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Giuliano Confalonieri
GEORGES DE LA TOUR
Casualmente ho incontrato – naturalmente in modo virtuale – il pittore
Georges de La Tour e mi ha subito interessato la vita tribolata di
questo francese (1593/1652) figlio di fornai e diventato nobile grazie
al matrimonio con Diana le Nerf. Aprì la bottega che rimase
attiva fino al 1651 con la collaborazione alterna di alcuni apprendisti.
La vita privata dell’artista fu molto agitata per i numerosi atti
giudiziari che lo coinvolsero in difesa dei privilegi nobiliari. Nel
1638 si trasferì con i dieci figli a Parigi dove alloggiò nelle gallerie
del Louvre diventando "Pittore ordinario del Re". Nell'inverno
del 1652 l'epidemia di pleurite colpì l’intera famiglia e la sua
attività fu proseguita dal figlio Étienne. Visse ed operò in una regione
al confine tra le culture francesi e germaniche. Attento osservatore
della realtà quotidiana, tendente al gusto naturalistico, con
particolare attenzione ai giochi di luce ed ombre, continuatore della
scuola del Caravaggio (André Malraux disse che "interpretava la parte
serena delle tenebre"). I suoi lavori sono spesso ambientati in
interni illuminati da una candela, un tipo di luce sui soggetti molto
diffuso tra gli artisti nei primi decenni del XVII secolo in Italia.
Realizzò Natività, San Sebastiano, San Giuseppe e l'Angelo. Altre
opere attribuite a lui sono nel Museo di Lorena e nel Museo
dipartimentale della Mosella. La vita privata del pittore fu molto
agitata per i numerosi atti giudiziari che lo videro coinvolto per
difendere i privilegi nobiliari. Inoltre, a causa dell'incendio che nel
1638 distrusse Lunéville, La Tour si trasferì con i dieci figli a Parigi
dove alloggiò nelle gallerie del Louvre come "Pittore ordinario del
Re". Nell'inverno del 1652 un'epidemia di pleurite porterà alla
morte sia Georges de La Tour, sia la moglie, sia il giovane servitore e
l'attività del pittore fu proseguita dal figlio Étienne. Le sue
realizzazioni più note sono la Natività, San Sebastiano, San Giuseppe
e l'Angelo. Molte altre opere a lui attribuite si trovano nel museo
di Lorena e nel museo dipartimentale della Mosella. Studi relativamente
recenti lo ritengono insuperabile negli effetti della luce artificiale,
il notturno è lo strumento che gli permette di concentrarsi
sull’essenza del soggetto elevandolo a oggetto di contemplazione.
Giuliano Confalonieri
giuliano.confalonieri@alice.it