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CONSERVARE E RESTAURAREIL PATRIMONIO ARTISTICO
Giuliano Confalonieri
Nell’Ottocento lo
scultore Antonio Canova si sdegnò per la proposta di restauro del
Partenone perché comprese che spesso le opere venivano
definitivamente deturpate o camuffate da restauratori prezzolati dai
mercanti che vedevano solamente il lato economico (oggi si tende a
mantenere l’aspetto autentico nel quale le integrazioni posteriori
possano essere riconoscibili). Un caso particolare è l’affresco del
Cenacolo di Leonardo conservato nella Chiesa milanese di Santa
Maria delle Grazie, la cui storia tribolata inizia probabilmente per
colpa dei ragazzi di bottega che prepararono malamente la parete sulla
quale doveva nascere uno dei capolavori universali. Restaurato più
volte, malgrado gli impianti di condizionamento ha perduto qualcosa
dell’impatto autentico ma conquista comunque per l’immediatezza nella
resa dei moti dell’animo attraverso i gesti e le espressioni (la
medesima sorte è toccata all’affresco Battaglia di Anghiari su
una parete del Palazzo della Signoria a Firenze).
Il Tempio delle Arti e delle Muse ha avuto origine ad Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C. in collaborazione con la celebre biblioteca per poi diventare raccolta di pezzi antichi che adornavano le sale delle Corti italiane o disposti in giardini come l’allestimento realizzato da Bramante per Giulio II. Si diffonde dalla fine del Cinquecento con la sistemazione delle collezioni medicee del Palazzo degli Uffizi., le sontuose gallerie del Seicento / Settecento curate dalle famiglie aristocratiche di Roma fino alle raccolte più modeste. Nella stessa fase storica si formarono le imponenti gallerie delle dinastie regnanti europee attraverso acquisizioni e trapassi dinastici, nuclei fondamentali dei futuri musei nazionali nati con lo scopo di funzione sociale. (didattica, promozionale, scientifica). La voce enciclopedica riporta: istituzione culturale pubblica adibita alla conservazione, all'ordinamento e all'esposizione di opere d'arte; luogo privilegiato, quindi — anche se non unico — dell'incontro tra arte e pubblico, con questo termine intendiamo oggi l’'insieme inscindibile del luogo fisico delle raccolte (edificio), delle opere e del loro ordinamento (allestimento), delle funzioni svolte dall'istituzione (didattica, promozionale, scientifica) e del suo ruolo sociale (pubblico). L’avventura del museo come istituzione si è affermata insieme all’Illuminismo dopo il percorso assai prolungato del semplice collezionismo, ovvero la raccolta di ‘pezzi’ pregiati da parte dei ceti più abbienti. Il patrimonio artistico ‘protetto’ è destinato alla fruizione collettiva anche con l’ausilio di frequenti scambi temporanei delle opere tra le varie istituzioni internazionali. Le raccolte sono state depauperate dalle condizioni politiche e belliche (Napoleone e Hitler), dal mercato illegale e dalle dispersioni implicite nei rivolgimenti politici ed economici, a vicende di successione familiare o al cambiamento delle mode. Il patrimonio di una collezione privata, strettamente legato alle leggi del mercato dell'arte, ha sempre una caratteristica di instabilità, in quanto sottoposto a dispersioni e smembramenti dovuti a sconvolgimenti politici ed economici, a vicende di successione familiare o semplicemente al mutamento delle mode. Talvolta il vocabolo museo tende ad ingannare perché lo si scambia con qualcosa di stantio, di vecchio, di cosa inutile; invece ogni reperto ha alle spalle una storia che aggancia tempo e spazio in un unicum senza possibilità di equivoci. In filosofia il tempo è inteso come un continuo misurabile oppure come realtà del presente (passato e futuro relegati al ruolo di ricordato e di immaginato). Sant’Agostino (354/430) indica la coscienza individuale come depositaria del fluire dei fatti in rapporto alla creazione e all'eternità di Dio. La critica relativistica dà molta importanza alla posizione dell’osservatore ed all’influenza delle circostanze (“nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice”, Dante Alighieri). Il presente è un istante che non ha durata, il passato non è più ed il futuro non è ancora: la suddivisione del tempo, ovvero la successione dei momenti quotidiani, è dunque l’oggettivazione collettiva di un fenomeno astrale indecifrabile. Dal ritmo delle albe e dei tramonti a quello delle stagioni, dal moto apparente delle stelle all’interazione dello spazio, dagli studi astronomici di Tolomeo a quelli di Copernico, dalle interpretazioni filosofiche di Cartesio e Spinoza a quelle di Kant e Heidegger. L’analisi di una dimensione che ricorda drammaticamente la vulnerabilità del vivere e la finitezza dell’esistenza si è concretizzata nell'usanza di misurare gli intervalli di tempo. Annota Aristotele: “l’osservazione del giorno e della notte, dei mesi e dei periodi degli anni hanno formato il numero e procurato la nozione del tempo e la ricerca intorno alla natura dell’universo” ovvero “la misura del movimento secondo il prima e il poi” con un’anima che misuri (aspetto soggettivo) e un movimento reale come il Sole (realtà oggettiva).
giuliano.confalonieri@alice.it
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