Giovanni Zangrando (Trieste 1867-1941)

 

 

Walter Abrami

 

 

 

Nacque a Trieste da genitori provenienti da Vodo di Cadore; nel 1883, nonostante le difficoltà economiche della famiglia, completò il ciclo scolastico sostenendo l'esame di maturità. L'anno successivo, con un piccolo stipendio dell'Associazione Italiana di Beneficenza, andò a Venezia dove frequentò l'Accademia.
Rimase cinque anni nella città lagunare sotto la guida di G. Franco, L. Cadorin e P. Molmenti.
Si guadagnò da vivere eseguendo disegni d'architettura e prospettiva al servizio di ingegneri e architetti. Nel 1889 terminò l'Accademia conquistando il primo premio; a Trieste fu nel gruppo di artisti che si muovevano intorno al Veruda. Grünhut, Rietti e il Veruda stesso lo sostennero e lo incoraggiarono.
Grazie al contributo del Premio Cavos, frequentò per due anni l'Accademia di Monaco di Baviera con Wagner, Raab e Gysis. Il soggiorno a Venezia e la successiva esperienza monacense gli avevano dato senza dubbio un indiscusso dominio del disegno, ma a Monaco, fuori dall'Accademia nell'ambito della cosiddetta 'Scuola' del Lenbach, aveva anche imparato ad usare, in vista di un esito pittorico meno impacciato da studi preparatori troppo laboriosi, la scorciatoia impareggiabile della fotografia, già sperimentata dai preraffaelliti in Inghilterra e dagli impressionisti in Francia. Dopo Monaco vinse la borsa di studio Rittmeyer con un quadro intitolato, come ricorda il Sibilia, Triste maternità. A Roma fu in grande amicizia con Cesare Pascarella, poeta dialettale che scrisse molte pagine della sua "Scoperta d'America" nello studio di Zangrando, in via Margutta.
A Roma concorse ad un premio nazionale con il quadro I naufraghi, che venne segnalato dopo quello del vincitore Umberto Coromaldi.
Eseguì quadri di genere di grandi dimensioni, ma non disdegnò più gradevoli motivi aneddotici.
Trascorse un anno in giro per l'Europa e fu anche a Parigi. Tornò a Trieste nel 1895. Dal 1904 al '14 tenne scuola di pittura in società con il collega Guido Grimani, e dopo la prima guerra mondiale (Zangrando fu profugo a Firenze) ritornò a Trieste e visse nella sua villa di Scorcola.
Fu più volte presente alle Biennali. Nel suo studio privato mossero i primi passi rinomati artisti come Nathan, Levier, Marchig, Finazzer Flori, Sambo e Brumatti.
Fu artista assai popolare e noto, e produsse moltissimo soddisfacendo spesso le richieste del mercato. Il suo repertorio, apprezzato dal pubblico e dai conoscitori, è molto vasto: figurette di bimbe e di donne schizzate all'aperto (spesso nella baia di Sistiana), nudi, maliziose scene di femminile intimità dal sapore settecentesco, ritratti, autoritratti, spiagge, boschi e, in minor numero, scorci di paesaggio urbano.

 

 

Walter Abrami