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Intervista a Franco Deboni
Michele Catania
Franco Deboni
1950 - Nasce a Trieste
(Italia)
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Intervista rilasciata a Trieste nel mese di ottobre 2010.
Buongiorno dr. Deboni, sappiamo che Lei ha studiato architettura a Venezia con Carlo Scarpa, ci piacerebbe sapere quali aspetti del maestro ha trovato più interessanti.
In un clima di particolari tensioni tra studenti e corpo docente (erano gli anni della contestazione), lui teneva testa a chi lo criticava, tenendo regolarmente i suoi corsi con lucidità e coerenza, a volte contestando i contestatori con grande intelligenza e sottile "sense of humor", con argomentazioni talmente precise, da non permettere alcun contradditorio.
Come si è avvicinato al vetro di Murano?
Sin da bambino sono stato affascinato dal vetro, dai suoi colori e dalle sue trasparenze. A Venezia, durante gli anni di università, avevo modo di vedere in quantità nei negozi, e poi per puro caso, il primo lavoro che mi fu proposto subito dopo la laurea, fu di disegnare lampade per la vetreria Ferro e Lazzarini, famosa negli anni '50 per avere eseguito opere in vetro su disegno di Pablo Picasso, Cocteau ed altri celebri artisti. In quell'occasione conobbi il maestro vetraio Albino Carrara, personaggio di straordinaria umanità, che per alcuni mesi mi tenne accanto a se, in fornace, per farmi apprendere le più importanti tecniche di lavorazione "de visu": un'esperienza unica che è stata determinante per la mia formazione professionale, e che ha in un certo qual modo segnato tutte le mie scelte future.
Qual'era la situazione artistico-economica del vetro di Murano nei primi anni settanta?
Come sempre in crisi, sia di mezzi che di idee, anche perchè il vetro muranese male si adattava alle esigenze formali del nuovo design.
Architetto Deboni, può dirci come ha maturato il desiderio di realizzare dei vetri artistici?
È stata un po' una sfida con me stesso: dopo aver studiato e scritto per anni sul vetro, ho voluto provare a fare qualcosa che mai era stato fatto prima.
Quali sono le difficoltà nella realizzazione di un’opera in vetro?
Innumerevoli, dovute sia a problemi tecnici che umani, in quanto la materia è estremamente instabile, ed è ormai difficile trovare bravi maestri vetrai. Purtroppo è una professione che si va perdendo.
E’ opinione comune che la realizzazione di oggetti in vetro sia un’operazione estremamente economica, cosa può dirci in proposito?
Non è economico per niente, anzi! È questo ormai uno dei grossi problemi dell'industria vetraria muranese, la quale deve competere con prodotti (dozzinali), spesso a imitazione dei prodotti locali, fatti a prezzi irrisori in India o Cina e sovente spacciati come muranesi.
Il vetro artistico, per quanto possa essere ritenuto un’opera d’arte non è attualmente considerato alla stregua della scultura e pittura, saprebbe dirci quali sono i motivi che hanno determinato questo fenomeno.
Non è così! Fino dagli anni '60, con il movimento americano Studio Glass, si è iniziato a usare il vetro come mezzo per esprimersi nell'Arte, alla stregua di bronzo, marmo o semplicemente acquerello. Ormai in tutto il mondo, il vetro artistico trova uno sbocco commerciale attraverso gallerie specializzate, ed è presente nei maggiori Musei d'Arte.
Ci piacerebbe anche sapere da Lei, per quale motivo il vetro artistico di Murano, pur essendo molto ricercato ed apprezzato dai collezionisti di tutto il mondo, non sia mai arrivato alle quotazioni delle opere in vetro dei maestri francesi, quali Gallè, Daum, Walter, ecc..
Non è esatto; ormai da tempo le quotazioni dei vetri veneziani più rari e importanti, uguagliano se non superano quelle dei loro equivalenti francesi. D'altronde bisogna anche sapere che la produzione di vetro artistico muranese è estremamente esigua rispetto a quella dei grandi produttori francesi.
Cosa ne pensa del futuro del vetro artistico di Murano?
La situazione del vetro d'arte di Murano, prendendo a prestito una battuta famosa, "è disperata ma non seria". In effetti, se da un lato il mercato langue, la concorrenza estera è spietata, manca un ricambio generazionale, e l'industria vetraria viene poco o nulla aiutata a livello governativo. D'altro canto esistono delle piccole realtà, quali piccole vetrerie che puntano molto sulla ricerca, e molti nuovi designer (o artisti) indipendenti che si stanno facendo conoscere ed apprezzare a livello internazionale. Di questo nuovo trend, ne è un esempio significativo il fatto che all'ultima Biennale d'Arte, nel 2009, è stato finalmente riaperto il celebre Padiglione Venezia, ben noto fino al 1972, per aver sempre ospitato le più nuove creazioni degli artisti muranesi del vetro, riprendendone la tradizione, ospitando i dieci artisti più significativi, attivi oggi nel campo del vetro d'arte a Murano. E' auspicabile che tale iniziativa sia di stimolo, in futuro, affinchè sempre nuove leve si interessino a questo tipo di ricerca, che nel corso dei secoli ha reso famosa Murano in tutto il mondo.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Per quanto concerne la mia attività in campo editoriale, sto lavorando ad una nuova monografia su "Fontana Arte", che dovrebbe vedere la luce alla fine del 2011. Invece per quanto riguarda la mia attività vetraria, sto lavorando ad una nuova collezione da presentare presso il mio gallerista di New York nella primavera del 2011, e sono in contatto con un importante museo tedesco, interessato a far conoscere il mio lavoro relativo alla ricerca di nuovi materiali vetrosi, attraverso una mostra retrospettiva della mia attività in questi ultimi 15 anni.
Di recente pubblicazione: Fontana Arte - Giò Ponti, Pietro Chiesa, Max Ingrand - Allemandi Editore 2012
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