FILARETE
Giuliano Confalonieri
Antonio Averlino detto Filarete
(Firenze/Roma XV sec.) scultore e architetto. Formatosi
nell'ambiente fiorentino, lavorò a Roma, dove per incarico di papa
Eugenio IV realizzò la maggiore
porta bronzea della Basilica Vaticana che rivela il contatto
dell’artista con l’antichità classica. A Bergamo progettò la Cattedrale
poi ricostruita, a Venezia fu chiamato per un programma degli Sforza sul
Canal Grande, mai realizzato. Dopo soggiorni
a Lodi, Rimini, Padova, Piacenza e
Mantova, andò da Francesco Sforza a Milano per collaborare alle
modifiche della Cattedrale e
del Castello. La sua opera maggiore è l'Ospedale Maggiore (1456) dove
lavorò fino al 1465, un modello architettonico che rimase un esempio
fino al Settecento. In forma di grande quadrilatero diviso in due corpi
da un vasto cortile, l’edificio aveva servizi e innovazioni tecniche
tali da renderlo un'opera di taglio moderno anche se del progetto
originale fu realizzata solamente una parte (decorazioni in cotto).
Nel medesimo periodo scrisse il Trattato di architettura
(venticinque capitoli) nel quale elabora il tema della città ideale a
pianta stellare (Sforzinda) come espressione conclusiva del
periodo rinascimentale (eseguì anche la Croce d’argento per processioni
commissionata dalla Cattedrale di Bassano). Usando decorazioni
architettoniche alleggerì esteticamente la greve facciata del Castello
milanese che, però, gli procurò critiche dall’ambiente aristocratico,
soprattutto per gli interventi alla torre centrale.
Per questi giudizi negativi, Filarete si licenziò dal Duca Sforza che,
comunque, volle riconfermarlo nell'incarico testimoniandogli così
l'apprezzamento personale. La sua opera maggiore milanese rimane
l'Ospedale Maggiore (1456) dove lavorò fino al 1465, un modello
architettonico che rimase un esempio fino al Settecento, in forma di
grande quadrilatero diviso in due corpi da un vasto cortile; l'edificio
aveva servizi e innovazioni tecniche tali da renderlo un'opera di taglio
moderno anche se del progetto originale furono realizzate solamente le
decorazioni in cotto. Nel medesimo periodo scrisse il Trattato di
architettura (venticinque capitoli) nel quale elabora il tema della
città ideale a pianta stellare (Sforzinda) come espressione
conclusiva del periodo rinascimentale. Conoscitore di ogni cognizione
tecnica ed artistica, il suo lavoro è presente in importanti costruzioni
milanesi (oltre all'Ospedale, il tiburio del Duomo, la torre del
Castello distrutta nel 1521 e rifatta in epoca moderna) svolgendo
un'importante azione culturale in Lombardia. Il Vasari riporta (1602) la
modifica del progetto originale "Antonius Petri de Florentia fecit
MCCCCXLV". Nel Quattrocento il vescovo gli affidò il progetto della
nuova cattedrale che l’artista ideò con pianta a croce latina. Dopo un
paio d’anni i lavori s’interruppero per la morte dell’architetto e
rimasero bloccati per l’intero Seicento.
giuliano.confalonieri@alice.it
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