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Giuliano Confalonieri

 

 

“L'arte è il sangue del cuore umano”

Edvard Munch (1863-1944)

 

 

 

 

 

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      L’agghiacciante litografia del norvegese Munch intitolala “L’urlo” - realizzata alla fine del XIX secolo - esprime l’inquietudine ed il terrore che ogni essere umano consapevole scopre nel segreto dell’intimo. L’esistenza imprime la propria lettera scarlatta accompagnando l’individuo fino alla morte, senza alcuna possibilità di fuga malgrado le numerose illusioni che ci siamo inventate, dalla filosofia alla religione, dalla politica al successo personale. L’artista è riuscito a comprimere in un’immagine colorata la trepidazione e la tristezza dell’uomo che vive solo anche in mezzo alla folla metropolitana. Le esperienze di coloro che ci hanno preceduti non contano, ognuno deve forzatamente convivere con sé stesso in base alle proprie inclinazioni ed all’educazione assimilata. La vita o comunque la parvenza di esistere ci lega alla macina proprio come l’asino che per l’intera sua esistenza è costretto a girare nel cerchio ristretto senza speranza di riveder le stelle. Il lavoro di Munch fu in parte influenzato dai quadri di Van Gogh, Toulouse-Lautrec, Gauguin e Degas - pittori con tare personali – coinvolgendolo profondamente nel senso tragico della vita e della morte, tipico in parte della letteratura scandinava (Ibsen – Strindberg).  I grandi cicli pittorici realizzati dopo la grave malattia nervosa sono dedicati al mondo operaio ed industriale con l’erompere violento del colore. Analoghe caratteristiche si trovano nell'opera grafica (15.000 incisioni in nero e colori).

 

 

 

Giuliano Confalonieri

giuliano.confalonieri@alice.it