque non ha nulla a che vedere col fatto, a volte notato, che il materiale è più malleabile dell'argento puro. Gli argenti più preziosi erano sovente finemente decorati, sebbene in generale si tendesse a preferire gli stili più semplici. Appare comunque significativo il fatto che, dopo il 1720, quando uno standard superiore non fu più obbligatorio, alcuni artigiani, fra i quali il più celebre di tutti i tempi, Paul de Lamerie (1688-1751), continuarono ad impiegarlo, specialmente per ordinazioni particolarmente impegnative; un uso che sopravvisse fino al 1760 circa per essere poi ripreso all'inizio del XIX secolo.
Verso il 1715 la semplice forma a balaustra venne abbandonata per passare a quella ottagonale che appariva come composta da pannelli diversi., aumentarono ancora le decorazioni: fogliame di vario genere, bande traforate, maschere che ornavano la base di tazze, manici attorcigliati e coperchi che assunsero una forma di cupola preferita a quella piatta precedentemente in uso. Nel 1730 andò aumentando ancora il gusto per le decorazioni e nel breve volgere di 5 o 6 anni si diede vita allo stile Rococò, che rimase in auge fino al 1760 circa.

 

 

 

Alessandra Doratti